ODV e APS andiamo è tempo di trasmigrare … e poi?

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Qui parliamo della trasmigrazione delle ODV e delle APS nel RUNTS.

Riassunto delle puntate precedenti, per chi era distratto, per chi non c’era (cit.), per chi ha creduto a chi diceva che il passaggio sarebbe stato automatico (e inseguiva una sua chimera, cit. 2).

Partiamo dall’ultimo aspetto, che a mio avviso è quello centrale. Per anni ci è stato detto che le ODV e le APS sarebbero state iscritte automaticamente nel RUNTS, grazie alla trasmigrazione dei dati in possesso delle Regioni e delle Province autonome da un database all’altro.

Questa era e rimane una mezza verità, vediamo perché.

Anche in tempi di pre-riforma, le Regioni avrebbero dovuto avere in pancia un bel po’ di dati per ogni organizzazione dato che avevano il compito di controllare la legittimità dell’iscrizione ai vecchi registri ODV e APS e anche la legittimità alla permanenza negli stessi.

Avrebbero dovuto chiederli e trattarli. E qui partono una serie di magagne. Molte regioni chiedevano il minimo delle informazioni; comunque non digitalizzavano i dati, i documenti, i processi.

Ad essere generosi, negli ultimi 10 anni (ma avrebbero dovuto farlo ben prima) avrebbero dovuto trovare due soldi per prendere 10 giovani, affidare ad ognuno 10 enti al giorno, fargli raccogliere i dati, scansionare i documenti, mandare email preconfezionate per chiedere aggiornamenti; una Regione con 10mila enti (sono tantissimi!!!) avrebbe digitalizzato l’archivio in circa 20 settimane lavorative.

Alcune Regioni si ritenevano avanti, avendo predisposto da tempo un sistema digitale di raccolta dei dati dalle organizzazioni; brave quelle che l’hanno fatto e tirata d’orecchi per chi, tra queste, quando c’è stato da trasmettere i dati dal database originario a quello del RUNTS, ha scoperto che i due sistemi non si parlavano granché. Che è una cosa che al giorno d’oggi non si può proprio più sentire, anche perché, se riprendiamo la tempistica, scopriamo che:

  • il DM 15 settembre 2020 è uscito ad ottobre del ’20 (e il suo contenuto era noto alle Regioni da luglio) e conteneva anche le tabelle excel delle specifiche del RUNTS, quali sarebbero stati i campi, le loro caratteristiche ecc.
  • alcune Regioni – ben guidate, perché ne esistono! – hanno incominciato ad inviare alle organizzazioni un piccolo file in excel da riempire con alcune informazioni base, tra le quali i riferimenti del rappresentante legale
  • alcune lo hanno fatto di corsa a primavera ’21, quando il Ministero aveva detto alle Regioni e a Infocamere che il RUNTS sarebbe partito a pochissimo (poi il termine è slittato), e quando il Sole 24 Ore si era permesso di scriverlo il Ministero è trasecolato, sia mai che un giornale faccia il suo mestiere!

Come dire: la norma ha dato tempo alle Regioni 6 mesi di tempo per fare il trasferimento dei dati dal fatidico 23 novembre, ma le Regioni avevano contezza della quantità, qualità e natura dei dati già da un anno prima.

Ciò significa che non ha scuse chi tra le Regioni arrivasse lungo a fine febbraio, quando scadono i 6 mesi di trasmigrazione!

Poi c’è la parte che più interessa gli enti e li coinvolge in prima persona.

Dicevo, la leggenda narra di enti (ODV e APS) che, così come sono, si trovano nel RUNTS.

Vero? Fino ad un certo punto. Anzi direi di no.

Facciamo il migliore dei casi possibili. ODV o APS con tutti i dati richiesti nel RUNTS già in possesso della Regione. Improbabile, anzi, secondo me impossibile. Infatti, se andate a vedere la prima pagina di inserimento dei dati troverete richieste (anche obbligatorie) che in vita mia non ho mai sentito chiedere dalle Regioni. Ma, facciamo finta che la Regione abbia inserito tutti i dati che in passato le aveva trasmesso l’ente.

Sono aggiornati? Il Consigliere Rossi c’è sempre o è stato sostituito dalla Consigliera Bianchi?

Alcune informazioni sono opzionali ma molto rilevanti. La Regione, se non ce le ha, le desume da statuto o ad orecchio? La Regione sa se l’ente vuole partecipare al 5 per mille? La Regione conosce l’IBAN dell’ente? Per la classificazione ICNPO, ci pensa la Regione a precompilarla? La Regione è a conoscenza delle limitazioni di rappresentanza (si pensi al tesoriere che può agire in banca fino ad una certa somma o per sole certe operazioni)? La Regione conosce il numero di soci e il numero dei volontari alla data di oggi? E via dicendo …

Dato che tutte le risposte a queste domande sono negative, a me sembra ovvio che l’ente debba necessariamente entrare nel sistema e

  • controllare la qualità e la correttezza delle informazioni, dei dati e dei documenti preinseriti dalla Regione
  • correggere e integrare dati, informazioni e documenti
  • inviare l’istanza di iscrizione (PDF/A, firma digitale ecc …) con i dati aggiornati

Quindi: in cosa si risolve la questione della trasmigrazione? Nella sostanza è un servizio che le Regioni danno agli enti, chi in modo professionale, serio e rispettoso, chi “un tanto al chilo”.

Un servizio “introduttivo” ma non conclusivo, nel senso che la Regione non può avere la certezza che i dati siano aggiornati e completi (parlo di quelli opzionali, dato che se mancano quelli obbligatori, di fatto l’istanza non è completa).

Ciò significa, e torno all’inizio, che la narrazione propinataci dall’inizio è falsa, e cioè che le ODV e le APS sarebbero state iscritte in automatico.

E pensate che non hanno ancora iniziato ad aprire i file degli Statuti.

Lì sì che ne vedremo delle belle!

Iscrizione automatica!?! … ma mi faccia il piacere!

Carlo Mazzini

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