Detrazioni per le sezioni locali: sì per i partiti, no per le non profit

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Con una nuova risoluzione – la 108/14 – l’Agenzia delle Entrate risponde ad una sezione locale di un partito in merito alla detraibilità delle erogazioni effettuate a suo favore da parte di persone fisiche.

In sostanza, l’Agenzia delle Entrate afferma che alla lettera della legge se una sezione di un partito iscritto ad un elenco specifico (il partito, non la sezione) ottiene un’erogazione liberale, essa può far beneficiare dell’agevolazione (detrazione sia per persone fisiche che per aziende) al generoso donatore; il quale donatore, lo diciamo anche sull’onda dell’emozione delle ultime notizie, o è interessato o è incauto. Ma questa è un’altra storia.

Riepiloghiamo. Costituisco un partito, rappresentato alla Camera o al Senato. Mi si costituisce la sezione di Inverno e Monteleone (PV); bene, essa può beneficiare della agevolazione riconosciuta al partito nazionale.

Nel resto del non profit (anche i partiti sono enti non profit, e non fate quella faccia!), la faccenda è un pochino diversa.

Faccio un esempio di fantasia. Costituisco un’associazione per aiutare i bambini di Chernobyl. Col tempo l’associazione diventa una federazione di associazioni che portano lo stesso nome e le stesse finalità; ancora. Hanno tutte lo stesso statuto, anzi fanno riferimento allo statuto della federazione. La federazione diventa Onlus. Le 10 associazioni “figlie” – autonome, con proprio codice fiscale, propria contabilità ecc – non diventano Onlus “di diritto” per il solo fatto che mamma federazione è Onlus! Ogni sezione deve fare propria istanza alla DRE locale. E qui cominciano i guai. Alla sezione di Imbersago viene contestato che fa attività di turismo (!) e che non è attività degna delle Onlus. Alla sezione di Usellus la DRE locale impone all’ente di avere uno statuto proprio. Alla sezione di Joppolo Giancaxio si chiede di modificare lo statuto (nazionale) perché mancherebbe uno dei requisiti formali (mancanza non rilevata dalla DRE cui fa riferimento la federazione). E così via. E fintanto che le sezioni non avranno risolto i propri problemi, non potranno far beneficiare i propri donatori delle agevolazioni riconosciute alla madre federazione. Per completezza d’informazione aggiungo che solo se mamma federazione si qualificasse come associazione di promozione sociale nazionale (L 383/00) e si iscrivesse al registro nazionale potrebbe far beneficiare alle organizzazioni figlie dell’agevolazione. Ma: 1) la federazione voleva essere Onlus, non APS. 2) per essere APS nazionale bisogna avere sedi funzionanti e reali (proprie utenze, aperture al pubblico ecc) in almeno 5 regioni e 20 province.

Le madri di una volta avevano proprio ragione: figliola mia, cercati un buon partito!

Carlo Mazzini

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