Associazioni culturali: pubblicato l’elenco delle organizzazioni che usufruiranno di una strana agevolazione

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Forse qualcuno di voi ricorderà che nella finanziaria del 2007 avevamo trovato un’agevolazione misteriosa diretta alle associazioni culturali.
Riportiamo qui l’articolo.

Art 1, cc 185 – 186 – 187 L 296/06

“185. A decorrere dal 1 gennaio 2007, le associazioni che operano per la
realizzazione o che partecipano a manifestazioni di particolare interesse
storico, artistico e culturale, legate agli usi ed alle tradizioni delle
comunita’ locali, sono equiparate ai soggetti esenti dall’imposta sul
reddito delle societa’, indicati dall’articolo 74, comma 1, del testo unico
delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni. I soggetti, persone
fisiche, incaricati di gestire le attivita’ connesse alle finalita’
istituzionali delle predette associazioni, non assumono la qualifica di
sostituti d’imposta e sono esenti dagli obblighi stabiliti dal decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive
modificazioni. Le prestazioni e le dazioni offerte da persone fisiche in
favore dei soggetti di cui al primo periodo del presente comma hanno, ai
fini delle imposte sui redditi, carattere di liberalita’.

186. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare
entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge,
sono individuati i soggetti a cui si applicano le disposizioni di cui al
comma 185, in termini tali da determinare un onere complessivo non superiore
a 5 milioni di euro annui.

187. In ogni caso, nei confronti dei soggetti di cui ai commi 185 e 186
non si fa luogo al rimborso delle imposte versate.”

Criptico? Altro che!!!

Ora esce l’elenco delle organizzazioni che – iscritte – sono state valutate congrue rispetto alle richieste della legge.
Ecco il provvedimento con la lista delle associazioni (DM 3/7/2008).

Sui dubbi in merito dell’utilità di detta agevolazione, vi rimando al mio commento.

Sono 703 organizzazioni di tutt’Italia che dicono di operare “per la realizzazione o che partecipano a manifestazioni di particolare interesse storico, artistico e culturale, legate agli usi ed alle tradizioni delle comunità locali”.

Qualche dubbio c’è a scorrere la lista.
Un Inter Club rinnoverà la tradizione del club meneghino dato il fresco arrivo di Mourinho, probabilmente.
L’associazione di pallanuotisti rimembrerà le vecchie glorie delle palombelle anche non rosse.
Un Rotary Club … questo è davvero difficile, non ho abbastanza fantasia.
Una organizzazione di volontariato risulta ignara dell’inutilità di dette previsioni nei suoi confronti, dato che essa ha un regime agevolativo già applicabile sulle imposte dirette, e comunque non può effettuare attività commerciali – tranne quelle marginali già detassate.
La Società Nazionale Ortodontica Implantare … avrà un qualche collegamento con le tradizioni locali, non chiedetemi quali; magari tireranno fuori i consigli della nonna, “mastica piano e di continuo …”.
Qualche fondazione si sente associazione, e vabbè.

Possiamo dire solita lista all’italiana?
E le conseguenze per chi si è iscritto e si autoapplicherà le agevolazioni? Sappiate che restano impregiudicate eventuali attività di accertamento.

Quanto costa e come calcolare la quota di esenzione?
Rispiego.
In merito alla prima agevolazione, si rendono esenti gli eventuali redditi non già esentati per altre norme.
Ciò vuol dire che non applico più la L 398/91 (comunque favorevolissima) o altri regimi agevolati che comunque mi obbligavano a pagare l’IRES (seppure in misura ridotta).
La norma dice che questa legge non deve costare allo stato più di 5 milioni.
703 iscritti. Sono ottimista, il 20% non avrebbe comunque avuto alcuna imposizione IRES.
560 soggetti risparmiano qualcosa, quanto?
Ipotizziamo che tutti applichino la 398/91. 5 milioni di imposta risparmiata dai soggetti (a spese dello stato) vuol dire redditi di natura commerciale pari a circa 500 milioni di euro (coefficiente di redditività del 3% al quale applico l’aliquota IRES 33% o 27,5% dal 2008).
Dato che la 398/91 si applica per redditi fino a 250mila euro, ottimo, la spesa è giusta, nel senso che ci stiamo.
Certo, se invece si applicasse loro il regime normale, dovrebbero avere utili complessivi di euro 15 milioni, che vuol dire
che ogni organizzazione potrebbe avere un utile non maggiore a circa 27.000 euro. Se si superasse – nella media – questo limite … non è dato sapere chi paga lo sforamento: le associazioni? lo stato?

L’altra questione è: quanto costa la frase “Le prestazioni e le dazioni offerte da persone fisiche in favore dei soggetti di cui al primo periodo del presente comma hanno, ai fini delle imposte sui redditi, carattere di liberalita’”
Lo dico io. Costa tantissimo nei termini di certezza del diritto.
“Ai fini delle imposte sui redditi” di chi? Del donatore? Allora possono essere dedotti o detratti? Da aziende e da persone fisiche? Fino a quale limite?
Follia. Scrivere così le leggi significa voler alimentare l’incertezza della loro applicazione.

Carlo Mazzini

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2 commenti

  1. ciao Carlo,
    non esiste un organo competente cui fare pervenire le tue osservazioni con una proposta comrretta di legge?penso che visto lo stato dell’arte non ci sia che da arrangiarsi dando una mano agli ignoranti legislatori. sperando che vogliano farsi aiutare…..e accompagnando una proposta con molte firme
    buon lavoro,
    Bea

  2. Le mie osservazioni non contano, cara Bea,
    Il problema che sottoponi è reale e grave.
    L’organo che potrebbe recepire suggerimenti, proposte, istanze, warning c’è e risponde al nome di Agenzia per le Onlus (o per il Terzo Settore).
    Il problema è che non vi è un organismo che vada oltre alla singola chiesetta di provincia (settoriale, quindi) che sappia raccogliere i suggerimenti ecc farli propri con valori, discorsi (alti) politici ecc.
    Non c’è, punto e basta.

    Carlo Mazzini

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