Calcola il tuo 5 per mille, ovvero torniamo sui banchi di scuola

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Ammettiamolo, siamo stati colti impreparati.
Ci aspettavamo che arrivassero i soldi, e invece l’AdE /Agenzia delle Entrate) ha tirato fuori dal cilindro il suo foglione Access © con la classifica delle preferenze per ente.
Panico nella penisola! Per calcolare l’importo medio abbiamo dovuto moltiplicare, dividere, applicare percentuali e tirare le somme.
Un lavoro enorme per degli analfabeti di ritorno della matematica come siamo tutti noi.
Cosa farne di un numero di preferenze se non sappiamo il valore delle stesse?

Nell’articolo di pochi giorni fa (qui) abbiamo azzardato un primo calcolo (spiegandone il “raffinato” processo) che portava come valore medio per ogni sottoscrizione € 25.
Trilussa la sapeva lunga, e la storia dei polli è vera anche se uno statistico potrebbe argomentare che la “media” è solo una prima operazione molto grezza, che potremmo sapere di più con la “varianza”, che mi appare – a così tanti anni dall’esame di statistica – un concetto ormai nascosto nel cassetto dei ricordi introvabili.
Grezza o non grezza, per ora non abbiamo altro che la media, e pertanto non pensiamo ai polli.
Penso invece a chi voleva calcolare il 5 per mille a partire dal reddito medio; buona fortuna, perchè tra no tax area e scaglioni ballerini il procedimento mi appare veramente complesso.

Il secondo calcolo che mi sono arrischiato a fare (nell’articolo citato) avrebbe dovuto chiarire quante preferenze dovremmo aggiungere a quelle conquistate in maniera esplicita, per la nota questione dei resti, o delle preferenze inespresse.
E’ risaputo: il contribuente poteva non interessarsi del 5 per mille (lo hanno fatto 4 su 10), oppure esprimere una preferenza di settore (onlus, ricerca scientifica, ecc.), o ancora esprimere persino una preferenza di ente, riportando il CF del prescelto.
Sono arrivato ai seguenti risultati
ONLUS: aggiungere 9,4 preferenze ogni 100 espresse a nostro favore
RIC SCIENTIFICA: 76 ogni 100
RIC SANITARIA: 233 ogni 100
con un ragionamento che sottopongo al vostro giudizio.
Voglio sapere quante preferenze inespresse mi arrivano ogni 100 espresse.
Quindi:
X = numero di inespresse
X : 100 = Pref Inespresse totali (per settore) : Pref Espresse totali (per settore)

I valori li ho scritti e non dovrebbero sorprendere più di tanto.
La ricerca scientifica e quella sanitaria hanno “vinto” perchè tutti noi siamo portati a credere ciecamente nei “sistemi esperti” (dall’idraulico al biologo molecolare), senza permetterci di entrare più di tanto nel valutare un ente migliore di un altro, o una malattia più meritevole di aiuto di un’altra (per non parlare della perizia di un idraulico).
Le Onlus (e le APS ecc), invece, ci sono più vicine e tutti noi conosciamo o quelle famose oppure quelle suggeriteci da parenti o amici fraterni. Per questo siamo stati più portati a indicare qualcuno di specifico, qualcuno che sapevamo che non avrebbe tradito le nostre attese.

Vi è una morale in questa storia dei resti? Ognuno può fare la sua di morale; certo è che i tre settori sono stati pensati con due pesi e due misure, e si vede.
A fronte di una omogeneità di mission degli enti iscritti nei due settori di ricerca, si è creato quello delle Onlus e del non profit in generale mettendo insieme organizzazioni notevolmente differenti per tipologia e finalità.

Questo 5 per mille è stato un affare soprattutto per la Ricerca; bisognerebbe tenerne conto in sede di riscrittura della norma.

Carlo Mazzini

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