I 100 milioni rubati al 5 per mille 2011 vengono dati (per la SLA) alle Regioni

6

Certo che si fidano del non profit! Ma quanto si fidano!

Nell’ordine:

– chiudono l’Agenzia del Terzo Settore (e risparmiano 700mila euro)

– tagliano il 5 per mille 2010 (altri 80 milioni in meno)

– destinano i 100 milioni scippati dal 5 per mille 2011 per la SLA a chi? … alle Regioni!

Al netto quindi dei beneficiari ultimi che hanno tutta la nostra solidarietà, gli intermediari dei malati (chi dà loro interventi di “ricerca” e assistenza domiciliare) sono le Regioni. E’ quanto si evince dalla lettura del DM 11.11.11 (che cabala!) riportato in GU del 22.5.12 (“Ripartizione delle risorse finanziarie affluenti al Fondo per le non autosufficienze a favore di persone affette da sclerosi laterale amiotrofica, per l’anno 2011”).

Alcune domande che non temono risposta (in quanto non arriverà) sorgono spontanee, soprattutto in merito alla questione dei 100 milioni dati alla SLA (come fu riportato a suo tempo).

1. questi soldi servono a rimpinguare un fondo per le non autosufficienze e – come dice la norma originaria del 2006 – è stato costituito per “garantire l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali”.

Come dire che senza quei 100 milioni scippati al 5 per mille, non si sarebbero potuti garantire nel 2011 i livelli essenziali delle prestazioni! Nel 2012, e poi nel 2013 … come fate?

2. la ricerca! Ah, trovarla! All’art 2, c 3 del DM troviamo che una parte del finanziamento è destinato alla ricerca, ma non si parla di ricerca scientifica (come fu inteso a suo tempo, con microscopi ecc) ma di “ricerca finalizzata alla ottimizzazione dei modelli assistenziali per migliorare la qualita’ di vita del paziente e prevenire le complicanze”. Sono sicuro che sia qualcosa di utile, anche se mi puzza un po’ di supercazzola, anche alla luce dell’importo che viene destinato a questa ricerca: l’1%. 1 milione di euro che però sarà diviso per regione.

La Valle d’Aosta – per studiare nuovi modelli assistenziali per migliorare la qualità di vita del paziente affetto dalla SLA – avrà a disposizione 2.500 euro (1% di 250mila). Che se ne fanno di 2.500 euro?

3. al comma 4 dell’art 2 del DM troviamo che le Regioni potranno collaborare con le “Associazioni di utenti”. Non c’è immagine più triste dire che le organizzazioni non profit siano associazioni di utenti, peraltro parlando di pazienti la cui mobilità e capacità di uso (da cui utente) di ciò che li circonda si riduce sempre di più col decorso della malattia.

E’ questa la concezione che hanno del non profit? Utenti che si riuniscono, chiedono soldi e via? Non rispondo delle mie azioni la prossima volta che sento qualcuno di parlare di sussidiarietà! Altro che sussidiarietà! Distribuiscono quei pochi soldi che non hanno (perché questi erano rivolti al 5 per mille) per sanare buchi di bilancio, così come hanno fatto l’anno scorso con l’8 per mille di gestione statale destinandone una parte per affrontare l’emergenza incendi, altrimenti saremmo ancora qui a bruciare come le testine dei zolfanelli!

 

Vediamo chi l’ha firmato (le persone impressionabili non proseguano la lettura) : il vecchio governo (11.11.11), quindi Sacconi, Fazio, Tremonti, … Giovanardi.

Con rispetto parlando …

Carlo Mazzini

Related Posts with Thumbnails
Share.

About Author

6 commenti

  1. Io direi che è arrivata l’ora di darsi una mossa. Questa è una vera vergogna (a dir la verità me lo aspettavo). E non solo per una ragione di attribuzione delle risorse che spettano di diritto ma perchè mette in evidenza il vulnus che è insito nella concezione corrente di sussidiarità come giustamente dice Carlo. Io propongo che non si usi più questo concetto. Tanto ormai il suo significato originario si è perso. Io quando sento parlare di sussidiarità sento puzza di bruciato (per essere signorile…..). Credo proprio che sia necessaria una mobilitazione intelligente, poco retorica e molto rigorosa. Per mettere la parola fine a questa vergogna. Azione legale, di comunicazione e politica. Altrimenti ce ne andiamo tutti a casa e buonanotte.

  2. Beatrice Lentati on

    Caro Carlo,
    come al solito, con molto garbo ed ironia ma anche con forza, ci metti di fronte alla realta della nostra politica che , purtroppo non cambia modalità di comportamento nonostante cambino le persone.
    Il nostro settore viene penalizzato con ogni mezzo , mi chiedo se consapevolmente, senza che venga tenuta nella minima considerazione la volontà del cittadino. Credo che per una mobilitazione intelligente come la definisce Massimo sia ora di mobilitare la massa. Non mi riferisco però alle associazioni nonprofit che a stento riescono a organizzarsi in piccoli gruppi finalizzati all’emergenza o a tavoli di interesse comune, nè ai coordinamenti che badano maggiormente agli interessi del proprio settore. Io credo che sia giunto il momento di mobilitare i donatori, persone di ogni ceto, cultura, genere ed età che , siccome credono in una Causa col cuore e con la loro intelligenza, decidono di sostenrla per migliorare il mondo in cui viviamo tutti. Chi meglio di una persona che sceglie di donare e di sostenere una Causa con il suo contributo e con la scelta oculata e determinata del 5×1000 può volere che il sostegno giunga abuon fine? credo che si possa creare un movimento , uno tzunami Buono costituito da milioni di donatori ( perchè sono davvero tanti i milioni di donatori in Italia!) che faccia sentire la sua voce. Un movimento apolitico di persone consapevoli, responsabili con una visione a lungo termine di ciò che è valido in questa nostra società messa a repentaglio da decisori inconsapevoli o peggio in mala fede. Un’utopia? Spero di no e sono pronta a darmi da fare per smuovere la consapevolezza e le coscienze di coloro che si adoperano per migliorare la società (che, sebbene globale, non ha valore se non si basa sulla responsabilità e la consapevolezza di ogni singolo individuo) di cui siamo parte.
    Se io fossi il presidente di una associazione importante coinvolgerei i donatori in questo processo….ma temo che siano in pochi a pensarla come me. Tu che nedici?
    Buon lavoro, Bea

  3. Sono totalmente d’accordo con Bea. Bisognerebbe coinvolgere i donatori. E questo dovrebbe essere anche un senso di responsabilitò delle associazioni Ma ad oggi VIta raccolgie appena 1.600 sottoscrizioni alla petizione, la cui maggioranza sono della solita cerchia (ci sono anche io). Figuriamoci se si mobilitano verso i donatori…..
    DI questo ne ho parlato anche qui: http://www.blogfundraising.it/sul-fund-raising/caro-governo-parliamoci-chiaro-che-ne-vuoi-fare-del-non-profit-e-del-fund-raising/

  4. Cara Bea, caro Massimo,
    “è tutto uno schifo” è la frase più populista, è la risposta che qualsiasi cittadino / contribuente rischia di dare alla lettura – veloce – di una comunicazione anche ben strutturata da parte degli enti.
    Il rischio del “è tutto uno schifo” è che anche la nostra associazione potrebbe essere sporcata dal fango.
    Quando non abbiamo più fiducia nelle istituzioni (in ciò che consideriamo istituzioni), anche il mondo che le sfiora ne è toccato.

    Pertanto, se è vero che bisognerebbe coinvolgere i donatori, non lo si può fare a cuor leggero.
    Bisogna capire come non buttare, con l’acqua sporca, anche il bambino.
    Il mio suggerimento è che si debbano mettere in primo piano tutte le cose che siamo riusciti a fare grazie al 5 per mille.
    Poi dire cosa, con quel 21% mancante, avremmo potuto finanziare.
    Affermare che ogni costo è certificato da un rendiconto che mandiamo al Ministero che nei prossimi 10 anni può chiederci incartamenti ecc.
    Solo ora dire che, affinché venga mantenuto
    a. il diritto del contribuente a erogare / destinare esattamente il 5 per mille agli enti
    b. il diritto delle organizzazioni a poter programmare con maggior certezza le attività

    è necessario che il 5 per mille continui a valere “5 per mille”

    Cari saluti

    cm

  5. Caro Carlo,

    se ho dato l’impressione di voler buttare tutto in una critica generalista e negativa della serie “è tutto uno schifo”, allora evidentemente mi sono espresso male. Tuttavia il rischio di dare adito al “è tutto uno schifo” c’è. E quindi il tuo punto di vista mi sembra molto appropriato.

    Io intendo dire, più semplicemente, che il taglio al 5 per 1000 è un danno per le organizzazioni e una limitazione di un potere dato ai contribuenti. CIoè i contribuenti sono stati colpiti dal provvedimento e non solo il non profit. Questo però imporrebbe che le organizzazioni non profit istaurassero un rapporto con i loro donatori in quanto stakeholder (o addirittura shareholders) e non credo che questa posizione sia condivisa da tante organizzazioni. Se così fosse allora i primi soggetti da coinvolgere sarebbero proprio i donatori. QUesto auterebbe anche a rafforzare un patto di azioen comune tra le organizzazioni e i donatori e colmare quella distanza, quel gap che ormai c’è tra qualunque istituzione (e le Onp sono istituzioni sociali) e la società civile. Altrimenti questa battaglia sul 5 per 1000 rimane molto “rivendicativa” e assume lo stesso valore di una azione di pressione che una categoria di lavoratori attua quando gli viene tolto un vantaggio. Legittimo, certo, ma poco efficace.

    In tale contesto le tue indicazioni le accolgo tutte comne quellla di mettere in relazione il 5 per 1000 con le azioni fate grazie ai fondi raccolti.

    mcc

    • Ora ci inseguiamo con le scuse
      😀

      Io avevo fatto un salto logico; non ritenevo che tu e Bea diceste “è tutto uno schifo” ma che questa sarebbe la risposta dei donatori ad una nostra sollecitazione troppo spensierata e solo rivendicativa.

      Siamo allineati, Massimo.
      … e questo dovrebbe preoccuparti!
      😀

      cm

Reply To Massimo Coen Cagli Cancel Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Questo sito utilizza cookie per funzioni proprie. Se continui nella navigazione o clicchi su un elemento della pagina accetti il loro utilizzo Per maggiori informazioni vai in fondo alla pagina e clicca su "Privacy Policy"

Vai in fondo alla pagina e clicca su "Privacy Policy" - Per contattarci su questioni "Privacy" scrivi a "studiouno (chiocciola) quinonprofit.it"

Chiudi