Ecco il decreto sul servizio civile universale: le balene ci mettono di meno

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Oggi – 3 aprile – finalmente è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo sul servizio civile universale – D Lgs 40/17 (qui).
“Sed fugit interea, fugit inreparabile tempus” scriveva Virgilio (Georgiche III, 284).
Ma fugge intanto, fugge irreparabilmente il tempo.
Ripercorriamo i tempi.
Il 9 novembre ‘16 viene licenziato dal Consiglio dei Ministri lo schema del decreto. Ricordate? Era quello che, a detta di chi coordina la scrittura dei decreti e ne ha la responsabilità politica (Sotto Segretario on. Bobba), era lì lì pronto. Arriva arriva, dicevano. Ormai è fatto, cantavano.
Il 24 novembre passa al vaglio della Conferenza unificata (Stato – Regioni). Tempo: 15 giorni
Il 21 dicembre passa con osservazioni al vaglio delle commissioni di Camera e Senato. Tempo: 27 giorni.
Bene: è chiaro che non si riesce a licenziarlo entro la fine dell’anno, ma siamo lì, nei tempi.
Il Consiglio dei Ministri si prende il suo tempo e licenzia il testo definitivo solo il 10 febbraio ’17. Tempo: 51 giorni.
E’ un pò tanto per un testo che doveva essere già consolidato e tranquillo. Poi la nebbia: si vocifera di problemi di soldi, sempre quelli!
Ancora 52 giorni, consumati inutilmente febbraio e marzo, e il 3 di aprile, nel giorno in cui si venera San Riccardo di Chichester, viene finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo.
Totale: 145 giorni dal primo schema licenziato dal Consiglio dei Ministri. Giusto il tempo di gestazione della pecora.
Ma se si prende come riferimento il 25 maggio del 2016 – data della votazione finale della Camera del testo della legge delega – arriviamo a 313 giorni, a metà strada tra la gestazione della balena e quella del cavallo.
Domani tutti diranno “ecco il nuovo servizio civile!” e così in effetti è, e gioiamo noi con loro, perché è un traguardo importante. Ma, mi chiedo, non sarebbe onesto far notare che metterci così tanto tempo non rappresenta una vittoria ma quanto meno un campanello d’allarme?
Se questo decreto era facile da scriversi e trovava per grossa parte il plauso degli enti coinvolti – coinvolti anche nella scrittura, peraltro – vi immaginate gli altri?
Il codice unico del terzo settore, che conterrà un insieme di norme che ridisegneranno la geografia del terzo settore, dai rapporti interni con i soci alla definizione delle attività di interesse generale; dai rapporti con la pubblica amministrazione, al procedimento per il riconoscimento giuridico; dal registro unico alla definizione della fiscalità di vantaggio (sempre che sia previsto all’interno del codice e che invece non sia scorporato).
Aggiungete gli altri decreti legislativi: 5 per mille, reti associative (che contiene anche il consiglio nazionale del III settore e le nuove norme sui Centri di Servizio per il Volontariato, e quest’ultime vengono contestate da molti CSV), per passare all’impresa sociale e all’impatto sociale.
Ad oggi mancano solo 35 giorni all’ultima possibilità per il Consiglio dei Ministri di licenziare tutti questi testi.
Sarebbe opportuno cogliere l’occasione per proporre per via legislativa una proroga di 9 mesi.
Evitiamo le gattine frettolose con i mici ipovedenti e cerchiamo di essere realisti. Per scrivere bene i testi ci vuole tempo; per produrre qualcosa di rivoluzionario ci vuole tempo. Mettiamo da parte i toni trionfalistici che i politici non ci fanno mai mancare in questi casi.
E’ un traguardo importante il decreto sul servizio civile universale, ma non dimentichiamoci che la lunghezza della sua gestazione è frutto di una politica e di una burocrazia palesemente disinteressate dell’argomento e spesso inadeguate al compito; e questo non è un buon viatico per il resto della riforma.

Carlo Mazzini

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