Quando il politico fonda una non profit: trasparenza non ti conosco

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In quello che è stato ribattezzato Qatargate (perché i giornalisti a volte peccano di fantasia), un ruolo rilevante pare avercelo un ente denominato Fight impunity.

Giusto per gli amici giornalisti, affinché possano riportare il corretto inquadramento dell’ente, mi sono fatto delle domande e ho cercato delle risposte, magari parziali, ma che in parte soddisfano la mia curiosità.

Ad esempio: Fight impunity è un ente senza scopo di lucro per la legislazione di quale paese? Si è parlato di ONG, ma – almeno in termini di normativa italiana – non risulta iscritta all’elenco delle cd ONG italiane che ora si chiamano Organizzazioni della società civile.

Ha sede in Belgio, come recita il sito . Esiste un elenco degli enti non profit belgi? Quello che so è che esiste una mini guida sulle ASBL (associazioni senza fini di lucro belghe) e che lo statuto e tutti i fatti rilevanti, compresi i bilanci, devono essere depositati presso la cancelleria del tribunale delle imprese. In un database del Ministero di giustizia belga non risulta alcuna Fight impunity. 

Aggiungiamo altri fatti. Nel sito non c’è traccia di statuto né di bilancio e neppure di “riconoscimenti” da alcuna autorità. L’ente è un’associazione? E’ una fondazione? Ha un codice fiscale o una partita IVA? Niente di niente.

In merito al board troviamo questa situazione. Un Presidente (Panzeri, l’indagato, ex eurodeputato) con mini bio in inglese. Segue Honorary board composto da 8 persone / personalità (tra le quali le politiche italiane Bonino e Mogherini) con annesse mini bio. Essendo membri di un Honorary board non dovrebbero avere alcuna responsabilità nell’ente. Qualcun altro fa parte di questo ente ma ha responsabilità o incarichi? C’è qualcuno che è deputato a controllare ed è citato? Nulla si sa, nessuna citazione. Sotto “Our team” c’è uno spazio bianco.

Nel sito troviamo pagine di progetti, di iniziative, di video. Ma in termini di trasparenza, nulla, il vuoto, l’abisso.

Cosa evince un occhio clinico e un po’ cinico come il mio, al netto di ciò che si sa ad oggi? Che di questo ente non sappiamo nulla.

Se io fossi un personaggio pubblico invitato a parlare con questo soggetto, ad appoggiarne le istanze, a rappresentarlo in termini anche onorari, vorrei saperne qualcosa. E invece pare che le persone / personalità dell’honorary board non sapessero proprio nulla e gli andasse bene così. Si sono dimessi con effetto immediato. Ma da cosa? Lo sanno? Do per scontato che non sapessero nulla di quelli che sembrano essere stati affari sporchi.

Mi sono anche detto: magari non sapevano neppure di essere stati inseriti lì: millantato credito dell’associazione verso quelle persone. Ma se dicono (le due italiane, Bonino e Mogherini) “ci dimettiamo subito, con effetto immediato”, vuol dire che sapevano di avere una carica, ancorché onorifica. E se lo sapevano, perché PRIMA di essere citate con tanto di bio non si sono tutelate, non hanno chiesto notizie?

Si rendono conto che i loro santini servono a dire ai terzi “vedi che se c’è lei (o lui) ti puoi fidare?”. Non credono di aver agito con leggerezza se davvero non hanno chiesto nessuna informazione?

Questa storia, anche solo questa porzione piccolissima di una storia brutta di corruzione, insegna un sacco di cose. Ne sottolineo solo due.

La prima. Il potere va per cooptazione. Sono un eurodeputato: costituisco un ente e chiedo a famosi personaggi politici (colleghi di chiara e guadagnata fama) di farne parte garantendo che non avranno alcuna responsabilità. I famosi personaggi politici – evidentemente – non pongono alcuna condizione per offrire la propria presenza, per esibire la propria faccia. La fiducia che nutrono questi politici nei propri simili è enorme. O sono degli illusi o non leggono mai le cronache giudiziarie. O gli va bene così.

Secondo insegnamento. La trasparenza vale solo per chi non fa parte della cerchia dei potenti. Non è la prima volta che ce ne accorgiamo, se volete ho un’enciclopedia britannica di casi che dimostrano questo principio in forza del quale i potenti si assolvono dall’obbligo, dagli adempimenti, dalla fatica di rendere conto in modo chiaro e trasparente.

In definitiva chiediamoci: qual è quel fenomeno che vede i propri membri scegliersi per cooptazione e che porta a pensare di non dover dar di conto ai terzi?

La setta; manco la casta. Proprio la setta. Tutto il mondo necessario a queste persone (oneste e disoneste) si esaurisce lì dentro. Ci si riconosce, ci si dà di gomito, si usano gli stessi linguaggi. Chi non ne fa parte e promuove associazioni deve sottostare (giustamente) a tutti gli adempimenti purtroppo anche i più stupidi, inutili e dannosi. Devono dire chi sono, chi c’è, chi li controlla. Tutto giusto.

Nella setta nulla di tutto questo.

Son soddisfazioni, eh?

Concludiamo con un autogol dell’indagato.

Nella pagina della Vision, il Presidente dell’ente cita anche Martin Luther King:

“Rendiamoci conto che l’arco dell’universo morale è lungo, ma si piega verso la giustizia”

Ecco: si è portato sfiga da solo!

Carlo Mazzini

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