Concerti vocali e strumentali: quale IVA?

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Altra risoluzione, la 257/08 – anch’essa uscita stasera – tratta di un tema caro non solo alle Onlus, ma agli enti non commerciali (e altri) che organizzano concerti vocali e manifestazioni simili.
La Risoluzione non inizia bene, nella parte di risposta dell’Agenzia alla contribuente. Dice alla presidentessa di un’associazione, la signora X Rosa (la privacy ci consegna una sorta di Paperinik ottuagenaria) che il caso da lei proposto non sarebbe ammissibile per ragioni tecniche (il caso non è “personale”, in quanto la fantomatica X Rosa ha posto il quesito nell’interesse della categoria rappresentata).
Ma tant’è, nell’ambito della consulenza giuridica che l’Agenzia può dare, ci dice in definitiva la sua, senza che possano sorgere gli effetti tipici di un interpello.

Premettiamo. L’Agenzia fa benissimo a rispondere, perchè la tassazione sugli intrattenimenti e spettacoli che vede l’incrocio tra le norme sull’ISI (non fatevi fuorviare dal suono, non è easy la Imposta sugli intrattenimenti) e l’applicazione IVA presenta profili particolarmente complessi, a mio modesto avviso.

Comunque, leggetevi la Risoluzione e vedrete che la soluzione prospettata dall’ormai mitica signora X Rosa è corretta.
Vi riporto la parte quasi finale (identica, ripeto, all’ipotesi proposta dal contribuente), richiamandovi però ad un’attentissima lettura delle condizioni applicative:

“Dalla normativa richiamata discende, quindi, che i concerti vocali e strumentali, a differenza delle restanti esecuzioni musicali, sono soggetti al seguente regime tributario:
– ai corrispettivi dovuti dagli spettatori per assistere ai “concerti vocali e strumentali” si applica l’aliquota IVA del 10 per cento in base alla disposizione recata dal n. 123) della tabella A, parte III, allegata al DPR n. 633 del 1972;
– ai contratti di scrittura stipulati dal singolo artista o dal gruppo vocale o strumentale si applica la stessa aliquota IVA del 10 per cento, in base alla previsione del n. 119) della richiamata tabella A, parte III, allegata al DPR n. 633.”

Ciò che non mi torna è un aspetto a mio avviso non secondario.
L’art 2, c 2, del D Lgs 460/97, afferma che in caso delle raccolte pubbliche di fondi (occasionali ecc) le attività (nel senso di entrate derivanti da offerta di servizi e beni di modico valore degli enti non commerciali) sono esenti da IVA e da altri tributi.
Leggete

“2. Le attivita’ indicate nell’articolo 108, comma 2-bis, lettera a) (ora 143, c 3, lett a, ndr), del testo
unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come modificato dal comma 1, fermo restando il regime di esclusione dall’imposta sul valore aggiunto, sono esenti
da ogni altro tributo.”

E’ applicabile oppure no questa norma agevolativa, ovviamente alle condizioni del 143 del TUIR?

Carlo Mazzini

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