Ce lo chiede l’Europa? Ma anche no!

0

E’ appena uscito in Gazzetta Ufficiale il DL 84/25, con il quale il Governo ha decretato che entra in vigore dal 1 gennaio 2026 la parte fiscale mancante degli Enti del terzo settore (tranne i Titoli di Solidarietà) e quella delle Imprese Sociali (tranne le premialità agli investitori nelle IS).

Il provvedimento ovviamente dovrà passare per li rami (del Parlamento) e vedrete subirà la stessa sorte di quasi tutti gli altri; una modifica qui, un ritocchino là e poi via di voto di fiducia!

Quindi, abbiamo l’avvio certo (al 98% per restare bassi) della fiscalità degli ETS e delle IS il 1 gennaio 2026.

Il testo del DL cancella i riferimenti all’autorizzazione della Commissione europea; che è come dire che per 8 anni ci è stata raccontata l’imprescindibilità dell’Autorizzazione ma, dato che i tempi cambiano, come cantava Robert Allen Zimmerman, si è deciso di ritenere prescindibile detta Autorizzazione.

Anche voi sentite questo leggero profumo di presa in giro?

Ma lasciamo stare e andiamo avanti.

Il 12 giugno scorso avevamo saputo che il DL era stato licenziato dal Governo con queste parole (Comunicato stampa di Palazzo Chigi):

“Infine, per dare seguito alla comfort letter notificata dalla Direzione generale della Concorrenza (COMP) della Commissione europea in cui si è affermato che le misure fiscali del Terzo Settore e per le imprese sociali non sono selettive (ai fini degli aiuti di Stato), si rimuove il riferimento all’autorizzazione da parte della Commissione. Tale regime fiscale troverà applicazione dal 1° gennaio 2026.”

Facciamo un’analisi della logica di questa dichiarazione del nostro Governo.

Il ragionamento del Governo sembra voler collegare le modifiche al Codice a un presunto obbligo, invito o permesso della Commissione europea — ma una tale richiesta, in realtà, non esiste.

La comfort letter non dava alcun invito “a seguitar” allo Stato italiano e anzi diceva:

“Alla luce di tali considerazioni, le misure pre-notificate relative alla tassazione sul reddito (art. 79(2-bis), art. 80 e art. 86 del Codice del Terzo Settore, art. 18(1) del Codice dell’Impresa Sociale) non sembrano configurare un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107(1) TFUE, in quanto non appaiono selettive.  

Si precisa che le considerazioni di cui sopra non costituiscono una posizione definitiva della Commissione, ma soltanto una valutazione preliminare da parte dei servizi della Direzione Generale Concorrenza, basata sulle informazioni che ci sono state fornite dalle vostre autorità. Qualora abbiate ulteriori richieste al riguardo, non esitate a ricontattarci.”

Quindi, un ufficio interno ad una Direzione Generale della Commissione afferma che

a. (certe norme, ndr) “non sembrano configurare un aiuto di Stato” (would not seem to constitute State aid) e che

b. “le considerazioni di cui sopra non costituiscono una posizione definitiva della Commissione, ma soltanto una valutazione preliminare da parte dei servizi della Direzione Generale Concorrenza” (vedi che sono servizi e non è la Direzione?);

c. dato che sono molto educati dicono “Qualora abbiate ulteriori richieste al riguardo, non esitate a ricontattarci”. Quindi non dicono “andate e moltiplicatevi”, nel senso “va tutto bene, questo è un ok definitivo, potete dar seguito a questa lettera per fare le vostre leggi”; nulla di tutto questo.

Quindi, tornando al comunicato stampa di Palazzo Chigi, di quale “seguito alla Comfort letter” parlano?

Obbligo? No.

Invito? Neppure.

Permesso? Manco per sogno.

Nella frase del Comunicato del Governo si dice “…in cui si è affermato che le misure fiscali del Terzo Settore e per le imprese sociali non sono selettive (ai fini degli aiuti di Stato)”.

Falso. “… do not seem to be selective and therefore would not seem to constitute State aid”; quindi non dice che non sono selettive ma sembrano (appaiono) non selettive. La cautela usata dai servizi della Direzione non viene utilizzata dal Governo italiano.

Vi ricordate “Ce lo chiede l’Europa?”

Non qui, non ora, non sul Codice del terzo settore.

Allego la lettera aperta che qualche tempo fa con alcuni professionisti abbiamo indirizzato al Ministero competente che metteva in luce alcuni rischi e contraddizioni e rispetto alla quale non abbiamo – ovviamente – ricevuto alcuna risposta.

Carlo Mazzini

Related Posts with Thumbnails
Share.

About Author

Leave A Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Questo sito utilizza cookie per funzioni proprie. Se continui nella navigazione o clicchi su un elemento della pagina accetti il loro utilizzo Per maggiori informazioni vai in fondo alla pagina e clicca su "Privacy Policy"

Vai in fondo alla pagina e clicca su "Privacy Policy" - Per contattarci su questioni "Privacy" scrivi a "studiouno (chiocciola) quinonprofit.it"

Chiudi