Commercialisti per il non profit: 9 consigli a enti e a professionisti

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Eccoci qui arrivati nella nuova rubrica: consigli non richiesti e non voluti.

Oggi si parla di quei professionisti, di norma commercialisti e revisori, che ricoprono incarichi nella nostra organizzazione per tre ruoli distinti:

A. il commercialista che ti dà una mano a tenere in ordine e correttamente la contabilità, oltre ad interpretare le norme sul terzo settore

B. il commercialista o altro professionista qualificato a ricoprire l’incarico ex art 30 del Codice del terzo settore, quindi di membro dell’Organo di controllo (anche monocratico)

C. il revisore o la società di revisione che assume l’impegno professionale di effettuare la revisione legale dei conti ec art 31 del CTS.

La domanda che mi fate di norma è: conosci qualcuno che possa fare A, B o C (i più si arrischiano a dire A, B, & C)?

Domanda sbagliata.

La domanda da farsi è: quali caratteristiche deve avere un professionista che ricopre un singolo incarico o tutti questi incarichi?

Dato che non sono commercialista, né revisore, né appartengo ad una di quelle professioni citate all’art 30 CTS, non mi azzardo a dire quali sono gli skill richiesti.
Ma dalla mia esperienza di affiancatore di enti (fiancheggiatore mi sembrava truce) e di amico di commercialisti, mi permetto di dare consigli – alcuni vi faranno male – per la gestione delle figure e dei ruoli.

  1. i professionisti si pagano, ancor più se hanno un ruolo di controllore; non voglio sentire questioni risibili (ripeto per i più tardi a capire, “RISIBILI”) da enti che se hanno bisogno di controllori vuol dire che hanno raggiunto entrate e patrimoni ragguardevoli (andate a vedere cosa dicono gli articoli 30 e 31 citati).
  2. alcuni professionisti si offrono di dare i propri servigi gratuitamente. Non rovinano la piazza; se se la sentono, fanno bene. Ma non sceglieteli per questo! Il rischio che, alle vostre lamentele (“non mi hai detto che avrei dovuto far questo …”), vi rinfaccino la gratuità dell’incarico è altissimo. Sapevatelo!!!
  3. evitate di avere commercialista e controllore dello stesso Studio; certo che si può fare, ma voi non sapete quali siano i rapporti di forza tra i due all’interno della stessa legal or tax firm, e dato che il vostro obiettivo è di avere professionisti influenzati (guidati) dal solo loro sapere, evitate di mettervi nei guai da soli.
  4. se poi un commercialista si propone di fare sia il commercialista che vi tiene i conti, sia il controllore (ODC o Revisore), indicategli la porta.
  5. sarebbe meglio farsi affiancare da professionisti che già masticano, anzi, digeriscono di Terzo settore e dintorni; dato che non ce ne sono tantissimi, se non li trovate esigete che i neofiti studino.
  6. torniamo allo studio, nel senso di studiare. I professionisti che non sanno di terzo settore sono di norma preparatissimi in altro, nel senso che hanno solide basi su diritto tributario, tassazioni, revisioni ecc. Non partono da zero, fateglielo presente, premete sul loro amor proprio, sul loro orgoglio. E’ vero che le norme sul non profit (CTS incluso) sono “specialistiche” ma non sono un mondo a parte. Basta che studino, che ne abbiano voglia e che credano più che in voi (bella cosa, ma non basta) in un mercato che è F L O R I D O, che è liquido (nel senso che paga). Certo, non potranno esigere importi pari a quelli richiesti alle multinazionali, ma decorosi sì.
  7. lo studio (sempre nel senso di studiare) comprende l’aggiornamento. Le norme fiscali cambiano di continuo, così le sue interpretazioni. Questo i commercialisti lo sanno. Ricordarglielo non fa male.
  8. fate presente che se ricoprono sia la funzione di Organo di controllo che di revisore legale dei conti, lo sforzo sarà doppio! Quindi se la devono davvero sentire (io di norma lo sconsiglio).
  9. I commercialisti e i controllori è meglio che siano esterni alla famiglia (mio cuggino segue una bocciofila!) o agli affarti di famiglia. Dovete poterci discutere o litigare in sacrosanta serenità.

Cari Presidenti, cari direttori amministrativi e cari professionisti. Contenti di questa lista?
Non credo più di tanto.
Ma io non devo lisciare il pelo a nessuno e se ho scritto questo è per rendere servigio agli uni e onore agli altri.
Perché abbiamo tutti bisogno di professionisti in gamba, dediti e convinti.

E l’assistenza e il controllo di un ente non profit non è un pranzo di gala!

Carlo Mazzini

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