3 NO alla riforma costituzionale

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In questo blog, come sapete, si parla di leggi e non profit, di leggi del non profit, di non profit nonostante le leggi, ed essendo questo legame (tra leggi e non profit) la ragione di vita del blog, come facciamo a non parlare della riforma costituzionale? E infatti lo facciamo.
Due brevi premesse. La prima. Se dico NO a questa riforma costituzionale (e lo dico), fatemi il piacere di non pensare che io sia grillino, forzanovista, berlusconiano, dalemiano, leghista, fattoquotidianista ma anche un pò manifestiano. Non avete capito, testoni?. Se ad un quesito SI / NO (non esistono altre possibilità) io che studio le leggi del non profit do una delle due risposte, siate così cortesi di ritenere che io le dia non per “partito” preso, ma perché – con tutti i miei limiti e con chissà quanti errori di valutazione – ci ho ragionato sopra.
Non dico di essere oggettivo. Dico che il Mazzini che a volte apprezzate per le sue analisi su riforma del III settore, leggi di bilancio, modifiche di norme del non profit ecc analizza con la stessa poca scienza anche la riforma costituzionale. Fine premessa.
Seconda premessa. Sarò scorretto, politicamente scorretto. Non vi va bene? Non continuate a leggere! Fine seconda premessa.

Chi parla male pensa male.

Quante volte ci siamo detti – e abbiamo convenuto – che le norme sul non profit, al pari di altre, sono scritte male, anzi malissimo, che prima di riuscire a comprenderne a) il significato, b) il portato, si devono sacrificare sull’altare degli dei intere greggi e armenti e consultare aruspici a tambur battente?
Vi ricordate la recente porcata / elemosina del 2 per mille alla cultura? O il significato di certe domande dell’EAS? O ancora la legge Onlus che sembrava aprire ad attività commerciali ampie e l’Agenzia delle Entrate è da 18 anni che chiude quasi ogni possibilità?
Se ciò vale per le leggi ordinarie, ditemi perché non dovremmo manifestare la stessa indignazione rispetto ad una scrittura della nuova costituzione, sulla cui qualità possiamo definire pessima, equivoca, biforcuta come la lingua dei cowboy secondo i nativi americani.
La costituzione è la legge delle leggi. Cavolo se deve essere scritta più che bene! Certo che possono esserci interpretazioni diverse sul testo (altrimenti non si farebbero neppure i corsi di d. costituzionale con le diverse posizioni di dottrina). Ma una cosa è scrivere un testo che può aprire a diverse soluzioni interpretative, altro è scribacchiare un testo che pone fin dalla sua scrittura dubbi amletici del tipo “ma che avranno voluto dire?”.
Volevo farvi un esempio, ma capisco che sarei poco credibile come professore di costituzionale. E allora vi dico – se ne avete davvero il coraggio, è roba per stomachi forti – di aprire questo file e andarvi a leggere – tra le molte – le osservazioni da pag 34 a pag 47 (ma andate pure prima e dopo) del Servizio Studi del Senato (non propriamente dei rivoluzionari pentastellati, ecco!) prese dalle schede di lettura dopo il secondo passaggio alla Camera. Ogni volta che mettono un corsivo, vuol dire che quelli del Servizio Studi hanno dubbi interpretativi, ogni volta che c’è il grassetto vuol dire che si sono strappati le vesti, hanno tirato testate contro i muri gridando “ma come ç¥77@ scrivono questa legge!!!”

Illogicità delle soluzioni

Quante volte ci siamo detti: cavolo, ma lavorano poco e male questi parlamentari! Si riuniscono dal martedì al giovedì perché il lunedì e il venerdì devono andare a coltivarsi i rapporti con il territorio. Passiamo oltre su scuse del cavolo di questo tipo, dato che in realtà spesso hanno un secondo lavoro, essendo avvocati, commercialisti ecc e che i rapporti possono essere tenuti anche una volta al mese, dato che il tuo mandato è quello di legiferare, ç¥77@! Aggiungo che ci siamo trovati senza parlamento per circa due mesi (ç¥77@ due mesi!!!) questa estate, perché bisognava ben fare un pò di vacanze!!! E poi dicono che è il bicameralismo perfetto a far tardare le decisioni! Lavorano meno di qualsiasi altro lavoratore in Italia e fanno più vacanze di “Enjoy” Vacchi!
In questa allegra situazione, dove c’è un problema di qualità delle leggi, quindi di qualità del lavoro che è anche quantità – più studi, più sai -, chi ha promosso la riforma ha deciso di modificare struttura e senso del Senato, affidandolo a gente che già fa un altro lavoro istituzionalmente gravosissimo (sindaco o consigliere regionale). Ohibò. Non vedo senso logico! Ma ancora, per tranquillizzarci, i promotori del SI affermano che comunque i nuovi senatori si riuniranno una o due volte al mese.
E’ un dopolavoro, allora? Ma che logica è questa? Dato che i parlamentari lavorano poco, allora una delle due camere la facciamo lavorare meno, persino meno di quanto vostra zia si incontra con le amiche a giocare a burraco?
Solo che vostra zia non decide a livello paritario con la Camera (come è ora e come sarà anche post-riforma) 16 tipi di legge diversi, dalle leggi di revisione costituzionale, alle ratifiche dei trattati dell’UE, dalle leggi elettorali ai casi di ineleggibilità e incompatibilità con l’ufficio del senatore, e così legiferando su questioni comunque importanti. Nè a vostra zia viene data la possibilità di legiferare su molte altre materie se fa in tempo a mettersi d’accordo con le altre 3 del burraco.
Qual è la logica perversa per la quale nella ricerca di qualcuno che legiferi su materie importanti, andiamo a scovare proprio quelli che non hanno tempo di farlo (né motivazioni, dato che non sono pagati!)?

Immaginazione al potere: le conseguenze del NO

Non diciamo ç¥77@te in merito al fatto che se passa il NO, falliamo. Se falliamo è perché da almeno 30 anni facciamo leggi che vanno contro l’interesse dello Stato (aumento del debito pubblico, aumento del grado di complessità della burocrazia, ecc).
Non addossiamo ad un referendum costituzionale nel quale prevalessero i NO le colpe che devono essere attribuite ad una classe dirigente (politici + burocrati) tra le più corrotte al mondo e tra le più incapaci nell’universo, inclusi gli infiniti universi paralleli.
Ora: io non sono esterofilo, ma devo dire che a leggere certe analisi che trovo quasi solo all’estero mi chiedo “ma come cavolo siamo fatti?”. Perché sui nostri giornali non è possibile trovare analisi così lineari come quella comparsa su Financial Times a firma di Tony Barber (qui)?
Cosa abbiamo fatto di male?
Riassumendo.
Non trovo ragioni per votare SI, in quanto
a. una costituzione scritta male, produce “a catena” leggi pessime e dà un esempio pessimo (dall’alto della costituzione) di scrittura delle leggi. Ci meritiamo molto, ma non questo.
b. come al solito non siamo lineari tra diagnosi e cura. Se il parlamento lavora male, ne rendiamo una metà un dopolavoro e non diamo maggiori obblighi o costrizioni a lavorare all’unico ramo che deve legiferare.
c. cosa succede se vince il NO: qualsiasi cosa succeda, non date la colpa ad un NO, ma a troppi SI dati a chi non li meritava.
ç¥77@!
Carlo Mazzini
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