Arriva la Campagna di Natale: panico tra i fundraiser!

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E’ settembre e si avvicina pericolosamente il Natale con il suo carico di felicità per i bambini, depressione per i depressi, panico per i fundraiser i quali sono una riuscita sintesi tra i primi e i secondi.

Da sempre invito le organizzazioni non profit a riflettere con attenzione sull’offerta natalizia rivolta a persone fisiche e aziende.
Parliamo delle classiche “vendite di Natale”, soprattutto quelle online, che troppo spesso vengono affrontate con leggerezza.

🔍 La domanda chiave è:
conviene inquadrare queste operazioni come raccolta fondi occasionale o come vera e propria vendita?

Le risposte – che ovviamente vanno adattate ai singoli contesti – sono a mio avviso le seguenti:

Per le persone fisiche, in presenza di beni di modico valore, è spesso preferibile trattare l’operazione come una raccolta pubblica occasionale di fondi, ai sensi dell’art. 79, comma 4, lett. a) del Codice del Terzo Settore.

🏢 Per le aziende, invece, può essere più opportuno configurare una vera e propria vendita commerciale, con tutte le conseguenze fiscali e contabili del caso.

💬 Queste valutazioni non nascono solo da analisi normative, ma da un confronto costante tra aspetti fiscali, comunicativi e di marketing.
Per questo non basta “cambiare etichetta” o “applicare/non applicare l’IVA” per spostarsi magicamente da una fattispecie all’altra.

📌 Se parliamo di donazione, allora dobbiamo essere coerenti:
nelle comunicazioni, nelle e-mail, nei materiali, nella relazione con il donatore.
Se invece mettiamo a disposizione un listino prezzi e un modulo d’ordine, è verosimile che siamo nel campo delle cessioni di beni a titolo oneroso.

⚠️ Quello che sorprende, ancora oggi, è la leggerezza con cui viene affrontata questa scelta.
Molti pensano sia solo una questione fiscale o di convenienza economica.

👉 Ad esempio, le organizzazioni e le aziende sembrano ignorare che le conseguenze di una scelta rispetto all’altra investono:

  • il trattamento fiscale dell’operazione,
  • la contabilità e il bilancio dell’ente,
  • l’applicabilità o meno del Codice del Consumo,
  • le privacy policy e le condizioni generali dei siti web,
  • le policy di vendita e donazione online.

📣 Insomma: non è solo una questione di IVA. È una questione di coerenza, responsabilità e trasparenza.

🧾 E, per inciso, alle aziende interessa poco se un ente non profit inquadra male un’operazione e facendo ciò sbagliano ma, detto in tedesco, se ne fregano alla grande, vuoi per insipienza, per dabbenaggine, per ignoranza. Ma le conseguenze possono essere molto concrete soprattutto per gli enti non profit.

CARLO MAZZINI

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