221mila invii EAS? Il carlo del dubbio

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Articolo 30; modello EAS. L’Agenzia delle Entrate ieri sera se ne è uscita con un comunicato stampa nel quale afferma che le associazioni che hanno inviato il modello EAS sono oltre 220mila.

Tutto è possibile a questo mondo, ma a naso (e il mio è particolarmente “importante”) mi appare improbabile.

I calcoli li hanno fatti tutti, dal Sole (articolo di ieri 13 gennaio a pag 37) a Vita (articolo di Gabriella Meroni).

Ai 40mila comunicati dal direttore Befera in prossimità della prima scadenza si aggiungono 180.000 enti che, immobili nei primi 105 giorni, si sono svegliati negli ultimi 8 (i feriali a disposizione dopo la proroga comunicata il 16)!

Il direttore del Caf Acli afferma sul Sole che al 15 dicembre avevano trasmesso 10.500 modelli, e che nell’ultimo scampolo di anno ha chiesto il servizio solo il 4% degli enti, cioé 400.

Il che vuol dire che i commercialisti hanno passato le notti ad inviare i modelli, ma ancor più che hanno passato le mattine e i pomeriggi a fare assistenza alle associazioni per spiegare cosa dichiarare. L’esperienza di alcuni Centri di Servizio per il Volontariato è che la stima di 3/4 d’ora (per chi doveva compilarlo tutto) era ottimistica. Spiegare tutto, con documenti alla mano all’associazione affinché dia la risposta vera e reale al quesito (si fa così, no?) portava via un tempo infinito, anche in considerazione del fatto che gli amministratori delle non profit non sono professionisti, e che spesso non sanno neppure qualificare la tipologia dell’ente (ODV, APS, ONLUS???).

Poi, ci si imbatte nei numeri che in automatico l’Agenzia delle Entrate (il sistema entratel) pubblica e qui il “carlo del dubbio” scava ancora più a fondo.

Ragioniamo assieme: i servizi telematici Entratel e Fisconline sono il sistema col quale l’Agenzia (meritoriamente) spinge da anni per rendere più pratico l’invio delle dichiarazioni e il pagamento delle imposte, per consentire un accertamento più a breve termine; tutto ci permette di avvicinarci ad una parvenza di paese civile. Una platea di intermediari abilitati – ma anche privati cittadini – può quindi inviare con maggiore praticità la documentazione fiscale e tenere a memoria nel Cassetto Fiscale i versamenti e i dati reddituali.

Degli esiti totali dei servizi (invii e documenti; numeri diversi in quanto un intermediario può inviare più documenti) in automatico l’Agenzia dà menzione su una pagina apposita che trovate qui.

Presumiamo che lì vi si trovino i numeri relativi a tutte le dichiarazioni inviate. Non c’è nulla che ci fa supporre il contrario e pertanto, presuntuosi quali siamo, presumiamo.

Se così fosse, andiamo a vedere quali sono i dati di invio negli ultimi due anni e vediamo se c’è l’EAS.

L’EAS non è citato. Ma potrebbe essere stato inserito nella voce “Altro”, e pertanto andiamo a vedere se ci sono anomalie nel 2009 sulla voce Altro, se sono aumentati i documenti.

Invii effettuati nel 2009 relativi al 2009: ipotizziamo che l’EAS vertesse sul 2009

L’omologa voce del 2008 sul 2008 riporta numeri simili; pertanto, o non c’è stata invasione EAS oppure – in termini quantitativi – l’EAS ha sostituito altra dichiarazione di egual valore.

Ma se intendessero l’EAS una dichiarazione del 2009 ma su dati 2008? Vediamo

Improbabile, direi. Anche perché se andiamo a vedere l’omologo 2008 su dichiarazioni inviate relative al 2007, i dati schizzano in alto per chissà quale altra dichiarazione una tantum.

Quindi le ipotesi sono:

a. i dati 2009 pubblicati dalle statistiche del sito non contengono l’EAS

oppure

b. i dati 2009 contengono l’EAS (direi nella voce “Altro”) e dato che la voce “Altro” contiene magari le più disparate dichiarazioni una tantum, bisogna capire quale dichiarazione si è ripetuta e di cosa si compone “Altro”, anche perché il trend di “Altro” è persino discendente” (370mila nel 2008 e 315mila nel 2009)

oppure

c. il server centrale dell’Agenzia è impazzito e dà i numeri.

Nei casi a. e b. dovrebbero darci qualche spiegazione, non credete?

Nel caso c. iniziamo una colletta per pagare un buon informatico che aiuti l’Agenzia.

Carlo Mazzini

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3 commenti

  1. Gent.le Quinoprofit,
    innanzitutto complimenti per la chiarezza e la competenza delle informazioni!
    Scrivo in qualità di rappresentante legale di un’associazione dilettantistica come tante, preciso che le quote associative da noi sono di ZERO euro, poi mi spiego meglio.
    Ecco in breve la nostra storia con l’EAS, credo che valga davvero la pena di leggerla perché non è uno scherzo:

    INIZIO dell’ODISSEA

    – 12 gennaio 2010 (pomeriggio) : scopro del tutto casualmente (al bar mentre prendevo un caffè) da un discorso di un collega, che, in dicembre ’09 o addirittura gennaio 2010 gli pare ci fosse da consegnare un modulo all’Agenzia delle Entrate per le associazioni, non sa spiegarsi meglio, non ricorda il nome del modulo ecc.

    – sera del 12 gennaio 2010: passo al setaccio il web digitando modulo+associazioni+dicembre2009 ecc. ecc. dopo qualche ora riesco a mettere insieme tutte le informazioni riguardanti la consegna del mod. EAS… recupero lo statuto, il codice fiscale, il regolamento interno ecc. ecc. deciso a recarmi il più presto possibile all’Agenzia delle Entrate per cercare di capire che fare… si fanno così le 2,30 del mattino 🙁

    -mattina del 13 gennaio 2010 ore 8.30: sono lì alla Agenzia delle Entrate dopo 5 ore di sonno. Pronto ad aspettarmi file interminabili di persone nella mia situazione, interi staff dell’Agenzia (come reclamizzato da loro stessi) impegnati ad aiutare il mondo in queste ore cruciali come nei migliori film catastrofistici…

    Eppure nulla. Stranissimo! (penso io)

    Si e no 15 persone suddivise su circa 10 sportelli…

    Chiedo informazioni sulla consegna del modello EAS alla reception: una Signora dopo un po’ di esitazione mi dice che gli sembra di averne sentito parlare ma non ne è sicura. Mi spedisce quindi ad un altro sportello denominato Consulenza Giuridica (o simili), l’impiegato mi guarda perplesso. Insisto e gli spiego chiaramente che cosa è il modello EAS (ho purtroppo la netta sensazione di saperne di più io). Allora cerca in internet sul sito dell’Agenzia delle Entrate questo modello EAS… lo trova (incredibile), lo legge e lo capisce (non ne sono sicuro) e mi dice che è: “… tipo una specie di questionario informativo sulle associazioni che (vi garantisco sminuendo) andava compilato e spedito via telematica da me entro il 31 dicembre…” Gli chiedo quindi: “ora come posso fare?” risponde che potrebbe (ma anche qui sminuisce) valer la pena leggerlo, giusto così, per rimanere informati. Replico che ho passato la notte a leggerlo e vorrei solo sapere se e cosa posso/devo fare ora? Mi suggerisce di scaricarlo dal sito, anzi già che ci sono, di scaricare anche il software per compilarlo e di spedirlo da casa mia, aggiunge che è tutto molto semplice anche se tale software, loro non ce l’hanno, di provare semmai in un’Agenzia delle Entrate più grande…

    Molto perplesso sulla risposta vado allora ad “Una Agenzia delle Entrate Più Grande ;-)”…pazzesco… Anche lì la prima impiegata non sa nemmeno di cosa sto parlando… chiede ad un collega, ma anche lui non sa… ne arriva una terza (piuttosto maleducata) che dice che il termine è scaduto, tutti hanno consegnato (lasciandomi ad intendere che ero più o meno il solito italiano deficiente), aggiunge poi tronfia che la legge non ammette ignoranza (neanche la sua però visto che pur pagata da noi tutti contribuenti, si è rivelata piuttosto disinformata) e che secondo lei rimane comunque un “peccato veniale” e che ci sono con tutta probabilità almeno 90 giorni per procedere all’invio. Insomma sostanzialmente di stare tranquillo che va tutto bene. Bene! Dico io, inviamolo allora! Risponde che ovviamente non le è possibile, lo devono fare i CAF o gli studi Commercialistici.

    Ok …Mi reco ad un CAF ma mi dicono che loro in particolare hanno deciso di avvalersi della facoltà di non svolgere il servizio di spedizione, mi indirizza quindi ad un altro CAF. Ci vado ma è chiuso. Riapre il mattino seguente. Allora non volendo darmi per vinto telefono a due studi commercialistici (ma anche li non sanno nulla).

    Mi collego ad internet, scarico il software (quello appunto per le Grandi Agenzie delle Entrate;-) compilo il modello EAS in circa una trentina di minuti … ma… non trovo il modo di inviarlo, cerco e ricerco nel manuale ma niente. Giungo alla conclusione guardando un po’ in rete che non si può spedire senza avere un altro software sempre scaricabile dal solito sito ma che sinceramente non ho trovato (correggetemi se sbaglio) e che l’invio si può fare ma bisogna richiedere un PIN all’Agenzia delle Entrate. Sono ormai le ore 16 e l’Agenzia è già chiusa. Dirmelo questa mattina anziché polemizzare era probabilmente troppo difficile. AMEN dico, mi terrò questo “peccato veniale” sulla coscienza fino a domattina e poi me lo spediranno quelli del CAF.

    – mattina del 14 gennaio: mi reco al CAF (quello abilitato) e l’impiegata mi dice: “…purtroppo i termini sono scaduti, non si può più spedire, in effetti c’è stato davvero pochissimo tempo e nulla informazione…non ci sono attualmente comunicazioni ufficiali a tal riguardo…” aggiunge anche che loro hanno spedito in totale solo (tenetevi forte!!!) circa una decina di moduli da settembre (incredibile, penso io evidentemente sono andati tutti altrove! sì ma dove??? Visto che 2 Agenzie non sapevano nulla o quasi, e non tutti i CAF svolgevano il servizio).

    Ormai credo che dovremmo rassegnarci. Sinceramente non saprei cos’altro fare. Siamo tranquilli perchè per quanto ci riguarda le nostre quote associative sono tutte pari zero e quindi mi sembra che anche perdendo i privilegi dell’Art. 148 del Tuir sostanzialmente per noi non cambierà nulla. Oppure mi sbaglio?
    Non ditemi però che ora siamo divenuti un ente commerciale (anche perché sarebbe come contraddire la natura intrinseca del nostro statuto e gli ideali che ci hanno da sempre animati) e che di conseguenza dovremmo forse consegnare il modello F24 anche se a zero!?!

    Chiedo un consiglio se possibile, e mi scuso dello sfogo.

    GRAZIE anticipatamente!
    davide

  2. Grazie a lei, Maestro, mi inchino a tanta prosa; e voi altri (che non siete il Maestro) e che frequentate con assiduità questo sito, non cercate di capire; IO so e ciò vi basti! :-).

    Dicevo, grazie a lei, per un racconto appassionante nella forma, svilente negli esiti e nei profili che dà della (o di parte) pubblica amministrazione.
    Per rispondere ai quesiti “personali” sulla sua associazione, immaginando che essa non sia iscritta in alcun albo ecc, le chiedo (avendo lei già chiarito che non avete quote sociali) se l’associazione venda (cioè chieda corrispettivi) ai soci, ad esempio offrendo loro spartiti, partiture, reliquie di musicisti (il cornetto di Beethoven, ad esempio).
    Se la risposta è no, non dovevate inviarlo. Se la risposta è affermativa avreste dovuto inviarlo e non è vero – sarebbe bello fosse così – ciò che le ha detto la funzionaria, ovvero che non vi sono conseguenze.
    Ovviamente bisognerebbe valutare cosa fate ecc; nel dubbio (avesse risposto SI alla mia domanda) vada a chiedere aiuto e delucidazioni ad un Centro di Servizio; ne trova quasi in ogni provincia, qui gli indirizzi. http://www.csvnet.it/usr_view.php/ID=1771

    Cordiali saluti

    Carlo Mazzini

    • Gent.mo Carlo Mazzini,
      grazie immensamente per la sollecitudine e la chiarezza della risposta, che mi lascia ancora più tranquillo, dal momento che:
      – l’Associazione è senza fini di lucro, non riconosciuta, non registrata e non iscritta ad alcun albo
      – non ci sono quote associative
      – non abbiamo mai venduto nè pensavamo di vendere alcunché ai soci: il cornetto di Beethoven, la richiestissima parrucca di Bach, nemmeno la “tartina di burro” di Mozart (composizione ironica del genio salisburghese), etc.
      – al massimo potrebbe capitare di ricevere dei contributi da Comuni o altri Enti pubblici, a titolo di sostegno attività istituzionale, ma mi sembra di capire che non fossero contemplati da qs. provvedimento, non essendo gli Enti pubblici dei nostri associati e non essendoci delle gare di appalto per la cultura… mi corregga se sbaglio.

      In ogni caso ascolterò sicuramente il suo consiglio, rivolgendomi all’occorrenza ad un Centro di Servizio.
      Grazie ancora,

      Davide

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