E’ stata pubblicata in questa (vittoriosa) sera la Risoluzione 249/08, relativa un caso particolare di erogazioni in campo culturale.
Il caso particolare – in parte anticipato da precedente risoluzione 299/07 – risiede nella commercialità dell’ente non profit. Per sua stessa ammissione, la Fondazione oggetto di interpello è dichiarata possedere natura commerciale, ma, a detta dell’Agenzia delle Entrate, questa caratteristica non influenza il carattere soggettivo necessario per far usufruire all’azienda interpellante le due (alternative tra loro) previsioni agevolative recate nel TUIR e nel DL 35/05 (+ dai, – versi).
La risoluzione reca una lunga disamina della normativa D Lgs 42/04 (detta Codice Urbani) e vi si ripercorrono i dati essenziali che permettono di circoscrivere il dato oggettivo della donazione.
Viene peraltro evidenziata dall’Agenzia l’assenza di fine di lucro – che non confligge, lo ricordiamo, con il carattere commerciale dell’ente (onlus permettendo, ovviamente) – quando testualmente, nello statuto, e concretamente sia previsto:
– l’obbligo di destinare gli utili e gli avanzi di gestione alle finalità sociali perseguite dall’ente;
– il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita della fondazione;
– l’obbligo di devolvere il patrimonio dell’ente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altro ente con finalità
analoghe o a fini di pubblica utilità.
Rammento che dette clausole erano previste per legge sia per le Onlus che per gli enti di tipo associativo (artt 5 e 10 D Lgs 460/97). Correttamente, l’interprete va ad allargare anche agli altri enti non profit (fondazioni, comitati ecc) queste caratteristiche.
Carlo Mazzini
PS: che soddisfazione, per una volta, non parlare di 5 per mille!
