Riforma: i voti ai politici

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Giudichiamo i politici sul tema della riforma: come si sono comportati? Dare voti ai politici è uno degli sport più divertenti che si possano praticare. Ma è anche uno dei più pericolosi, non per le ritorsioni (siamo in democrazia), ma perché il rischio della banalità e del populismo è davanti e non dietro l’angolo.
Quindi, sprezzanti del pericolo, diamo i voti o i giudizi ai politici.

Matteo Renzi, ovvero l’hashtag che cammina. Voto 9 per l’intuizione di due anni fa. Nessuno prima di lui aveva detto che bisognava riformare il non profit e aveva promosso una riforma. Chapeau! Il voto si abbassa notevolmente, vicino allo zero kelvin, per aver dato il “la” alla mania di ridurre a slogan il tema della riforma: “Il terzo settore in realtà è il primo” è una frase che ci ha perseguitato nel suo nulla cosmico e che ancora ci perseguiterà.

Luigi Bobba, nella diretta su Facebook di qualche giorno fa dove ha infilato di tutto, un po’ come nella legge delega che ha troppi argomenti: lo chiameremo “il dottor Divago del non profit”. E’ un democristianone di vecchia data, sa trattare alcuni temi con scioltezza (politiche giovanili del lavoro) e contemporaneamente sparare bestialità sul non profit (a suo dire è inutile un’authority sul terzo settore). Si è applicato davvero molto sulla riforma, anche se i risultati son modesti. 6 … politico.

Donata Lenzi. E’ stata le relatrice della Camera (prima e seconda lettura). Ha migliorato di molto il testo del ddl ereditato dal Consiglio dei Ministri. Lei e il senatore Lepri (relatore al Senato) se le sono date di santa ragione, comportamento comprensibile dato che militano nello stesso partito. Poi è intervenuta la Madonna Aretina a rappacificare. E’ entrata con competenza – la Lenzi, non la Madonna – su alcuni temi della riforma. Altro 6 politico.

Stefano Lepri. Anche lui ha migliorato il testo pervenutogli dalla Camera, e se ora ci lamentiamo – come dobbiamo! – del testo definitivo, pensate cosa avremmo dovuto dire se non ci fosse stato l’intervento del senatore e della Lepri prima. Ha presentato alcuni emendamenti sulla parte fiscale che poi ha ritirato, forse per pressioni delle cooperative perché dava troppe possibilità di fundraising “commerciale” alle non profit. Non è un esperto ma ha studiato eccome. Un po’ più coniglio che lepre ma il salto in avanti l’ha fatto, eccome. Voto 7.

Patriarca, Beni e altri onorevoli autoproclamatisi “amici del non profit”. Non so se giudicare il vuoto cosmico delle loro dichiarazioni (le ritrovate su twitter) o il fatto che con esse ci hanno fatto ridere davvero tanto. A ben pensarci non li abbiamo votati per farci ridere … Grave il fatto che abbiano dato l’ok alla Fondazione Italia Sociale senza sapere che cosa sarà, in linea con il resto, in effetti. Giudizio: n.c..

I grillini: a corrente alternata hanno toccato vette sublimi di difesa del buon senso (giusta la loro battaglia su authority, su controlli ecc) e profondità abissali con dichiarazioni che partivano bene (di nuovo Fondazione Italia Sociale) ma che arrivavano male, sconfinando nell’ingiuria gratuita. Sono i maggiori detrattori di loro stessi! Giudizio: harakiri.

Carlo Mazzini

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