5 per mille stabile: arriva al Senato la delega che non dice nulla di buono nè di nuovo

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cmrAvete più sentito parlare della stabilizzazione del 5 per mille? Io no, fino a ieri quando Vita ci ha informato che il disegno di legge delega sulla riforma fiscale è stato approvato dalla Camera e quindi ora entra al Senato, bello carico – il ddld – di un comma che interessa proprio il 5 per mille.

Vi si legge all’art 4, c 2:

“Il Governo assicura, con gli stessi decreti legislativi, in funzione delle maggiori entrate ovvero delle minori spese realizzate anche con l’attuazione del comma 1 del presente articolo e del presente comma, la razionalizzazione e la stabilizzazione dell’istituto della destinazione del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in base alle scelte espresse dai contribuenti.”

L’on. Bobba, intervistato da Vita, dopo aver messo giustamente le mani avanti sulla natura della norma (in fondo spiego il perché) afferma che l’ultima parte della frase “fa ben sperare anche per un altro aspetto importante, ovvero l’eliminazione del ‘tetto’ che ogni anno riduce i contributi che gli italiani destinano al non profit di una quota significativa”.

“In base alle scelte espresse dai contribuenti”. Questa sarebbe la ragione di fiducia dell’onorevole; a suo avviso basta questa frase per sperare che il passato sia ormai alle spalle, che le ruberie – dello Stato sul 5 per mille – possano dirsi concluse.

Non vorrei fare il solito pessimista, il cattivo di turno. Ma un pò di curiosità mi ha preso, in quanto la frase in base alle scelte espresse dai contribuenti io l’avevo già sentita. Vado a rileggermi l’art 2, c 4-novies, DL 40/10 (quello che ha istituito i 5 per mille dal 2010 in poi (in quanto “aggiornato” nelle date da disposizioni annuali) dove leggo prima dell’elencazione delle tipologie di organizzazioni che possono accedere al 5 per mille

“… una quota pari al cinque per mille dell’imposta stessa e’ destinata in base alla scelta del contribuente alle seguenti finalita’ …”, e nonostante questa magica frase i soldi li hanno decurtati.

Cosa faccia ben sperare l’on Bobba, quindi, non si capisce. Certo, essendo egli stesso onorevole deputato, quindi sedendo alla Camera, poteva proporre una modifica più incisiva al testo, esplicitando quello che è il nostro e il suo augurio, ovvero “… senza alcun limite di spesa” o similia. Avremmo inneggiato a “Bobba no limits”.

Ed invece no, ha visto passare il testo e ha detto che gli andava bene così. E ora spera.

Forse non ha proposto la modifica perché sapeva che sarebbe stata in contrasto con la prima parte del testo del ddl, dove si parla della condizione alla quale sottosta la stabilizzazione del 5 per mille: condizione molto semplice, ovvero se ci sono i soldi si fa la stabilizzazione altrimenti no oppure, e non saprei davvero cosa scegliere, si fa ma “in funzione delle maggiori entrate o minori spese”. Forse il deputato Bobba avrebbe potuto spingere per cambiare l’inciso della frase, cioè togliere la spada di Damocle dei risparmi o delle nuove entrate guadagnate dalle misure di razionalizzazione del sistema fiscale quale condizione per stabilizzare il 5 per mille.

Niente da fare, non compare alcun suo emendamento in Assemblea. Non gli sarà venuto in mente, non avrà compreso il sottile gioco del Governo che dice che ASSICURA il 5 per mille stabile, certo, ma sempre che ci siano i soldi. Ma qual è stata finora la scusa per non stabilizzarlo o per non farci rubare i soldi, scusa usata da qualsiasi Governo di qualsiasi colore (o mélange, come è ora) pur di non riconoscere quanto dovuto alle organizzazioni? La scusa è stata: lo stanziamento è di TOT, non ci sono altri soldi.

E quale scusa sarà portata dal Governo che un giorno farà uscire il decreto legislativo? Non ci sono abbastanza soldi “risparmiati o guadagnati” a seguito della razionalizzazione del fisco.

E poi, diciamocelo serenamente, se voi foste un deputato interessato al non profit, al 5 per mille, e vi venisse in mente di presentare un ddl sulla stabilizzazione del 5 per mille, oltre alla bella vetrina di Vita (che il 2/7 ci dava la notizia e il giorno dopo ospitava un tronfio Bobba), cosa fareste (sempre facendo finta che il testo di ddl abbia un senso e quello di Bobba un senso non ce l’ha)?

Lo pubblichereste sul sito della Camera, giusto? Eppure, sul sito della Camera c’è il template che annuncia la presentazione del ddl Bobba per la stabilizzazione del 5 per mille ma non c’è il testo, che invece era stato pubblicato da Vita. Tanto è vero che non è stato ancora deciso a quale commissione assegnare la discussione.

Si rimane a bocca aperta di fronte a quella che appare come superficialità, noncuranza, leggerezza. Dispiace dirlo, ma questi cd parlamentari del non profit non ne stanno azzeccando una e non capisco se sia un problema di qualità delle persone – che tutti mi dicono “ottime” e non ho ragione di non credergli – o di “donabbondismo” delle stesse, di gente mandata lì (non eletta) dall’apparato, certo per rappresentare anche le istanze del non profit, ma, per carità, non rompano troppo. E loro sembrano rifarsi al vecchio adagio, “usi obbedir tacendo”.

Spieghiamo invece cosa è un disegno di legge delega: il Parlamento si priva della potestà legislativa delegando la costruzione e approvazione – sulla base di certi principi – di una norma su una certa materia al Governo. Quindi la proposta attuale di ddld (disegno di legge delega) è passata alla Camera, poi deve passare al Senato, poi diventa legge. A quel punto il Governo ha tempo un anno per scrivere ed approvare internamente i decreti legislativi che vengono sottoposti alla lettura – a titolo di cortesia istituzionale – ad una Commissione parlamentare competente sul tema.

Quindi, come dire? Non è proprio dietro l’angolo. E il 5 per mille 2014, quando credono – i nostri eroi – di farlo uscire? Non sperano mica di vedere già stabilizzato il 5 per mille per tempo per la stampa delle dichiarazioni (diciamo febbraio ’14)?

Carlo Mazzini

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