La Rai e l’affaire canone speciale non dovuto

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Tra i soggetti che fino a ieri pomeriggio – a leggere le comunicazioni della RAI – sembravano obbligate a dover pagare il canone speciale, c’erano gli enti non profit.

Molte organizzazioni hanno ricevuto infatti una lettera che diceva “La informiamo che le vigenti disposizioni normative (art. 2 7 del R.D.L. 2 1 / 2 / 1 9 3 8 n. 2 4 6 e art. 16 della L. 2 3 / 1 2 / 1 9 99 n. 488) impongono l ‘ o b b l i go del pagamento di un abbonamento speciale a chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili a l la ricezione di trasmissioni radiotelevisive al di fuori dell’ambito familiare, compresi computer collegati in rete (digitai signage e similari), indipendentemente dall’ u so al quale gli stessi vengono adibiti come a d esempio la visione di filmati, dvd, televideo, filmati di aggiornamento ecc …”

Ieri (21.2) la RAI chiariva in un comunicato stampa che in realtà non è dovuto il canone  in quanto “La lettera inviata dalla Direzione Abbonamenti Rai si riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese, società ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage)”. Il comunicato inizia affermando che “La Rai, a seguito di un confronto avvenuto questa mattina con il Ministero dello Sviluppo Economico, precisa che non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone.”

Ma il giorno precedente diceva l’esatto contrario (comunicato del 20.2): “Con riferimento alla questione relativa al pagamento del canone di abbonamento alla tv, si precisa che le lettere inviate da Rai … si riferiscono specificamente al cosiddetto canone speciale cioe’ quello relativo a chiunque detenga – fuori dall’ambito familiare (es. Imprese, societa’, uffici) – uno o più’ apparecchi atti o adattabili alla ricezioni di trasmissioni radiotelevisive”.

Ciò che fa specie è che la maggiore azienda di comunicazione italiana non sappia in definitiva comunicare, né agli utenti in forma epistolare, né con i comunicati stampa. Le contraddizioni in cui incorre la Rai nelle dichiarazioni e controdichiarazioni a me sembrano palesi, e a voi?

L’altro ieri mi ero scritto un draft di articolo da pubblicare a breve, nel quale riprendevo alcune delle questioni in sospeso andando a ripercorrere riferimenti di prassi e interrogazioni parlamentari.

Leggete, ma solo per farvi “una cultura” o quattro risate.

***

Suona strano all’uomo della strada che la RAI chieda ad associazioni non profit (così come per aziende ecc) di pagare un canone per il solo fatto di possedere un computer ed un collegamento alla rete internet. Per inciso, gli enti che posseggono televisori (ad esempio i circoli per anziani, le residenze sanitarie, le case famiglia ecc) già pagano il canone TV.
Dato che quando si parla di imposte, la nostra attenzione si indirizza a quanto dice l’Agenzia delle Entrate, troviamo nella banca dati dell’Agenzia una Risoluzione (102/08) nella quale, ad una richiesta dell’ADUC – storica associazione dei consumatori – in merito all’applicabilità del canone TV al mero possesso di apparecchi diversi da televisori, rispondeva come non fosse di competenza istituzionale dell’Agenzia medesima procedere all’individuazione degli apparecchi che fanno scattare l’obbligo di pagamento del suddetto canone. La competenza, a detta dell’amministrazione finanziaria, è del Ministero delle Comunicazioni (ora Sviluppo Economico), sollecitato a ciò dal 2007.
All’inizio del 2009, l’allora Sottosegretario Romani ammise che “la questione presenta alcuni profili di incertezza, considerato che si tratta di disposizioni normative non adeguate alla evoluzione tecnologica, e concrete difficoltà applicative (si pensi, tra l’altro, al parco computer delle Pubbliche Amministrazioni e degli uffici di società private)”. Aggiunse inoltre che se ne sarebbero interessati il ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell’Economia, l’Agenzia delle Entrate e la RAI.
Non possiamo non notare il fatto che deve essere davvero complessa se tanti esperti a distanza di tre anni non sono ancora riusciti a dipanare la matassa interpretativa.
Inoltre, sembra ulteriormente particolare che in un contesto per nulla certo, la Rai invii lettere con asserzioni tanto definitive.
Infine – sempre all’uomo della strada, si intende – appare particolarissimo che l’Agenzia regali computer ad enti senza scopo di lucro senza avvertire i beneficiari che a seguito del possesso di dette apparecchiature sono obbligati a pagare il canone Rai.
Ricapitolando: l’interprete delle leggi fiscali si chiama fuori e tace della questione con chi riceve i suoi apparecchi atti a ricevere segnali audiovisivi.
Il Ministero dello Sviluppo Economico non dice nulla
La Rai, nel dubbio, passa all’incasso.
Quando si dice la certezza della legge!
Carlo Mazzini

 

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4 commenti

  1. A.N.M.I. Scalea on

    L Ass. Naz. Marinai d’Italia Siamo un associazione non profit chiediamo se anche noi dobbiamo pagare il canone rai, avendo una sola televisione: Grazie. Appena possibile fateci sapere qualcoxa

  2. E’ cambiato qualcosa per il canone rai? Una casa d’accoglienza per persone svantaggiate che è di proprietà di una associazione di promozione sociale e onlus deve pagarlo in bolletta? E rispetto all’elenco citato in quale categoria si troverebbe?

    • La legge non è cambiata e l’esenzione vale solo per centri anziani (L 289/02, art 92). In merito a come si paga – e al quantum – ammetto la mia ignoranza.
      cm

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