Riforma: cosa scrivere nei decreti legislativi

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Mi sono chiesto: e ora? Quale contributo posso offrire ai 5 lettori di questo blog? Cosa posso comunicare a questi scapestrati che invece di andare a rivedersi la collezione di mici su Facebook leggono le stupidaggini che scrivo?
E’ inutile che scriva di cosa parla questa legge delega. L’ho già fatto 1000 volte e lo stanno facendo – chi bene, chi no – altri.
E’ improbabile che preveda il futuro e che dica cosa leggeremo nei decreti che qualcuno (chi???) sta scrivendo.
Allora il mio contributo è su ciò che dovrebbe esserci scritto nei famosi decreti legislativi.

– Vogliamo definire in cosa consiste l’assenza di scopo di lucro? Quando un ente può essere definito “senza scopo di lucro”? In una legge che riforma gli enti senza scopo di lucro mi aspetto che ci sia una definizione chiara. Infatti, manca nella legge delega ma credo che en passant si possa scrivere. Ciò è prodromico a qualsiasi ragionamento sul non profit. Purtroppo se ne sono dimenticati i nostri eroi parlamentari che per quasi due anni non si sono fatti questa fondamentale domanda. Fate un atto di fede e credeteci: tutto parte e passa da lì!
– Ora chiediamoci che fine fa l’ente senza scopo di lucro che per una serie di ragioni lecite non riesca a iscriversi nel Registro Unico; sappiamo che non sarà definito come ente di terzo settore. Pensate che un comitato di quartiere riesca a iscriversi al Registro? O vogliamo parlare dell’associazione dei genitori della scuola pubblica di Portobuffole – TV? Vogliamo garantirgli ciò che gli garantisce la legge fiscale oggi? Giusto il minimo sindacale, per capirci: permettiamogli di fare la minima attività di fundraising, le raccolte con le torte, le quote sociali …
– Per gli enti che rientreranno tra quelli del terzo settore, vogliamo stilare una classifica dei più meritevoli e concedere maggiori benefici a seconda del cosa fanno, del come lo fanno, della veste “giuridico/fiscale” che assumono? Oppure riteniamo che l’associazione basic che organizza le feste della via centrale della città debba avere le stesse agevolazioni dell’organizzazione di volontariato che aiuta i rom?
– Vogliamo elencare le tipologie di attività che producono entrate e prevedere a. agevolazioni fiscali (richiamando in modo chiaro le leggi, cosa evitata con cura dalla legge delega!!!) b. semplificazioni amministrative?
– Vogliamo mettere mano sui provvedimenti folli o scritti male o senza senso che toccano il non profit (ad esempio 2 per mille cultura, nuova legge ONG) che sono stati licenziati mentre i parlamentari discutevano sulla legge delega? Giusto per coerenza.

Se chi (chi???) si accinge a scrivere i famosi decreti legislativi rispondesse a questi punti con scienza e coscienza, con una guida ed indicazione politica responsabile, ecco, io sarei davvero molto soddisfatto.
E voi?

Carlo Mazzini

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1 commento

  1. Come dire: con tutto il rispetto per chi dalla parte del non profit si è smazzato l’anno scorso ai tavoli con Bobba e compagnia, Bobba e compagnia stanno facendo una opera emerita di lustrinaggio squisitamente politico. Il Manifesto del Fundraising (tanto per citare un documento recente) per contenuti tecnici, strategici, politici, addirittura per gli spunti normativi, vale dalle 10 alle 100 volte più di questa para-Riforma di quel Terzo Settore che nemmeno la riforma è in grado di definire. Quindi, riforma? E riforma di che? Grazie Carlo.

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