Art. 30. E’ arrivata un’altra circolare per pochi

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Nodo
Ieri sera è stata pubblicata una nuova circolare relativa agli enti associativi tenuti ai sensi dell’art. 30 del DL 185/08 alla comunicazione entro il 15 dicembre 2009, pena la perdita della qualifica di ente non commerciale.
In allegato trovate le ulteriori risposte del Ministero a quesiti specifici.
Per la verità non si sentiva tanto la necessità di questa circolare 51, in quanto le domande poste erano abbastanza scontate e riguardanti pochi enti, ma almeno questi hanno avuto ora dei chiarimenti.
Le zone d’ombra più volte segnalate da Carlo e altri commentatori rimangono tali… ma speriamo che non vengano chiarite sul fil di lana, dopo che molti enti avranno ottemperato all’obbligo di comunicazione. Gli intermediari stanno facendo giusta pressione per evitare ingorghi dell’ultimo momento e credo che prima di Natale vorrebbero proprio evitare di dover ritrasmettere parte dei modelli.
Sandro Massi

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15 commenti

  1. Cosa volete che sia!

    Mancano ben due settimane, quindi c’è tutto il tempo per capire la norma, andare a leggersi i documenti di prassi, calare il proprio caso nell’applicazione del Modello EAS e via, andare allegramente a dichiarare il dichiarabile.

    E l’Agenzia cosa fa? Se ne esce con un’altra Circolare! (Grazie a Claudio per averla segnalata in altro post).

    Fanno bene; in fondo ci mancava proprio.

    Ora sappiamo che le associazioni combattentistiche e d’arma devono compilare il modello ridotto perché sono vigilate dal Ministero dell’Interno. Ora è tutta un’altra storia!

    Adesso siamo consapevoli che gli istituti di patronato quando non svolgono i compiti istituzionali delle associazioni da cui derivano non devono assolvere l’obbligo. Meno male!

    O ancora, c’era qualche fazioso che credeva che bastava aver optato per la 398/91 per essere esclusi. No, dice l’Agenzia; solo le pro-loco sono in questa condizione. Giusto, bravi, bis!

    Questi erano i dubbi che non ci facevano dormire la notte!

    Ah, una cosa, Agenzia. Se riusciste ad inviare questi vostri fondamentali documenti di prassi anche alle vostre sedi (noi li conosciamo a memoria), fareste loro evitare figure barbine, come raccontato da un nostro lettore qui.
    http://www.quinonprofit.it/?p=871&cpage=1#comment-1630

    Carlo Mazzini

  2. carlo avrei da chiederti dei chiarimenti.
    io ho un’a.s.d. polisportiva. abbiamo chiuso 1 anno di sola attività istituzionale il 31 agosto (il nostro esercizio è 1 settembre, 31 agosto). dal il 7 ottobre abbiamo richiesto la partita iva in quanto abbiamo delle entrate commerciali (sponsorizzazioni e pubblicità). per ciò che concerne il modello eas ho dei dubbi su alcun richieste.
    domanda n° 10: per l’anno istituzionale chiuso non abbiamo percepito nessun compenso, per quest’anno vorremmo farlo…come rispondo?
    domanda 16:analogo problema, l’anno passato no, quest’anno lavoro assimilato a quello dipendente.. come rispondo?
    domanda 20: per l’anno passato nessun provento di tal genere, per quest’anno si..stessa domanda, come rispondo?
    domanda 21: ma anche magliette con scritto il nome della polisportiva oppure dei manifestini sono messaggio pubblicitario? e poi la domanda si riferisce anche all’esercizio in corso?
    domanda 27 tra gli amministratori si inserisce anche il presidente?
    domanda 37: abbiamo optato una 15ina di giorni fà cosa rispondo? cioè a quando si riferisce in termini di data?

    sei davvero grande, complimenti

    • Se è una sportiva dilettantistica, e se è iscritta al regitro Coni, non capisco perché la tua associazione non utilizzi il regime semplificato:
      5 sole domande (anzi 6): 3, 4, 5, 20, 25, 26
      Sulla 20 si risponde sull’ultimo esercizio chiuso

      Carlo Mazzini

  3. Grazie per le preziosissime indicazioni che mette a disposizione ma avrei due domande:
    1) una associazione che ha nel proprio statuto ( registrato) come scopo istituzionale la formazione e che per tale attività svolge corsi di formazione nei confronti di fruitori non soci finanziati dalla Regione o da altri enti, come deve comportarsi riguardo ai dati da inserire del modello eas? Quali campi dovrà compilare? Le somme che percepisce a copertura delle spese rendicontate vanno indicate nei campi 30 o 31?
    2) una associazione sportiva iscritta nei registri CONI e con statuto adeguato e registrato che svolge attività istituzionali nei confronti di soci da cui percepisce ulteriori somme oltre a quelle a titolo di quote associative quali campi deve compilare ? vanno compilati pure i campi 30 e 31?

    • 1) è troppo il non detto. Da ciò che capisco, nel caso non sia iscritta a registri (APS, ODV ecc) e riceva quote sociali e/o corrispettivi da soci, deve compilare tutti i punti; in relazione alla questione dei contributi dalla Regione, è chiaro che dette somme sono contributi pubblici (quindi 31), non rilevando la natura del contributo (copertura delle spese o “retribuzione” dell’operato), ma rilevando la natura dell’erogatore.
      2) Associazione sportiva dilettantistica (riconosciuta dal CONI) che oltre alle quote sociali percepisce ulteriori somme a titolo di corrispettivi può compilare solo i punti 4, 5, 6, 20, 25, 26.
      Carlo Mazzini

  4. Una Associazione Sportiva Dilettantistica costituita il giorno 28 agosto 2009 (esercizio sociale 01.09-31.08)
    Abitualmente questa associazione avrà proventi pubblicitari e/o sponsorizzazioni.
    Io mi comporterei così:
    nel modello EAS da presentare entro il 15 dicembre rispondo “NO” al punto 20
    successivamente, entro il 31 marzo 2011, ripresento il modello EAS rispondendo “SI” e indicando i proventi dell’esercizio 01.09.2009-31.08.2010.
    E’ d’accordo?
    La ringrazio per la risposta e Le faccio i miei complimenti per il contenuto del sito.

    • Sono d’accordo. Le suggerisco anche un’alternativa. La dichiarazione 20 può anche non essere compilata in quanto non è “tecnicamente” obbligatoria; con “tecnicamente” mi riferisco al programma dell’Agenzia delle Entrate per il quale il Provvedimento del Direttore (l’ultimo) ha ridotto a pochissime le dichiarazioni che devono contenere un dato (un SI o un NO). Tra queste non c’è la 20 (cfr. pag 17 del provvedimento linkato, codice DR020).
      Lei dirà … ma le ASD sono obbligate. L’obbligo di comunicare i dati fiscali c’è se i dati fiscali esistono. Se non esistono io non dovrei rispondere né SI né NO ad una domanda. Comunque, per essere sicuro, conoscendo la flessibilità dei nostri burocrati, faccia giustamente come ha detto lei; dichiari NO e poi dichiari SI entro il 31 marzo dell’anno successivo alla variazione.
      Le faccio notare come non sia stato previsto un termine diverso di presentazione di modifica della dichiarazione per gli enti come il suo che non hanno l’anno finanziario coincidente con l’anno solare. Logica avrebbe consigliato di dare un termine di tre mesi successivi alla chiusura dell’anno finanziario (nel suo caso avrebbe dovuto comunicarlo entro il 30.11.2010). Appunto, logica; ma qui si parla di fisco italiano.
      Grazie per i complimenti
      Carlo Mazzini

  5. Caro Sig. Mazzini, con tutte queste domande e circolari si perde la testa, anche se credo di essere una persona piuttosto attenta alla normativa. Mi e’ venuto un dubbio anche a me: la mia associazione e’ una APS e ONLUS parziale, iscritta regolarmente ai due albi. E’ sufficiente percio’ il regime semplificato (4,5,6 e 25,26) se non sbaglio. La nostra attivita’ istituzionale comporta anche convenzioni con Provincia e Regione che ci rimborsano le spese sostenute: dobbiamo compilare anche noi i punti 30, 31 ed eventualmente 32? Grazie per l’attenzione e la rsiposta.
    Claudio Danza

    • Onlus parziale AAARGH!
      Un freak legislativo che speravo di non incontrare!
      Ovviamente non ce l’ho con voi, che perseguite un altissimo fine, ce l’ho con il legislatore che ha dato questo contentino alle macro associazioni di promozione sociale e alla Chiesa Italiana, pur di far rientrare alcuni loro enti nel regime Onlus.
      Veniamo alla sua domanda, anzi alla mia risposta.
      Faccia attenzione: lei dovrà redigere il Modello EAS solo se nella parte APS (che dovrebbe essere ben distinta da quella Onlus – mi vien da piangere) riceve quote sociali o corrispettivi da soci. Nel caso in cui dette entrate non figurino nella parte APS (non rilevando il fatto che figurino invece nella parte Onlus), la sua associazione non dovrà presentare il Modello EAS (cfr Circ 45/09, pag 11).
      Nel caso contrario, bastano i num 4, 5, 6, 25, 26.

      Cordiali saluti
      Carlo Mazzini

  6. Gentile Sig. Mazzini,
    vorrei sottoporle il caso di un’associazione che nel 2008 è stata in prevalenza di attività commerciale, ha valutato che lo stesso avverrà nel 2009, ma ritiene che nel 2010 potrebbe ritornare in prevalenza di attività istituzionale.
    Il comportamento che ci sembra coerente con questa situazione è
    – non inoltrare la comunicazione e continuare a non applicare agevolazioni anche per il 2009
    – se si concretizza una situazione diversa, inoltrare la comunicazione entro il 31 marzo 2010 con la procedura delle variazioni.

    Le pongo questa domanda perchè trovo indicazioni solo su cosa fare per il caso di perdita dei requisiti, e la circolare dell’Agenzia dice “Resta inteso che gli enti associativi interessati alle disposizioni fiscali di favore… non potranno più farne applicazione qualora non assolvano all’onere della comunicazione….”, ma l’ipotesi della perdita definitiva dei requisiti in caso di ‘impossibilità’ a mandare la comunicazione mi sembra troppo anche per questa vicenda.
    La ringrazio per il lavoro che sta svolgendo.
    Cordiali saluti.

    • > Sig.ra Eugenia
      Riepilogando, siete un ente commerciale almeno dal 2008. Ora non mandate nulla, altrimenti dichiarereste il falso.
      Nel momento in cui rientrerete nell’ambito della non commercialità (leggere “al contrario” l’art 149), potrete riutilizzare i benefici di legge di cui al 148 ecc.
      In questo caso, invece di applicare il termine delle modifiche fissato il 31 marzo dell’anno successivo, applicate quello delle nuove associazioni, i 60 gg dalla costituzione; mi appare più corretto.
      cm

  7. Per me e’ un po’ difficile fare la distinzione fra la parte APS ed ONLUS, glielo confesso….Comunque, per chiarezza, approfitto ancora un po’ della sua competenza e specifichero’ qualche dato. Noi non abbiamo nessuna quota associativa, in nessun caso. La nostra attivita’ istituzionale e’ rivolta a terzi svantaggiati, per cui stipuliamo convenzioni con enti come provincia e regione che ci rimborsano le spese sostenute. Come attivita’complementare/marginale alla precedente, che e’ la principale da tutti i punti di vista, facciamo ogni tanto degli incontri educativi nelle scuole per cui rilasciamo regolare fattura esente iva secondo il DPR 633 del ’72.
    Quindi usufruiamo del regime di iva agevolato (iva a tasso zero e per poche fatture teniamo una rendicontazione separata)….Secondo l’ultimo capoverso, pag. 11 della circolare 45, se ho ben capito, dovremmo assolvere l’obbligo con il regime agevolato in quanto usufruiamo del DPR 633….o no?
    Grazie di nuovo Claudio Danza

    • Signor Claudio Danza > Per quanto racconta, lei non deve inviare alcuna comunicazione in quanto la parte residua che lei ritiene non da onlus è comunque fuori dal contesto del 148, non lo decommercializza, tanto è vero che ci paga le imposte sopra.
      Carlo Mazzini

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