Troppe non profit? I primi dati Istat

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datIeri sono stati presentati i primi dati Istat. Sono quelli forse meno significativi, anche se assolutamente necessari, in quanto si parla di numerosità degli enti, numero degli addetti, dei volontari ecc.

Sono necessari perché fino a ieri quando qualcuno ci chiedeva “quante sono le non profit in Italia?” noi dicevamo … “beh, i dati del 2000 …” e qui scoppiavamo a piangere e ci appoggiavamo sulla spalla dell’interlocutore singhiozzando frasi scomposte “… nessuno si interessa a noi, … avevamo un’Agenzia che non ha mai avuto il coraggio politico di sbattere i pugni sui tavoli e dire che bisognava misurare il non profit … e poi ce l’hanno tolta, e sai chi ce l’ha tolta? Quella degli esodati! Dicendo che se non tagliavano l’Agenzia avrebbero detto che in Italia non è possibile sopprimere nessun ente! Capisci la consecutio logica?”

Bene, adesso, asciugate le lacrime non possiamo più lamentarci dato che dopo soli 7 mesi sappiamo che gli enti non profit sono 301.191 e che … vabbè vi lascio a questo articolo di Vita e al Data warehouse dell’Istat.

Ora voglio riportarvi una vulgata: quante volte avete sentito dire “ci sono troppe onlus, troppe non profit”? Tante.

E ora chiedetevi se avete mai sentito dire “ci sono troppe imprese”. No. Al massimo avete letto che ci sono troppi distributori di benzina rispetto alla media europea, concetto che negate con rabbia quando in autostrada vi trovate a secco a 30 chilometri dal distributore più vicino perché vostra moglie vi ha detto che quello successivo ha il prezzo più conveniente di tutta la rete autostradale (vostra moglie è la stessa che non ha ancora capito che l’ultima cifra del costo al litro è un millesimo di euro e che il bilancio familiare non va in rovina se vi rifornite dal distributore più costoso che differisce di pochi millesimi rispetto a quella che non raggiungerete se non a piedi).

Quindi non avete mai sentito dire “ci sono troppe imprese!”. E questo perché sembra naturale che le imprese stiano su un mercato ed è il mercato che regola il numero degli attori (e gli economisti hanno utilizzato anche la teoria dei giochi per definire quante imprese sono compatibili in un dato mercato).

La prima risposta a “ci sono troppe onlus” è “il settore sociale è anch’esso un mercato”. La seconda è che finché ci lasciano l’art 18 della costituzione i cittadini restano liberi di associarsi.

La terza è “ma lo sai quante ce ne sono in altri paesi del mondo?” In USA ce ne sono circa 2,6 milioni e in Inghilterra + Galles 163mila (charities regolate dalla Charity Commission).

La questione del “troppo non profit” NON ESISTE.

Facciamocene una ragione.

Vi segnalo un bell’articolo di Bonacina su Vita. Non concordo sempre con quello che scrive Riccardo e credo che il sentimento – che comunque rimane di amicizia e di considerazione – sia ricambiato.

Ma in questo articolo – in cui spiega perché non festeggia la crescita del non profit (in realtà non festeggia la presa in giro che si fa del non profit quando dicono “quanto è importante il NP”) – Riccardo ha pienamente ragione.

Carlo Mazzini

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