Partiamo da un chiaro caso di convergenza di interessi. In questo mio blog ora parlo di un lavoro che sto realizzando su incarico del Gruppo del PD (nessuno è perfetto) e in particolare della Consigliera Enrica Baricco.
Ma non sono da solo; con la Consigliera lavorano una brava avvocatessa e altri professionisti con diverse esperienze. Una bella squadra. Da questa squadra e dalla sensibilità della Baricco sono venute fuori diverse proposte di intervento a favore del non profit che in particolare hanno prodotto due articoli nella LR 3/2015, il 55 e il 56 che riporto in calce.
Il primo parla del fatto di poter riunire – a fini consultivi – i registri di competenza della Regione e poi prevedere di far convergere quelli di competenza di altri enti (si pensi alle Prefetture, alla riottosa Agenzia delle Entrate, ai Comuni).
Per evitare duplicazioni, il Registro unico riporterà per ogni ente le diverse qualifiche giuridico – fiscali acquisite.
Es. Associazione Alfa non sarà presente due volte perché associazione riconosciuta e organizzazione di volontariato, ma sarà presente una volta sola con due caselle spuntate nella colonna “persone giuridiche” e “organizzazioni di volontariato”.
L’elenco di tutti questi enti sarà disponibile su internet e verrà aggiornato a 5 gg lavorativi da iscrizioni / cancellazioni degli enti stessi. Il registro unico non avrà valore costitutivo in quanto ciò avrebbe voluto dire cambiare “n” leggi e verosimilmente la questione sarebbe andata per le lunghe e con incerta riuscita. La cosa importante è che a livello di amministrazione Regionale ci sarà l’obbligo – non appena predisposto il software, la procedura ecc – per i funzionari di immettere questi dati. Per le Prefetture e la DRE questo obbligo non potrà mai esserci, dato che dipendono da altri enti. Potrebbero però farsi delle convenzioni per collaborare. In questo caso alcune Prefetture del Piemonte rientrerebbero dalla pessima figura che a fine anno scorso hanno fatto quando in occasione della presentazione da parte di Ires e ISFOL e Reg Piemonte di una ricerca sui registri del Terzo Settore è stato dichiarato che metà delle Prefetture si sono rifiutate di dare i dati agli enti (si tratta di enti pubblici!).
Vedremo come andrà a finire, il viaggio non è né breve né semplice, il più è che si capisca perché propugnarlo e farlo.
Ecco il motivo: abbiamo condiviso – nel gruppo di lavoro – come il più grosso bene di una comunità servita da enti non profit (anche da enti pubblici, ma mettiamoli da parte per carità di patria) sia la fiducia. I cittadini devono poter confidare sugli enti. Ma li devono anche conoscere e riconoscere. E se l’associazione Alfa dice di essere una ODV devo sapere se è vero o meno, dato che ha conseguenze anche sulla mia fiscalità se io dono a questa organizzazione. Stessa cosa le aziende che si scoprono generose con gli enti non profit. La comunità ha bisogno che sia preservata la fede pubblica. Non è un concetto strano, anzi è un po’ banale.
Bene, il registro unico è la base.
Nel successivo articolo vengono riportati due principi.
Primo principio: cara amministrazione pubblica, mi vedi? Sono l’associazione Alfa che ha determinate caratteristiche (organizzazione di volontariato ecc). Follow my lips! Segui le mie labbra. Non mi chiedere con astrusi format o moduli cose che io non posso dirti e che se ti dico vado a dichiarare cose non rispondenti al vero con conseguenze anche penali. Se devo fare attività di raccolta pubblica di fondi in piazza non chiedermi la SCIA ma proponimi dei moduli “disegnati” su di me, che prendano in considerazione la mia natura e il fatto che io non sono un’azienda.
Vi piace questo principio? A me sì.
Secondo principio: cara amministrazione pubblica, mi vedi? Sono l’associazione Alfa che ha determinate caratteristiche (organizzazione di volontariato ecc). Follow my lips, again! Segui le mie labbra, di nuovo. Per un certo procedimento mi stai chiedendo per l’ennesima volta gli stessi documenti che ho dato a te o ad altro ente pubblico. Basta, ti prego di non sfiancarmi più con richieste che mettono in difficoltà un sistema amministrativo di un ente composto di soli volontari o con un dipendente fa-totum. Peraltro – scusa la pedanteria – ci sono 2 leggi che dicono di non chiedermi più quei dati, a ti o fatti che sono già a conoscenza di qualsiasi altra amministrazione pubblica. Ecco. Nella legge regionale abbiamo ribadito – lo so che è incredibile – che gli amministratori pubblici devono seguire una anzi due leggi dello Stato.
Ribadisco, lo so che è incredibile. Ma abbiamo dovuto farlo.
E l’abbiamo fatto.
Carlo Mazzini
Per l’attività che sto realizzando mi vengono riconosciuti (al lordo di ritenuta d’acconto e IVA) € 6.450, come potrete leggere qui, nella pagina sulla trasparenza del Consiglio Regionale del Piemonte.
Qui il testo (LR 3/2015)