Consiglio di Stato su IMU enti non commerciali: sì con molte correzioni

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Nuovamente sull’IMU.

Oggi è uscito il parere del Consiglio di Stato in merito al DM che regolerà la dichiarazione e il pagamento dell’IMU per quegli enti non commerciali che hanno all’interno di un medesimo immobile attività commerciali e attività non commerciali.

Secondo l’articolo del Corriere – e segnalo anche quello del Sole -, pur ottenendo il via libera il DM presenta non poche difformità rispetto ai criteri di commercialità dettati dall’UE. Vi lascio alla lettura degli ampi stralci del parere riportati appunto dal Corriere, non avendo io il parere stesso nè il DM oggetto del parere, anticipandovi che le più significative correzioni alle quali il Consiglio invita il Ministero ad adeguarsi riguardano le attività

– assistenziali

– sanitarie

– didattiche

Come noterete, stiamo parlando di attività molto importanti nel non profit che la Chiesa cattolica – ma non solo lei – promuove illo tempore con gran beneficio di tutti noi.

I palafrenieri della Chiesa diranno che è ingiusto, in quanto non si tiene conto che è attività svolta senza scopo di lucro ecc. ecc. Da ciò che si legge nella sintesi del Corriere, sembra capire che il Consiglio di Stato – che si rifà (e non potrebbe far altro) alla legislazione dell’UE – sia andato per ogni settore a verificare se le modalità di definizione di cosa si consideri commerciale o non commerciale siano conformi a leggi e giurisprudenza europea.

Basta capirsi.

Per ora siamo nell’UE, abbiamo firmato, approvato, votato i vari trattati dell’Unione; per cosa? Per cosa abbiamo accettato le regole? Per star meglio – anche se in questo momento non si direbbe – e per una serie di comunanze di ideali che ci vedono vicini a quelli dell’UE (siamo tra i fondatori).

Non ci va bene che in un trattato si dica che l’ICI così come è è assimilabile ad aiuto di Stato per la parte che esenta in modo diseguale certe realtà non profit?

Abbiamo due strade.

– Usciamo dall’UE (ok è un pochettino eccessiva)

– Spingiamo per modificare il trattato.

Peraltro mi risulta che uno dei massimi esponenti di CL (palafrenieri massimi) sia – tra le fila del PdL – parlamentare europeo; tal Mario Mauro siede sugli scranni di Strasburgo da 13 anni, non da ieri, ed è stato persino vice-presidente del Parlamento dell’Unione.

Sulla questione di ciò che l’UE considera attività economica la Corte di giustizia ha emesso sentenze a iosa. Possibile che i nostri eroi lassù in trasferta non si siano mai accorti di nulla? E preso atto – seppur con ritardo – di detti pronunciamenti, suvvia, spingano la volontà oltre l’ostacolo e propongano modifiche non qui in periferia ma là al centro del potere.

Altrimenti, che se ne fanno del potere?

Carlo Mazzini

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2 commenti

  1. pavia simiona on

    più che un commento vorrei porre una questione. avendo chiuso un attività alberghiera a fine 2012, dando indietro la licenza e tutto il resto resta l’immobile. non è esente la IMU non avendo più nessun guadagno?

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