Certificati penali: per il Coni i compensi non derivano da rapporti di lavoro

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Sappiamo che secondo l’alto parere del Ministero della Giustizia – che si è fatto da solo la legge, ci ha scritto una cosa e poi l’ha interpretata in modo contrario – le organizzazioni non profit devono chiedere i certificati penali solo per coloro con i quali hanno un rapporto di lavoro.

Venerdì, subito dopo la mitica circolare del Ministero cui hanno fatto seguito due note interpretative (della circolare???) dello stesso ministero (!), il CONI è uscito con la sua interpretazione dell’interpretazione del Ministero che interpreta la legge scritta dal Ministero stesso che recepisce – sbagliando – la Direttiva UE. (Quanto mi ricorda  “Alla fiera dell’est … che picchiò il cane, che morse il gatto …”).

Cosa afferma il Coni? Due giorni prima aveva detto che doveva essere richiesto per tutti (anche volontari), poi, alla luce di quanto riportato dal Ministero della giustizia ha fatto dietrofront. Ha ingranato la marcia, andando però a sbattere contro la logica.

Nella nuova comunicazione del 4.4 afferma che

Ciò premesso, non rientrano nell’obbligo della certificazione del casellario giudiziale tutti i soggetti che prestano la propria opera presso le società e associazioni sportive dilettantistiche (istruttori e tecnici compresi) con i quali non si sia configurato un rapporto di lavoro autonomo o subordinato.

Pertanto nulla dovrà essere richiesto ai soggetti che svolgono attività di mero volontariato presso società e associazioni sportive dilettantistiche né a coloro i quali percepiscono i compensi di cui all’art. 67, comma 1, lett. m), del TUIR (cosiddetti collaboratori sportivi ex “legge Pescante”)

Vediamo cosa dice l’art 67, c 1, lett m del TUIR.

L’articolo 67, c 1, lett m) del TUIR afferma che si qualificano come redditi diversi

(…) le indennita’ di trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i premi e i compensi erogati (…) nell’esercizio diretto di attivita’ sportive dilettantistiche dal CONI, dalle Federazioni sportive nazionali, dall’Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine (UNIRE), dagli enti di promozione sportiva e da qualunque organismo, comunque denominato, che persegua finalita’ sportive dilettantistiche e che da essi sia riconosciuto. Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale di natura non professionale resi in favore di societa’ e associazioni sportive dilettantistiche;

Successivamente è stato spiegato con art 35, c 5, L 207/08 – interpretazione autentica – che

Nelle parole “esercizio diretto di attivita’ sportive dilettantistiche” contenute nell’articolo 67, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono ricomprese la formazione, la didattica, la preparazione e l’assistenza all’attivita’ sportiva dilettantistica”

Pertanto, quando la ASD paga un allenatore perché i ragazzi imparino un certo sport (le regole, le tecniche, i principi etici ecc) e questo allenatore non faccia questa attività come lavoro principale o professionale ma come attività non esercitata abitualmente, i compensi che riceve (l’ho messo in grassetto apposta nel riportare la legge) sono assoggettati ad una fiscalità di ultrafavore (quella ex art 69, c 2 del TUIR, e art 25, c 1, L 133/99).

Nella Risoluzione 106/12, l’Agenzia delle Entrate, rispondendo ad un interpello su una questione in merito all’art 67, c 1, lett m), cita 5 volte il termine compensi ad esempio affermando “… le società e gli enti eroganti compensi relativi allo svolgimento di attività sportive dilettantistiche,  …”.

E quindi mi chiedo: cosa sarà mai questo compenso?

Vado sulla Treccani e leggo tra gli altri significati:

b. Più concr., ricompensa in denaro, somma che si dà come retribuzione o gratifica per opera prestata, per lavoro eseguito, per vantaggio ottenuto; quindi spesso equivalente generico di rimunerazione, stipendio, salario: c. mensile, settimanale,giornaliero; c. orario; c. per singole prestazioni; giusto, lauto, meschino, magro c.; dare, esigere, chiedere, ricevere come compenso.

Pertanto, un tale fa un’attività di allenatore all’interno di una ASD, questa attività non rappresenta per lui l’unico reddito né il più importante, lo fa con passione e scienza, senza però apporre quei mezzi organizzati che fanno di quella attività un’attività professionale, e viene pagato. Se tiene il solo corso Under 14 viene pagato un tot, se si sobbarca i junior il compenso viene aumentato.

Secondo voi, ha senso quello che dice il CONI quando afferma che

nulla dovrà essere richiesto … a coloro i quali percepiscono i compensi di cui all’art. 67, comma 1, lett. m), del TUIR (cosiddetti collaboratori sportivi ex “legge Pescante”). ? Secondo me no.

Capirei se avesse distinto tra coloro che percepiscono qualcosa ex art 67 a titolo di compenso (allenatori) e quelli che ricevono il rimborso forfettario di spesa, l’indennità di trasferta. Ad esempio, sono un genitore e mi prendo l’incarico di accompagnare sempre la squadra – giochi o meno mio figlio – in tutte le trasferte. Mi riconoscono un rimborso forfettario di spesa. Quei soldi non sono un compenso, seguono la fiscalità di cui sopra (come i compensi per l’allenatore) ma per quel che ci interessa qui di sicuro non derivano da un rapporto di lavoro.

Ma nel caso degli allenatori, dove nei fatti è definito un vero e proprio rapporto di lavoro (ancorché non professionale) che segua la fiscalità dell’art 67, c 1, lett m), perché mai io, CONI, devo dare aria ai denti e dire che nulla è dovuto in merito alla questione dei certificati penali?

Ancor più c’è un rapporto di lavoro in relazione all’ultima parte della lettera m) dove – riporto – si dice

Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale di natura non professionale resi in favore di societa’ e associazioni sportive dilettantistiche.

Distingui, CONI, distingui! Le parole sono importanti, CONI!

I compensi si danno a chi fa un lavoro. E’ sinonimo di rimunerazione, stipendio, salario.  Prendi in mano una Treccani!

Ma perché lo fanno? E perché le varie federazioni e gli enti di promozione sportiva non protestano? Ne va della LORO sicurezza, della sicurezza per le loro associazioni a non essere sanzionate!

Care associazioni, sapevatelo! La notizia data dal Coni sul suo sito non è un lasciapassare! Non serve a nulla! Anzi! Non interpretatela come una buona notizia. Ragionate con la vostra testa!

L’ipse dixit – cui in troppi fanno ancora riferimento – è retaggio del passato! Lasciamolo al passato!

Carlo Mazzini

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