ICI – IMU su immobili non profit: la Corte di Giustizia riapre il caso e c’è chi non se ne fa una ragione

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Su istanza di alcuni privati (radicali), il Tribunale della Corte di Giustizia europea riapre l’annosa questione IMU – ICI / aiuti di Stato.

L’organo giudicante ha dato torto alla Commissione Europea che richiedeva l’irricevibilità della causa e – cito direttamente da Nonprofitonline che ne dà ampia notizia – “rinvia la questione a un giudizio sul merito. Bruxelles avrà tempo fino al 10 dicembre per presentare una memoria difensiva in grado di giustificare la decisione di non chiedere i rimborsi per “generale e assoluta” impossibilità di procedere al recupero. Poi saranno i ricorrenti a presentare una memoria e infine si arriverà a sentenza”.

La questione si presenta un pò complessa dal punto di vista tecnico – e ne parlammo più volte, se volete saperne di più qui – ma banale sulla questione dei risvolti pratici.

Faccio riassunto non esaustivo degli ultimi accadimenti.

A marzo 2013 viene pubblicata la decisione della Commissione Europea (del dicembre precedente) dove sostanzialmente si dice: in merito alla questione ICI IMU e esenzioni ad enti non commerciali (inclusi quelli detenuti dalla Chiesa) lo Stato italiano avrebbe dovuto fin dall’inizio (1992) comunicare alla CE la richiesta se detti aiuti configurassero aiuto di Stato. L’Italia non l’ha fatto. Noi – Commissione Europea – siamo ora arrivati alla conclusione che dato che l’Italia non ha definito dal punto di vista legislativo le modalità di individuazione dello sfruttamento ai fini commerciali dei beni immobili detenuti dalle non profit (al fine di tassare gli immobili adibiti ad attività commerciali), la legislazione di favore si configura come aiuto di stato.

Paradossalmente, però, la CE alzava le mani relativamente alla sanzione da comminare allo stato italiano, in quanto ci ha dato degli incapaci che non sappiamo neppure come i proprietari sfruttano / utilizzano i propri immobili e pertanto, dato che la sanzione non può che basarsi su dati oggettivi di imponibilità, non esistendo questi ultimi, vabbè facciamo che l’abbuoniamo!

Un anno e mezzo fa scrissi – al termine di un post sull’argomento – “A mio avviso, la Commissione europea tornerà – presto o tardi – sul tema dell’imposizione sugli immobili degli enti non commerciali. Si accorgerà che anche alcuni principi dettati dalla Commissione stessa sono inapplicabili, e che lo Stato italiano aveva promesso senza mantenere.”

Ho avuto ragione a metà: la Commissione deve tornare sull’argomento, ma obtorto collo (obbligata dalla Corte Europea); non perché si sia accorta che per l’ennesima volta lo Stato italiano l’ha presa per i fondelli (legga davvero cosa dice il DM 200/12, le istruzioni al modello di dichiarazione IMU con errori marchiani), ma perchè la Corte Europea ritiene che non sia infondata la pretesa che si debba (e si possa) calcolare la sanzione da comminare allo stato italiano.

Riguardo alle reazioni, c’è da divertirsi! L’articolo di Nonprofitonline – molto completo ed utile come spesso accade da quelle parti – riporta le sole opinioni di Chiesa, baciapile, e palafrenieri delle curie. Infatti, a parte un link all’articolo di Repubblica, tutto il resto (link e citazioni) è una geremiade davvero illeggibile ma soprattutto non credibile. Tra citazioni dirette e link si legge

“Vogliono far fallire il non profit!” (apocalittici);

“gli enti ecclesiastici pagano già l’Imu dovuta per tutte le realtà commerciali” (e poi dicono che i preti sono privi di senso dell’umorismo!);

“Tecnicamente è un contenzioso tra la Commissione e lo Stato italiano sul merito di quella decisione – risponde Marco Barbieri, portavoce del Forum del Terzo Settore – al limite può portare a una multa a carico di Bruxelles o dell’Italia. Non al recupero di quelle somme. In questo senso non mi sembra un’iniziativa molto intelligente”; per carità lasciamo da parte l’intelligenza, qui si parla di giustizia: lo Stato italiano è andato contro una regola europea – fatto accertato – ora deve pagare e non ci si può attaccare al fatto che non sappiamo a quanto ammonti la base imponibile.

Il culmine lo raggiunge (cito direttamente da Nonprofitonline) <<il sociologo torinese Massimo Introvigne, vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica e coordinatore dell’Osservatorio della libertà religiosa. “La decisione rappresenta un grave attacco alla libertà religiosa – afferma Introvigne – e cozza anche contro una decisione del 2011 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (che è cosa diversa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea), che aveva giudicato illegittima una normativa fiscale francese che aveva l’effetto, e in verità anche lo scopo, di ridurre in bancarotta i Testimoni di Geova, così violando la loro libertà religiosa. Lo stesso capiterebbe in Italia alla Chiesa Cattolica, che dovrebbe versare, secondo primi calcoli, circa quattro miliardi di euro”. Secondo Introvigne, la Commissione Europea “nella decisione del 2012 ora contestata non autorizzò affatto l’Italia a praticare un trattamento di favore nei confronti della Chiesa Cattolica. Ma constatò semplicemente che applicare retroattivamente la normativa del 2012 agli anni precedenti era sia ingiusto sia tecnicamente impossibile, perché presumeva accertamenti su come fossero utilizzati i locali su cui calcolare le imposte, calcolando i metri quadrati destinati a uso commerciale e quindi tassabili e quelli destinati a uso non commerciale e quindi non tassabili, calcoli che evidentemente non si possono fare con riferimento al passato, ben potendo il modo di utilizzare un locale variare nel tempo”>>

A parte il fatto che per una volta nella vita sono solidale con i francesi per aver assaporato per un momento la possibilità di non essere svegliati la domenica mattina dal suono del citofono, tutta la tiritera è riassumibile in un clericale Ego te absolvo o in un più laico scurdammuce o passato …

ilsussidiario.net serenamente e pacatamente titola “Radicali e Corte di Giustizia, i “talebani” che vogliono chiudere il non profit”: l’appartenenza ciellina – condivisa anche da nonprofitonline, giusto per informazione – fa dire davvero qualsiasi cosa.

Ed il bello che dicono e scrivono tutto questo rimanendo seri.

Mi viene il dubbio che ci credano pure! E non so se rallegrarmene.

Carlo Mazzini

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