Quelli che … ritardano: ad esempio, i ministeri

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Bisognerebbe proprio che il legislatore la smettesse di dare e di darsi date ultime entro le quali la burocrazia ministeriale deve produrre decreti, documenti, provvedimenti.

Perché la nostra burocrazia è capace di tutto – ma proprio di tutto – ma non ce la fa a rispettare i termini di legge che il legislatore le impone, detto, peraltro, che spesso le norme vengono scritte dagli stessi dirigenti ministeriali che poi “bucano” l’appuntamento.

Alcuni esempi freschi freschi.

Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo: doveva sorgere entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della nuova fantastica legge sulla cooperazione (L 125/14) quindi entro fine marzo ’15. Non ve ne è traccia sull’intero orbe terracqueo, anche se voci affermano che ormai siamo agli sgoccioli e che tra un rimbalzo e l’altro tra Ministero dell’Economia e Ministero degli affari esteri (e della cooperazione internazionale; pur di darsi nomi altisonanti si autoscannerebbero) lo statuto e il relativo decreto sono pronti. Siete solo in ritardo di una novantina di giorni, non affrettatevi che fa caldo.

Al Ministero sono invece stati solerti a creare il Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo, che ha deliberato (del 1/15) il regolamento del Comitao. Per capire quanta spremitura di cervelli si sostanzia in quegli uffici, leggetevi l’art 7

Art.  7 Contenuto  del  verbale

II  verbale  riporta,  per  ciascuna  seduta:

a)  luogo,  data,  ora  di  apertura  e  di  chiusura  della  seduta;

b)  ordine  del  giorno,  con  indicazione  delle  questioni  di  particolare  urgenza  per  le  quali  viene  proposta  la trattazione  direttamente  in  seduta;

c)  elenco  dei  presenti,  con  Pindicazione  di  chi  ha  presieduto  la  seduta  e  di  chi  ha  svolto  le  funzioni  di  Segretario;

d)  constatazione  espressa  della  verifica  del  numero  legale;

e)  succinto  resoconto  della  discussione  distinto  per  argomento,  con  il  risultato  delle  eventuali  votazioni  senza indicazione  nominativa  dei  voti  espressi,  salvo  esplicita  richiesta  dei  componenti  di  cui  all’articolo  5,  comma  2;

f)  testo  integrale  delle  deliberazioni,  anche  mediante  rinvio  ad  allegati.

Parbleu! Che prosa, che originalità!

L’unico soggetto istituito “in tempo” (DM 28.11.14) è stato il Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo, per gli amici: “la Supercazzola”, che si riunisce una volta all’anno (1 volta!!!), fa sapere al Governo la sua contrarietà ai tagli alla cooperazione allo sviluppo (sarà così, vedrete), e dato che ne fanno parte alcune ONG (oltre a Vita che ha esultato per la sua nomina) conta meno di zero.

Quindi:

Organo necessario (Agenzia). Non esiste, fuori tempo massimo.

Organo fondamentale (Comitato interministeriale): operativo, altrimenti non possono andare avanti. Ma ne fanno parte i soli ministeri e burocrazie associate.

Organo foglia di fico (Consiglio nazionale): eccolo lì pronto, a non contare nulla.

5 per mille e rendiconti: voi direte: “che novità c’è? è da 6 o 7 anni che bisogna fare i rendiconti!”. Cari lettori, siete così sempliciotti. Non vi ricordate che nella finanziaria (ops, legge di stabilità, altro nome altisonante, anzi ben augurante – ovviamente fuori posto) c’era una delle più inutili previsioni di fuoco della Geenna e stridor di denti a chi non avesse redatto o inviato il rendiconto annuale? Voi direte: “non ci prendere i fondelli, c’era già scritto nel DPCM 23.4.10 (art 13)”. Cari lettori, non sono io a prendervi per i fondelli … ma il legislatore all’art 1, c 154, L 190/14. Lì si parlava di comminare agli assegnatari inadempienti (le non profit) sanzioni (derivanti da norma per la pubblica amministrazione: ma si può?) da 500 a 10.000 euro. Dato però che nelle sanzioni incorrerebbero anche i dirigenti delle pubbliche amministrazioni che non pubblicano i rendiconti delle non profit, il decreto ritarda da 120 giorni (guarda un po’, che strano, non l’avrei mai detto).

5 per mille alla cultura: il più brutto obbrobrio tra i 5 per mille (e sì che sarebbe davvero utile, invece, se fatto bene!) si è dato tante scadenze. Una è quella del 30 giugno, data ultima di pubblicazione delle liste degli iscritti al 5 per mille 2015. Ed infatti, al limite, è stato appena pubblicato l’elenco delle 23 organizzazioni iscritte all’obbrobrio.

Direte: “ci lamentiamo anche quando rispettano i termini?” No, miei cari sprovveduti. E’ che è inutile pubblicare gli elenchi degli iscritti se

a. non possono essere scelti dal contribuente

b. non sono state pubblicate le scelte e i soldi del 2013 (2013!!!)

c. pare non abbiano erogato neppure tutti i soldi del 2012. (e sì che erano soltanto 13 organizzazioni!!!)

Leggetevi questo articolo di Ida Cappiello.

Carlo Mazzini

 

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