Una lotteria per pochi intimi

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Si sa, il momento è cupo.

Per le guerre in atto, per le ingiustizie sociali che si moltiplicano e, in sovrannumero, per i rischi legati al cambiamento climatico.

Ma il momento è cupo, molto cupo, perché chiude la Fondazione Italia Sociale.

Per legge era stata prevista (L 106/06) e poi costituita (DPR 28 luglio 2017) e per legge verrà chiusa come contemplato da un ddl (AS 1097) ora in discussione al Senato.

Ha vissuto meno di 7 anni, e ha fatto anche cose buone, espressione infelice, me ne rendo conto, ma in linea con lo spirito dei tempi.

Certo, il non profit potrebbe non essersi accorto di quanto di buono ha prodotto la Fondazione, ma solo perché notoriamente il non profit è poco attento.

Può anche darsi che chi ne conosceva l’esistenza diffidasse di un’istituzione definita “privata” ma istituita da una legge, con dotazione iniziale elargita dalle sempre generose casse dello Stato, con CDA nominato dai diversi ministeri (oltre che da partecipanti privati), vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e controllata dalla Corte dei Conti.

E qualcuno poteva storcere il naso su finalità che dopo una prima lettura potremmo definire “saranno fumose” ma che in sostanza promettevano di ottenere risorse (per progetti sociali) nello stesso campo dove già tanti enti si dannavano a raccogliere fondi.

Ma, al di là di dubbi forse un po’ pretestuosi, gli osservatori più attenti delle cose del terzo settore non si sono fatti sfuggire la strabiliante idea che la Fondazione ebbe nel 2019 quando costituì un’ulteriore fondazione chiamata Lotteria Filantropica Italia, presieduta da Vincenzo Manes, presidente anche della Fondazione Italia Sociale, amico dell’ex Presidente del Consiglio Renzi (nessuno è perfetto, cit.). Manes è conosciuto come infaticabile ideatore e promotore di Dynamo Camp, oltre che come imprenditore di successo e sostenitore del periodico “Vita” fin dalla sua costituzione.

Gli altri consiglieri sono Letizia Maria Brichetto Arnaboldi, Ferruccio De Bortoli, Gaetano Miccichè. Pensateci bene: cosa poteva andare storto con un parterre de rois di tale levatura? Parliamo di un imprenditore pure sociale, un’imprenditrice ex-sindaca ed ex-ministra grande sostenitrice di San Patrignano, un ex-direttore di giornali ora editorialista e attivo presidente di Vidas, un noto banchiere.

Ma facciamo un breve passo indietro.

Qualcuno suggerì a fine 2018 di inserire in un DL due commi che consentivano agli enti del terzo settore di realizzare lotterie (nazionali) per sollecitare donazioni (art 18, cc 2-bis e 2-ter, DL 119/18).

Le due condizioni già presenti nella legge e poi ribadite nel DM 27 luglio 2021 erano le seguenti: il taglio minimo del biglietto per “giocare” veniva fissato a 500 euro (avete letto bene: cinquecento) e la vincita era “costituita unicamente dal diritto di scegliere un progetto sociale, tra quelli da realizzare, cui associare il nome del vincitore, con relativo riconoscimento pubblico”.

Bene ma non benissimo, come si dice.

Sorge anche il dubbio che tra i suggeritori della norma potesse esserci chi, da lì a poco, avrebbe costituito la Fondazione Lotteria Filantropica Italia, ma è un’illazione, null’altro.

All’inizio del 2023, Fondazione Lotteria Filantropica Italia (ente filantropico iscritto al RUNTS) ottiene l’ok dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli per promuovere la prima Lotteria Filantropica.

Trombe di giubilo, articolesse che già facevano pregustare un successo clamoroso, barricate innalzate per regolare la folla che si sarebbe certamente gettata a comprare i biglietti di una Lotteria che faceva solo del bene. Niente poteva andare male con una legge fatta quasi a misura dell’ente, con personaggi così competenti alla sua guida.

Ora … lungi da noi pensare che qualcuno tra gli estensori della norma, tra i giornalisti elevatori di peana e tra i promotori delle due fondazioni abbia commesso un errore di sopravvalutazione dello strumento; però è curioso che non li abbiano insospettiti né il taglio non proprio “popolare” della quota minima per staccare il biglietto, e neppure la non succosissima vincita.

Torniamo ai fatti. Dicevamo che a febbraio ’23 inizia la prima lotteria filantropica con conclusione il 30 luglio 2023.

Com’è andata a finire? Per chi si è dotato “di strumenti e modalità di verifica dell’effettivo impatto  sociale” (art 1, c 3 dello statuto di Fondazione Italia Sociale) restituire al pubblico l’efficacia di un’idea così prodigiosa dovrebbe essere “il verbo”, l’imperativo morale.

Purtroppo, presi da un’afonia di lunga durata, nessuno tra i promotori è riuscito a riportare l’esito della lotteria.

Per fortuna ci ha pensato l’Agenzia delle dogane e dei monopoli a informarci a settembre ’23 su quanti sono stati i sottoscrittori, quanto è stato incassato, quali progetti innovativi sono stati finanziati.

A voler essere sinceri, le cifre non riportano un vero e proprio successo.

Sarà stato che era la prima volta, che faceva caldo (la scusa dell’invasione delle cavallette ce la teniamo per la prossima volta), ma i sottoscrittori sono stati 6 (sei, per chi credesse ad un mio refuso), per un totale di raccolto pari a 3.000 euro (tremila, ibidem).

Questo “tesoretto” – crediamo leggermente al di sotto delle aspettative se la stessa Fondazione Lotteria Filantropica Italia ha affermato che si trattava di “ammontare irrisorio tale da non poter seguito al sostegno delle progettualità in favore degli enti del Terzo settore” – è tornato nelle disponibilità dei 6 (ripetiamo, sei) sottoscrittori ai quali sono state restituite le somme.

E come è stato comunicato l’esito?

Dicevamo che ne ha dato notizia l’Agenzia; di seguito ne hanno parlato alcuni portali informativi (e non solo) sul gioco d’azzardo e poi, e poi … chi aveva cantato le lodi dello strumento deve essere stato colpito dalla stessa afonia che ha preso i promotori della (diciamo) raccolta. Nessuna traccia; ma se mi fossi sbagliato e avessi “bucato” la pubblicazione della notizia, vi prego di avvertirmi.

Comunque non disperiamo; sarà per la prossima volta anche se non con la Fondazione Italia Sociale, che come dicevamo chiude per volontà del Parlamento (così come era nata), né con la Fondazione Lotteria Filantropica Italia, che è in via di liquidazione (andate sul RUNTS a verificare).

C’è qualcuno che vuole trarre qualche conclusione da questa storia?

Carlo Mazzini

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