Il Vice Ministro risponde su Facebook a Quinonprofit: le agevolazioni resteranno … Ci credete?

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Su welfareweb.it hanno riportato un post pubblicato dal Vice Ministro Lapo Pistelli sul suo profilo Facebook, nel quale il VM commenta quello che a suo avviso è un allarme ingiustificato – derivante dal precedente post – in merito alla scomparsa dei benefici fiscali alle ONG.

Rispondiamo in due: Carlo Mazzini e Gianpaolo Concari.

Gentile Vice Ministro,

sul suo profilo Facebook scrive:

Su Quinoprofit, a firma di Carlo Mazzini, gira un allarme sulla scomparsa dei benefici fiscali delle Ong che trovo ingiustificato. Abbiamo previsto la proroga di tutti i benefici fino all’entrata in vigore del nuovo regime che sostituirà la vecchia idoneità, fotografia di una realtà immobile, non più necessariamente attuale. In questo modo avremo tutto il tempo per coordinare il nuovo regime dei benefici con le riforme del terzo settore e fiscali in corso. Questo testo è ampiamente condiviso con le ong. Peccato che Mazzini non lo dica e non dica che abbiamo vincolato anche il 25% del 5 per mille allo Stato per finanziare ulteriormente la cooperazione.

Mettiamola in questo modo; non abbiamo abbastanza dita per contare gli errori e le imprecisioni.

Lei afferma:

Abbiamo previsto la proroga di tutti i benefici fino all’entrata in vigore del nuovo regime che sostituirà la vecchia idoneità, fotografia di una realtà immobile, non più necessariamente attuale. In questo modo avremo tutto il tempo per coordinare il nuovo regime dei benefici con le riforme del terzo settore e fiscali in corso.

Al comma 7 dell’art 30 del’AS 1326 (il ddl sulla riforma della cooperazione internazionale) si legge

7. Per i primi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e, in ogni caso, finché non siano fissati i criteri per l’iscrizione all’elenco di cui all’articolo 25, comma 3, rimangono validi gli effetti del riconoscimento dell’idoneità concessa ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, alle organizzazioni non governative purché nell’ultimo triennio abbiano realizzato iniziative nell’ambito della cooperazione allo sviluppo.

Quindi è vero che c’è una proroga dello status di Onlus delle ONG che risultano idonee secondo il MAE (e di quello abbiamo parlato), ma in buona sostanza, caro VM, lei ci chiede di essere speranzosi, che il nostro allarme è ingiustificato, perché le riforme fiscali e del Terzo Settore prossime venture ci porteranno nuove agevolazioni. Andiamo per punti.

La situazione attuale è che le ONG hanno queste (e altre) agevolazioni soprattutto perché sono ONLUS.

Con il ddl di riforma della cooperazione internazionale la situazione cambierebbe.

Da un giorno all’altro, il Parlamento decide di togliere l’identità ONG = ONLUS. PUNTO

L’impegno del Parlamento è che in qualche modo qualche agevolazione sia concessa a chi sarà iscritto all’elenco dei soggetti della società civile di cui all’art 25. PUNTO

Il VM dice: fidatevi. PUNTO

Caro VM, riteniamo che le ONG non vogliano promesse di agevolazioni future, (anche se formulate da persone perbene come lei!). Vogliono avere la CERTEZZA di non perdere da un giorno all’altro le attuali agevolazioni (principalmente: 5 per mille, non imponibilità IVA degli acquisti destinati all’estero, regime favorevole alle donazioni).

Condizionare il tutto all’approvazione e al coordinamento con le riforme fiscali e del Terzo Settore è davvero il massimo. Stiamo parlando di qualcosa di inarrivabile (nel senso di “non influenzabile” neppure da lei) nel primo caso (le riforme fiscali ex L 23/14). E di qualcosa di impalpabile nel secondo caso, la Grande Riforma del Terzo Settore! C’è qualcosa ad oggi che abbia un valore di legge? No. Di cosa stiamo parlando, allora?

Detto diversamente, prima dare i soldi, poi vedere cammello!

Dato che lei è un politico di lungo corso afferma: Questo testo è ampiamente condiviso con le ong. 

E qui ha metà ragione e metà torto.

Ha ragione nel dire che vi siete lungamente confrontati con rappresentanze delle ONG, categoria tra le più indisciplinate e litigiose che ci possano essere (infatti, pur essendo poche centinaia, si sono divise fin dalla notte dei tempi in più raggruppamenti). Con sigle diverse si sono presentate unite al MAE. Hanno dato il loro contributo al ddl, hanno fatto presentare una serie di emendamenti – la maggior parte bocciati.

Ha torto nel pensare che se è condiviso da rappresentanze delle ONG, a. le rappresentanze siano coscienti della fregatura che sta arrivando alle loro associate, b. le singole ONG siano state rese edotte (vedi a.) della fregatura di cui sopra.

Ma questo, ce ne rendiamo conto, non dipende da lei, ma dal matto mondo del non profit, incapace di crearsi rappresentanze che rispondano a questo nome.

Un altro aspetto della sua risposta ci inquieta.

E’ il fatto che confonda – non è il primo – il 5 per mille con l’8 per mille. Capisco, è un post su Facebook, ma lei non è un cittadino qualunque, è un Vice Ministro. E anche se ha pubblicato il suo post sul suo profilo non istituzionale, lei ha fatto affermazioni su materie attinenti il suo lavoro, non sul campionato parrocchiale di ping pong.

Comunque lei dice (avrebbe voluto dire) che il 25% dell’8 per mille destinato allo Stato servirà a finanziare ulteriormente la cooperazione. Ma a parte che se stiamo parlando del 25% di zero euro, il risultato è … zero euro! Almeno così è stato nel 2011 e 12 a causa delle scelte di girare i fondi a spese generali dello Stato che nulla c’entravano con la cooperazione internazionale. Nel 2013 invece sono stati finanziati progetti per ben 440mila euro su una quota iniziale di 169,8 milioni! (cfr Il Sole 24 Ore del 17.10.14).

Poi, gentile VM, la destinazione del 25% dell’8 per mille statale alla cooperazione internazionale è già legge, in quanto il DPR 82/13 all’art 1, c 2 va ad aggiungere all’art 2, del DPR 76/98 il comma 2-bis che dice: “La quota dell’otto per mille dell’IRPEF devoluta alla diretta gestione statale e’ ripartita di regola in considerazione delle finalita’ perseguite dalla legge in quattro quote uguali per le quattro tipologie di interventi ammesse a contributo, di cui all’articolo 2, comma 1”. Questo provvedimento è già legge da 10 mesi: cosa c’entra la riforma?

Un’ultima questione.

Su Vita – che ad oggi non parla per nulla della questione – scrivemmo il 5 febbraio in merito al rischio di perdere lo status di Onlus e lei rispose a Vita con una supercazzola (si può dire?) in merito al fatto che non si sarebbero persi i requisiti e agevolazioni ONG / ONLUS, supercazzola alla quale neppure lei credeva, tanto che disse: “Tuttavia, ho già sottoposta la questione che avete sollevato ad un ulteriore approfondimento per valutare se è effettivamente necessario un intervento in fonte primaria – cioè una modifica della norma di legge – che esplicitamente ricolleghi all’elenco di cui all’art. 24 i benefici fiscali.” La domanda è: ma davvero crede che la soluzione riportata nel ddl e condivisa da ignari (e quindi colpevoli) senatori sia “la soluzione”?

Sappia che così non è.

Carlo Mazzini, Gianpaolo Concari

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5 commenti

  1. Giancarlo Malavolti on

    Mi dispiace contraddire il Vice ministro Pistelli, ma le Ong, su questi punti non concordano affatto con il testo di legge approvato al Senato e stanno cercando di far approvare emendamenti atti a ripristinare almeno quanto previsto nella legge 49/87.
    Apprezzano molto l’impianto generale della legge, ma su molti elementi anche rilevanti ancora esprimono preoccupazioni e qualche dissenso.
    Al di là delle buone intenzioni del Vice Ministro, sulle Ong il testo della legge è chiaro e va proprio nella direzione espressa dal dott. Carlo Mazzini. Ma il senso delle sue rassicurazioni ci fanno sperare nel pieno sostegno governativo in sede di approvazione alla Camera, alle modifiche necessarie a raggiungere gli auspici del Viceministro.
    Giancarlo Malavolti
    Esecutivo AOI

  2. Francesca Pasi on

    Complimenti a Carlo Mazzini (e ovviamente in questo caso anche a Gianpaolo Concari) non solo per la chiarezza, precisione e competenza con cui scrive ma perchè è l’unico che ha il coraggio e il merito di informare il terzo settore di ciò lo riguarda… molto più di quella “buona stampa” che si dice al servizio del non profit…
    Anche se è un amico perchè non dirgli che è bravo… se se lo merita!
    Francesca Pasi

    • A parte i complimenti – da te valgono doppio -, mi chiedo come mai con l’amico Concari siamo gli unici che hanno il coraggio (ma bisogna essere coraggiosi?) e il merito di informare il non profit della legislazione che cambia. Perché nessun altro si fa avanti? Per me resta un mistero davvero poco gaudioso!

      Carlo

      • Gentili Mazzini e Concari,

        ho visto che un mio commento su fb – assolutamente informale, scritto dal telefonino in macchina e perciò pure contenente un peccato assolutamente veniale, 5% invece di 8% – ha meritato una replica piuttosto puntuale sul vostro sito/blog.

        Desidero allora, poiché anche io sono affezionato alle mie idee, tornare più puntualmente su quanto da voi scritto per chiarire ulteriormente il mio pensiero. Non entro nella disputa sulla rappresentatività dei cartelli delle ong poiché mi bastano quelle che i partiti politici ingaggiano quotidianamente fra loro.

        Quanto al resto.
        Non tocca a me convincervi del buon operato del Governo e del suo Presidente del Consiglio. Conoscendolo abbastanza bene, anche personalmente, non dubito però che il provvedimento di riordino del terzo settore nasca casomai per allargare, non per restringere, per incoraggiare, non per punire, questo importante segmento della nostra società. Ne fa fede, pur trattandosi di una delega ancora non definita nei dettagli, la circostanza che il provvedimento è di natura onerosa, che dunque serviranno risorse fresche per aumentare i benefici ai destinatari attuali e/o aumentare il numero dei destinatari dei medesimi benefici. Almeno fino a prova contraria, sarà pure lecito dubitare ma è anche lecito scommettere altrimenti sulla buona fede e sulla buona intenzione.

        E’ assolutamente vero che la legge 49 ha stabilito un’identità fra Ong attive nella cooperazione e Onlus. La qual cosa, alla luce di quanto detto sopra, non garantisce per definizione il mantenimento dei benefici fiscali attuali, se i prossimi provvedimenti sul terzo settore agissero, non appunto sul primo termine (ong) ma sul secondo (onlus).

        Per questa ragione, non vedo perché rechi scandalo lavorare, in sé, sui due termini di questa identità, figlia per altro di interventi normativi prodotti in tempi e stagioni diverse. Renzi e i ministri competenti lavoreranno sui benefici delle onlus. Noi intanto ci occupiamo delle ong di cooperazione.

        Sul piano della cosiddetta idoneità delle Ong, da anni vi è un dibattito che riassumerei così: l’idoneità è un “certificato” ottenuto una volta e per sempre a fronte di certi requisiti e verificato a cadenze temporali ? in un sistema che evolve verso bandi e call for proposal, è pensabile un sistema diverso in cui si dimostra un’idoneità specifica per alcuni progetti e alcune competenze e non necessariamente una idoneità di natura generalista ? è ragionevole una proprietà “transitiva” della idoneità per ong che già lavorano per altre istituzioni europee e internazionali, che possa essere fatta valere per l’ottenimento della idoneità nazionale ? Le ipotesi di dibattito sommariamente menzionate non sono oggetto di disputa “religiosa” e infatti in questi anni ho raccolto opinioni e sensibilità molto diverse. A me interessa solamente che il sistema funzioni, sia capace di riconoscere competenze e talenti, lo faccia senza soffocare le ong di burocrazie e formalismi. Abbiamo perciò deciso di rinviare al lavoro dell’Agenzia, del Comitato Congiunto la scelta sul modello migliore per il futuro, senza arrestare il dibattito in corso sulla legge, senza sciogliere un problema di gestione quotidiana a livello di norma primaria.

        Dato che spesso le leggi sono incomprensibili perché si sovrappongono e non abrogano, creano labirinti e non linee rette, abbiamo deciso un termine abbastanza impegnativo per preparare una decina di diversi atti regolamentari di secondo livello, per implementare cioè la nuova legge, scaduto il quale la vecchia Legge 49 cadrà del tutto. Mi pare un gesto di chiarezza, di leggibilità e di buon senso del legislatore.

        Alla luce di queste considerazioni, confermo che possiamo alla Camera lasciare il testo come è, creare ope legis un semplice trasferimento di tutte le ong di cooperazione attuali nel più vasto mondo delle onlus, dare più tempo in un’altra ipotesi per adeguarsi allo status eventualmente non più automatico di onlus. Ma, per favore, non mettiamo in dubbio l’intenzione e non evochiamo pasticci che non ci sono. Da un lato vi sarà la discussione sulla nozione della “idoneità”, coin suoi tempi e i suoi modi; dall’altra la volontà del governo di rivedere (immagino di “allargare”) i benefici delle onlus. Non vi saranno fratture fra i due momenti anche se intestati a Ministeri diversi.

        Quanto al 25% dell’8%, non rispondo di scelte effettuate negli anni passati sulla destinazione delle risorse e dunque l’ironia sul 25% di 0 uguale a 0 mi fanno sorridere ma non evocano una responsabilità di questo esecutivo. Ribadisco invece, grazie a un emendamento recepito al Senato, che è giusto che sia la legge di riforma della cooperazione il luogo adatto per sancire che quella quota vincolata è una delle fonti di finanziamento del nostro lavoro.

        Spero davvero che queste righe aiutino a fare capire motivazioni e intenzioni. Se ci sono suggerimenti puntuali, sono ovviamente pronto ad ascoltare e leggere, come del resto – le ong lo sanno bene – ho fatto in tuti questi anni, all’opposizione e in maggioranza quando ero in Parlamento, oggi al governo.

        Con amicizia
        Lapo Pistelli

  3. Alfredo Roccamena on

    Chissà se il vice ministro è al corrente che le associazioni sportive devono ancora riscuotere il 5×1000 del 2010…

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