#Riformaterzosettore : l’anno che (forse) non verrà

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Oggi (28 giugno) alle 12 il Consiglio dei Ministri licenzierà in via definitiva i decreti legislativi su Codice del Terzo Settore, 5 per mille e Impresa Sociale.

Quindi l’avventura è appena cominciata.

Ma come in un eterno supplizio di Sisifo, ogni volta che qualche governante twitta (e lo faranno anche oggi) che “oggi nasce il Terzo Settore” – concetto banale e come tale ontologicamente falso – vi suggerisco di diffidare, gente, diffidare.

Infatti mancano un bel pò di tappe.

L’impresa sociale, per poter nascere come araba fenice dalle sue infelici ceneri necessita di 11 decreti (Ministero del lavoro e politiche sociali, a volte di concerto con Ministero dell’Economia e/o delle Attività produttive), il 5 per mille necessita di 1 solo ma importantissimo (Presidenza del consiglio dei ministri), e il Codice del terzo settore di ben 19 decretazioni (anche qui spesso si tratta di decreti concertati tra diversi ministeri).

Dato che come diceva Totò è la somma che fa il totale, il totale fa 31 decreti, mica noccioline.

Basta questo? No. Parlando solo del Codice del terzo settore (CTS), abbiamo 6 scadenze cioè date diverse tra abrogazioni ed entrate in vigore. E poi, per una parte sostanziosa delle disposizioni fiscali dobbiamo attendere la pronuncia della Commissione europea affinché queste possano essere dichiarate ammissibili e superino la presunzione di aiuto di Stato.

Non solo. Il Registro Unico degli enti del terzo settore sarà attivo entro un anno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del CTS; anzi, mi correggo. Entro un anno sarà predisposta la macchina dell’amministrazione centrale dello Stato (Ministero del lavoro) poi le regioni e le province autonome hanno tempo 6 mesi per modificare le proprie leggi sugli enti per far accedere gli stessi al Registro. Solo dopo tutto ciò il registro potrà essere attivo.

Non vi basta? Golosoni!

Vi ricordate le onlus? Bene: il vero start alle Onlus è stato dato con la pubblicazione della Circolare 168/98 dell’Agenzia delle entrate, cui hanno seguito credo un centinaio tra circolari e risoluzioni. La ricerca scientifica delle Onlus è partita 5 anni dopo la promulgazione della legge Onlus (DPR 135/03) perché si erano dimenticati di definire cosa si intendesse per ricerca scientifica di particolare interesse sociale. Quindi dobbiamo aspettare (speriamo non 5 anni) una imponente produzione di atti amministrativi, che ci auguriamo “congrui” al dettato dei decreti legislativi.

Inoltre (c’è sempre qualcuno che “inoltra”) all’articolo 1, c 7 della legge delega 106/16 si dice che

Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1, nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi fi ssati dalla presente legge, il Governo può adottare, attraverso la medesima procedura di cui al presente articolo, disposizioni integrative e correttive dei decreti medesimi, tenuto conto delle evidenze attuative nel frattempo emerse

Il che vuol dire che i decreti legislativi potranno essere corretti (credo entra metà luglio ’18) seguendo l’iter della decretazione delegata (passaggio dalle sole commissioni e non dall’Assemblea, Stato-regioni, Consiglio di Stato). Questa è stata un’ottima idea del legislatore per correggere in corsa i testi dove risultassero non adeguati o sbagliati.

Inoltre, ai sensi dell’articolo 97 del CTS è stata istituita una cabina di regia che fa le seguenti cose:

a) coordina l’attuazione del presente codice al fine di assicurarne la tempestività, l’efficacia e la coerenza ed esprimendo, là dove prescritto, il proprio orientamento in ordine ai relativi decreti e linee guida;

b) promuove le attività di raccordo con le Amministrazioni pubbliche interessate, nonché la definizione di accordi, protocolli di intesa o convenzioni, anche con enti privati, finalizzati a valorizzare l’attività degli enti del Terzo settore e a sviluppare azioni di sistema;

c) monitora lo stato di attuazione del presente codice anche al fine di segnalare eventuali soluzioni correttive e di miglioramento.

3. La composizione e le modalità di funzionamento della Cabina di regia sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente codice.

Anche lì c’è bisogno di un decreto che deve essere promulgato a breve (3 mesi) e che quindi riduce a 9 mesi la possibilità di modificare le regole.

Tutta questa mole di lavoro non tiene conto di almeno cinque variabili:

  • per quanto ciò dispiaccia a molti, ogni tanto in Italia si va a votare, e ciò succederà a febbraio ’18. Quindi i nostri politici o sono particolarmente avveduti e capiscono che la gran parte dei decreti deve essere scritta e resa attiva entro quella data (anche per incassare un credito verso un mondo non profit che comunque si compone di elettori) oppure … sono i nostri politici, e gran parte delle 31 decretazioni e dei chiarimenti ministeriali saranno spinte un pò più in là. Tanto non avete mica fretta, no?
  • Da settembre in poi i ministeri e i parlamentari saranno chiamati a redigere e votare la solita legge di stabilità, che quest’anno, tanto per cambiare, sarà lacrime e sangue anche se il governo dice che andrà tutto bene. Abbiamo la scure della clausola di salvataggio legata all’IVA, un PIL che non aumenta e quindi gli indicatori richiesti dall’Europa che non migliorano, le richieste e prebende locali dalle quali i parlamentari soprattutto in prossimità delle elezioni non potranno sottrarsi;
  • c’è lo spoil sistem, quel simpatico fox trot di poltrone dirigenziali che si realizza ogni volta che cambia un governo, e con le elezioni il ballo si riproporrà, togliendo tempo ed energie alla decretazione;
  • le disposizioni integrative – cioè il cambiamento in corsa sopra richiamato dei decreti legislativi – viene attuato tenendo “conto delle evidenze attuative nel frattempo emerse”; ma, signori miei, se in un anno solo una parte del decreto CTS (e quasi nulla del 5 per mille i cui cambiamenti sono attesi per il ’19) andrà in vigore il giorno dopo la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale, mi dite cosa sarà emerso come evidenza attuativa, in assenza di attuazione?
  • c’è il problema che non si è raggiunta per il CTS l’intesa tra Stato e Regioni e pertanto temiamo che si apra una stagione di conflitti istituzionali (ricorsi alla Corte Costituzionale) così come sta avvenendo per il decreto più “pacifico” che potesse esserci, quello sul servizio civile universale oggetto di ricorso da parte di alcune Regioni.

Cosa ci auguriamo?

Dato che non siamo gufi e ci auguriamo sempre il meglio per la nostra comunità, vorremmo proprio che ci sorprendessero e che quindi che non perdessero tempo. Che subito, entro settembre, gran parte del lavoro fosse fatto, che si ritrovasse una sintonia tra istituzioni, che si facesse l’interesse del non profit e quindi del Paese.

Che dite? Chiamiamo Macron e la Merkel e chiediamo di diventare un loro protettorato?

Carlo Mazzini

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