Articolo 30: i numeri dell’EAS da parte dell’Agenzia delle Entrate

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Premessa: credo nello Stato. Non sempre credo allo Stato.

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato venerdì sera un post sul censimento (come lo chiamano loro con ampio umorismo) EAS. Cifre indiscutibilmente alte, ma anche dettagliate nella tripartizione Regioni, finalità ed attività.

Le trovate qui.

Io già commentai il dubbio che queste cifre fossero rispondenti al vero; certo, il dubbio si indebolisce perché non credo possa esserci amministrazione dello Stato che dopo aver inserito in un comunicato stampa una dichiarazione a mio avviso incredibile (oltre 220 mila associazioni hanno mandato il modello EAS), possa continuare in una “balla” colossale, colorandola di ripartizione regionale ecc. Non credo che possano arrivare a tanto, proprio perchè credo nello Stato e in quanti si impegnano al suo interno.

Un doppio sentimento, pertanto, pervade il mio animo “civile”.

Dato che ritengo questi dati veri e corretti ma ugualmente incredibili, sono da un lato soddisfatto che tanti possano essersi salvati dichiarando ciò che dovevano dichiarare, dall’altro temo

a. per ciò che gli enti hanno dichiarato

b. per coloro che non hanno inviato alcunché

c. per chi avesse inviato modello EAS ma non avrebbe dovuto farlo

Vediamo i miei timori:

a. per ciò che gli enti hanno dichiarato

Almeno 1 ora per ciascuna consulenza al fine di compilare la dichiarazione EAS in tutti i suoi 38 punti. Questa è stata la media dei Centri di Servizio che ho contattato. Davvero gli uffici locali delle Entrate hanno impiegato tanto per ogni associazione? Davvero i commercialisti anche non specializzati nel non profit hanno impiegato tanto (sotto Natale, e tra Natale e Capodanno)? Sappiamo che la percentuale di associazioni che avrebbero potuto compilarsi il modello da sole era bassissimo, per il già ricordato non professionismo degli amministratori degli enti. In merito all’aiuto prestato dagli Uffici locali delle Entrate vi segnalo questo gentile intervento di alcuni giorni fa. Leggetelo, è gustoso e terrorizzante. Eccolo.

b. per coloro che non hanno inviato alcunché

Un censimento non tiene fuori nessuno. Questo – che non era un censimento né una mappa – era una dichiarazione con molti esclusi “a macchia di leopardo”. Il volontariato non avrebbe dovuto mandar nulla, così le altre onlus, alcune pro-loco, alcune sportive ecc. A parte gli esclusi, quanti sono ad oggi gli enti non profit in Italia? Le associazioni (escluse fondazioni ecc) erano nel 1999 (ISTAT) ben 202.000.

Oggi l’Agenzia ci dice che ad esclusione di quelle prima citate, le associazioni che rispondono ai requisiti di cui all’art 148 (e che si sono accorte dell’EAS) sarebbero 221.000. Qui i calcoli sono impossibili. E’ possibile, a spanne, ritenere gli esclusi (volontariato, Onlus ecc) almeno 70.000. Vorrebbe dire che dal 99 ad oggi il non profit associativo sarebbe cresciuto del 50%. OK, possibile, probabile.

Vorrebbe anche dire che veramente l’Agenzia avrebbe fatto il pieno. OK, improbabile (vedremo dopo perché).

Se non avesse fatto il pieno, che fine faranno i negligenti? Pessima fine, diverranno senza saperlo enti commerciali! (le ragioni le ho ripetute fin alla nausea, siate gentili, andate alle Guide ecc).

c. per chi avesse inviato modello EAS ma non avrebbe dovuto farlo

Tra i numeri pubblicati, temo per le oltre 8.000 organizzazioni che si sono dichiarate di volontariato. Se fossero iscritte al registro, queste perderebbero facilmente il profilo di onlus in quanto – facendo l’EAS – dichiarerebbero di realizzare attività commerciali e produttive marginali diverse da quelle di cui al DM 25.5.95.
Se fossero tutte iscritte, queste rappresenterebbero il 26% del totale!
Ed infine …
Possibile che ci siamo sbagliati tutti?
Andate da chiunque: Centri di Servizio, CAF, Commercialisti ecc.
Non ve ne è uno che dica “abbiamo fatto il pienone, soprattutto attorno a Natale”. Sono in possesso di numeri molto diversi, nel senso “molto più bassi”.
Chiedete in giro, non fidatevi del solito Mazzini.
Rimane quindi un mistero gaudioso come siano stati possibili 180.000 inserimenti e invii di modelli dal 17 dicembre al 31, in mezzo alle feste ecc.
Rimane un mistero luminoso perché mai sul sito dell’Agenzia delle Entrate – nella sezione delle statistiche – i numeri del Modello EAS non sembrino saltar fuori (già lo scrissi qui).
Rimane un mistero doloroso la ragione di tanta pervicacia nel sostenere (da parte dell’Agenzia delle Entrate) che l’EAS era bello, buono e giusto. Che pena fare riferimento – come fanno il Comunicato Stampa e l’articolista sul sito dell’Agenzia – ad altre esperienze europee senza mettere uno straccio di link per vedere come veramente agiscono le altre amministrazioni europee (termini, modelli, istruzioni; qui in Italia non ce ne è andato bene uno); a me basta l’IRS statunitense come già scrissi più volte.
Carlo Mazzini
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