I ridicoli risparmi delle nuove detrazioni

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Già scrissi che le nuove detrazioni da applicarsi alle donazioni a favore delle Onlus – dalla L 96/12 come riportata anche da Nonprofitonline – sono state inserite dai partiti politici affinché non si dicesse che il pari aumento della detraibilità alle donazioni ai partiti fosse un’ingiustizia. Classico caso di “excusatio non petita, accusatio manifesta”.

Altro che foglia di fico! Rametto di rosmarino che non copre le pudende vergognose dei partiti!

La questione ora è: cosa dire alle organizzazioni non profit? E cosa gli enti devono dire ai propri donatori?

Due sono i punti: quando e quanto.

Quando

La detraibilità al 24% vale per il 2013, il che vuol dire che i donatori potranno detrarsi a questa percentuale delle donazioni (fino a 2065 euro di erogazione) per le erogazioni versate nel 2013, da dichiararsi nell’Unico 2014.

Similmente, l’aumento previsto al 26% di detrazione vale per le erogazioni effettuate a partire dal 2014 e quindi le erogazioni saranno portate in detrazione a detta percentuale a partire dall’Unico 2015.

Il consiglio pertanto è di non scrivere ancora nulla sui siti delle organizzazioni altrimenti si fa solo confusione.

Passiamo alla parte del quanto.

Ho fatto alcune simulazioni di donazioni per rendere chiaro a me e a voi il risparmio effettivo per i donatori.

Il calcolo in realtà è semplice. Se ora la detrazione vale 19 euro ogni 100 donati, a parità di donazione nel 2013 il maggiore risparmio vale 5 euro (24-19) e dal 2014 vale 7 euro (26-19).

Primo grafico: 4 erogazioni differenti a confronto (50, 100, 200, 500 euro), così cambia la curva del risparmio.

 

Secondo grafico: qui viene rappresentata in euro la differenza tra l’attuale regime (19%) e quelli successivi, 24 e 26%, sempre nella casistica proposta di 4 donazioni differenti (50, 100, 200, 500 euro)

 

Terzo grafico: partiamo dal fatto che esiste il regime di deduzione della “+ dai, – versi”, che come sapete essendo deduzione segue l’aliquota applicata al reddito del contribuente e quindi non è per tutti uguale. Qui ho rappresentato la differenza – per un’unica donazione di 100 euro – tra il risparmio d’imposta ottenuto con  la “+ dai – versi” e i tre regimi di detrazione (19% attuale, 24% 2013, 26% dal 2014 in poi).

Da quest’ultimo si evince che i redditi tra 15.000 e 20.000 euro potranno preferire la detrazione più alta (quella del 26%) alla deducbilità e quelli fino a 15.000 circa troveranno più conveniente – rispetto alla deducibilità – sia quella del 24 che quella del 26%.

Ma, come si è visto dai grafici precedenti – si tratta di poca cosa, anche perché la capacità di donare di questi soggetti è compressa da un reddito certamente non alto.

In ultima analisi, il ritorno economico per i donatori è a mio avviso impercettibile, e loro stessi non se ne accorgeranno; non credo – ma spero di sbagliarmi – che la notizia che è aumentata la detraibilità spingerà i soggetti a donare di più.

Dato che per mettere a regime queste nuove disposizioni, lo Stato spenderà 118,5 milioni, non era meglio mettere questi soldi nei fondi del 5 per mille? Molto banalmente; ognuno di noi cosa ci fa con 5, 10, 30 euro in più risparmiati dalla detrazione aumentata? Nulla! Diversamente, assicurare l’integrazione ai fondi 5 per mille 2010 decurtati di 80 milioni – come sappiamo – cambia notevolmente la vita alle persone. Più servizi, più ricerca, più …

Carlo Mazzini

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