Deducibili anche le quote sociali … dei partiti

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Schermata 10-2456573 alle 11.15.45E’ all’esame della Camera, palleggiato tra una Commissione e l’Assemblea, un ddl (n. 1154) dal titolo wertmullesco “Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore”.

E’ chiaro che una riforma dei partiti, e dei soldi che ricevono, fatta da QUESTI partiti non può essere una cosa seria, e lo dico con grande serietà e dispiacere.

Dato che però hanno la faccia … con quel che segue, loro ci si mettono d’impegno e ne sfornano una dopo l’altra.

La prima considerazione è che giusto un anno fa con la L 96/12 (agosto 2012) avevano licenziato una legge di riforma del finanziamento pubblico dei partiti che qui vanno a riformare (abrogandone gran parte degli articoli) dopo solo un anno.

Le novità che ho trovato sono:

– il due per mille: ok, ne avevamo parlato alcuni mesi fa e non sembra una gran novità, ma a guardare bene i partiti politici si sono assicurati il 2 per mille 2014 (dato che scrivono “A decorrere dall’anno finanziario 2014, con riferimento alle dichiarazioni dei redditi relative al precedente periodo d’imposta …”), mentre non si sa nulla del nostro 5 per mille 2014! Non mi parlate di stabilizzazione perchè esco matto! Ad oggi non abbiamo il 5 per mille 2014 e aspettiamo con ansia che lo inseriscano nella legge di stabilità le prossime settimane. Noi rimaniamo nel dubbio, loro si cullano nella certezza. Chiamare Bobba, Patriarca & co. per farsi dare qualche spiegazione? Segnalo che opportunamente il due per mille avrà un funzionamento sulla carta identico al 5 per mille, e quindi chi non firma non dà il proprio contributo ai partiti.

Detraibilità delle donazioni: viene aumentata al 52% fino a 5.000 euro e al 26% da 5.001 fino a 20.000. L’anno scorso avevano avuto il pudore di aumentare la % di detraibilità anche alle Onlus (non il tetto di erogazione, non sia mai). Quest’anno “pudore” resta una buona parola per Ruzzle.

Detraibilità delle quote sociali: perché mai lo Stato italiano, il legislatore, consente (grazie a questo ddl) la detraibilità anche delle quote sociali versate ai partiti politici e non quelle versate ad esempio a chi si associa ad un ente che combatte una malattia, o che lotta per l’ambiente, ecc? A parte il fatto che il legislatore – nel senso dei partiti – sono beneficiari di queste quote, intendo. RSVP, perché a me manca il senso.

Riduzione dei costi di transazione con carta di credito / debito: dato che le quote sociali e le donazioni saranno detraibili solo se versate attraverso un canale bancario / postale, 4 deputati si sono pensati di mettere un tetto alle commissioni che possono essere chieste per il transato attraverso le carte di credito / debito, tetto fissato al massimo allo 0,15%. La UE quest’estate ha proposto una sforbiciata allo 0,2 / 0,3 % per tutto il transato dato che ora in certi casi il negoziante o il detentore del POS paga fino allo 1,5%. Dato che il POS in questo caso l’avrebbero i partiti (e loro dovrebbero pagare la commissione) si autosforbiciano i costi al di sotto della riduzione ipotizzata dall’UE. Segnalo che questa ulteriore agevolazione è stata proposta da 4 deputati di SEL, tali Pilozzi, Boccadutri, Migliore, Kronbichle; quando si dice la trasversalità!

Della serie: se la suonano e se la cantano.

Per ora mi sembra possa bastare.

Carlo Mazzini

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2 commenti

  1. prendo spunto da questo post (Grazie Carlo! Sei la sentinella del settore non profit!) per rivolgermi agli ex leader del terzo settore che hanno deciso di andare in parlamento per “contare di più” e chiedere loro cosa aspettano ad opporsi a tutto ciò.
    In questi tempi di “fundraising per la politica” tutti corrono a ricordare che i partiti sono associazioni non profit per dire che si ha la più piena titolarità sociale a chiedere soldi ai cittadini. Allora se i partiti sono associazionismo perchè non applicare a tutto l’associazionismo gli stessi cirtieri per le donazioni? Non è una recriminazione fiscale questa Nè un piagnisteo per ricevere agevolazioni. E’ UNA RIVENDICAZIONE DI GIUSTIZIA ED EQUITA’ IN UN MOMENTO IN CUI LA POLITICA NON PUO’ PENSARE DI RECUPERARE CREDITO NELLA SOCIETA’ CIVILE SE NON E’ IN GRADO DI RISPETTARE LE REGOLE.
    Mi domando davvero che caspita ci siano andati a fare in parlamento ad avvallare con la loro rappresentatività della società civile questa becera politica di salvaguardia di prerogative ingiustificate dei partiti. Complimenti!

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