Il Ciessevi presenta il suo contributo alla Riforma

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Per una volta parlo di un mio cliente, il Ciessevi di Milano (Centro di servizio per il volontariato).

Anzi, non parlo del Ciessevi ma di una iniziativa lunga più di un anno che ieri ha toccato uno dei suoi momenti più significativi con la presentazione pubblica di un documento di lettura e di proposta sulla Riforma del Terzo Settore. Più di un anno fa, il Ciessevi, il Forum del Terzo Settore lombardo, quello della Città di Milano e il CSVnet Lombardia hanno concordato (miracolo!) una linea di azione ragionata di “intervento” sulla Riforma. Un anno fa la Riforma era in alto mare e si pensò di ragionare con gli enti del terzo settore milanesi per cercare di leggere assieme un testo allora provvisorio. Per farla breve, molte organizzazioni hanno aderito, partecipando a 4 gruppi divisi per tematiche. Per farla ancor più breve, io ho condotto con Francesco Aurisicchio – responsabile dei servizi di consulenza del Ciessevi – la parte “fiscale”. Non è stato semplice in quanto il testo presentava – e presenta ancora – ampi margini di interpretabilità e su più punti pone dei grossi interrogativi del tipo “che avrà voluto dire?”.

Nonostante ciò, le organizzazioni che hanno presenziato hanno dato un contributo molto importante immaginando da un lato l’impatto che avrebbe / avrà la riforma sulla loro vita e dall’altro – con sforzo quasi sovrumano – hanno contribuito a delineare i desiderata su ciò che si vorrebbe leggere nei decreti legislativi.

Vorrei soffermarmi su un punto non tecnico. Ovvero che la famosa “riforma dal basso” tanto decantata dal governo e dagli amici del non profit schierati sui banchi della maggioranza – non sanno quello che dicono – non è stata ispirata “dal basso”, ma è stata pasticciata dall’alto. Nonostante ciò, i contributi pensati, ragionati, condivisi (anche non sempre) nei gruppi di lavoro del Ciessevi quelli sì che sono espressione di “voce dal basso”. Il ruolo mio e di Francesco, cui si sono aggiunte le voci sapienti dell’amico Concari e di due esperte del mondo Arci, è importante ma davvero, senza retorica (non ne sono capace), i punti di vista delle organizzazioni hanno fatto la differenza.

Di governi tecnici abbiamo ancora ricordi nefasti; c’è necessità di “politica”, di scelte vere, anche “di campo” seppur non di fazione. I “tecnici” devono fare la loro parte, certo, pagateci pure per questo, io non mi tiro indietro. Ma, e sottolineo “ma”, c’è bisogno di “visione politica”.

Nel loro piccolo, le organizzazioni del Ciessevi – con mille dubbi, tentennamenti e divisioni – hanno dato il loro contributo per traguardare oltre la riforma.

Attendiamo il decisivo impulso politico del governo che deve disegnare – in quanto ha voluto la delega legislativa –  l’identità del non profit dei prossimi 20 anni. Aspettiamo con ansia – e possiamo dirlo? anche con preoccupazione – i decreti legislativi per capire che idea del non profit futuro abbia il governo.

Qui trovate il documento finale del Ciessevi. La parte fiscale inizia da pagina 7.

Aggiungo anche che nel frattempo il Ciessevi ha dato alle stampe e pubblicato online il nuovo numero di V-Dossier, periodico dell’associazione, dedicato per l’occasione alla Riforma. Potevo mancare di dire la mia anche qui? Certo che no!

Qui trovate tutto il numero, a pagina 47 il mio testo dal titolo “Odv in un limbo scale La lunga lista dei quesiti ancora senza risposta”

Carlo Mazzini

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