Tariffe: mentre il Governo studia, il non profit perde soldi

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Nomen omen, dicevano i nostri antenati.

Il presagio nel nome si concretizza quando è un onorevole della Camera ad impegnare – sul tema delle tariffe postali – il Governo a “proseguire proseguire nella strada già intrapresa, studiando forme per agevolare l’editoria no profit“. Caro onorevole Toccafondi – appunto, la saggezza dei latini – ma di cosa sta parlando?

Il 30 settembre il Governo ha accolto il seguente ordine del giorno da lei presentato:

“La Camera, premesso che:
il dipartimento per l’informazione e l’editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri gestisce il settore editoriale compresi i rapporti con le Onlus e i relativi fondi corrispondendo alla società Poste italiane il rimborso delle tariffe agevolate;
le tariffe agevolate sono previste a favore di imprese editrici di quotidiani e periodici – 5.100 aziende editrici, 2.900 editori
profit e no profit;
ad ora hanno fatto ricorso alla tariffa agevolata: quotidiani, espressi in milioni di pezzi, 219 milioni e l’integrazione a carico dello Stato richiesta dalle Poste per l’anno 2008 è di circa 40 milioni; i settimanali sono circa 173 milioni, la richiesta di integrazione delle Poste è di 43,5 milioni; i mensili sono circa 260 milioni, la richiesta di integrazione a carico dello Stato per le Poste è di circa 65 milioni; le pubblicazioni
no profit sono in tutto circa 241 milioni di pezzi, con un’integrazione richiesta dalle Poste a carico dello Stato di 49,6 milioni di euro; le promozioni no profit sono circa 214 milioni di pezzi, a fronte di 45,3 milioni di euro di integrazione; i pacchi editoriali sono 4,2 milioni e circa 25 di milioni di euro le richieste di integrazioni dello Stato. Su un totale di 1.120 milioni di pezzi consegnati vi è una richiesta di integrazione solo per tariffe postali agevolate di circa 273 milioni di euro complessivi;
nel 2005 sono stati stanziati sul Fondo 230 milioni di euro e le compensazioni dovute a Poste sono state di 300 milioni di euro. Dal 2005 al 2009 la differenza richiesta da parte di Poste ad integrazione di queste tariffe è passata dai 73 milioni di euro del 2005 ai 241 milioni di euro del 2009, in un percorso di crescita costante che ha addirittura visto un salto in crescita tra il 2008 e il 2009, con un passaggio che va dai 168 milioni di euro di integrazione richiesta ai 241 in un solo anno;
risulta evidente che, quindi, il tema deve essere affrontato con grande responsabilità da parte del Governo tanto che il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’economia e delle finanze sono stati costretti ad emanare in data 30 marzo 2010 un decreto interministeriale per bloccare tali agevolazioni a causa della ingente spesa;
dato il forte impatto economico sul sistema editoriale italiano derivante dalla sospensione di tali agevolazioni, al fine di scongiurare eventuali effetti negativi in termini occupazionali ed aziendali e tutelare il pluralismo dell’informazione, il Ministero dello sviluppo economico ha comunicato di avere manifestato la propria disponibilità ad individuare una soluzione al problema delle tariffe postali agevolate ed in questo senso sta operando con tutte le associazioni degli editori di quotidiani, periodici e libri, la concessionaria del servizio postale universale, nonché la Federazione nazionale della stampa italiana;
le maggiori conseguenze saranno subite in particolare dal
no profit, il Governo sta operando per trovare una soluzione immediata per questi editori,

impegna il Governo

a proseguire nella strada già intrapresa, studiando forme per agevolare l’editoria no profit;
a promuovere un accordo quadro fra editori e Poste Italiane, al fine di raggiungere tariffe convenienti, in linea con la normativa europea e la compatibilità di equilibrio economico finanziario.
9/3725/
11. Toccafondi.”

Ci dica il Governo e l’on Toccafondi: qual è la strada già intrapresa per agevolare l’editoria no profit? Sappiamo che a giugno una delegazione di enti non profit (si scrive così, onorevole) ha incontrato alcuni funzionari della Presidenza del Consiglio dei Ministri e che in quella occasione i funzionari hanno

– ritirato ciò che al telefono avevano affermato (la retroattività del decreto)

– promesso ciò che poi non si è verificato (l’uscita del decreto medesimo).

E’ questa la strada?

Va bene far parte di una maggioranza, capisco la fedeltà alla causa, comprendo tante cose, ma a volte è meglio il silenzio, piuttosto che gongolare il 30 settembre davanti ai microfoni dell’Adnkronos:

“Un impegno importante – conclude il parlamentare del Pdl – che il Governo ha preso verso tutto il mondo del non profit e un reale segno di riconoscimento dell’attivita’ che quotidianamente tante associazioni svolgono per il bene di tutti”.

Carlo Mazzini

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4 commenti

  1. caro Mazzini,

    le sue sante parole si commentano da sole …

    noi abbiamo il torto di non aver voluto scendere in campo con una protesta ‘rumorosa’, di aver pensato che gli impegni presi da questo governo potessero tradursi in concretezza. E ora ci lecchiamo le ferite (leggi portafoglio svuotato!!!)

    magari si impara in vista del 2011…..

    • Sul profilo dei politici, penso parlino da soli i fatti in generale e nel particolare della vicenda. Sul “che cosa sarebbe stato meglio fare (o cosa sarà meglio fare)” non ho ricette, né soluzioni.
      Mettiamola in questi termini: bisognerebbe essere capaci di rappresentare (immaginare) diversi scenari a breve termine di ciò che politicamente succederà, delle reali disponibilità finanziarie (ma i 30 milioni ci sono veramente? sono disponibili?), della disponibilità dei nostri governanti, delle capacità dei funzionari pubblici ecc.
      E’ un’equazione con tante e forse troppe incognite, e ciò complica il calcolo strategico delle organizzazioni come la vostra che si stanno chiedendo cosa fare di concreto per non continuare a svenarsi.
      Quando si dice “l’impegno di tutti”, credo ci si debba riferire alla reale capacità di tutti – o di molti – di mettere materia grigia e non solo buona volontà per risolvere i problemi. Qui ci vogliono cervelli fini.
      cm

  2. Salve, forse sarebbe ora di incominciare a pensare a soluzioni alternative alla poste nazionali. Per esmpio, io ho sentito parlare di una certa IMX.

    Saluti a tutti.

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