In un articolo di poco tempo fa, mi chiedevo come il giorno dopo, in un Convegno importante per argomento e standing degli organizzatori, si sarebbe riusciti a ridurre i tempi di intervento (finanzieri, alti commis di stato ecc) in modo da far dire a 12 persone per 15 minuti ciascuno qualcosa di comprensibile.
L’Agenzia delle Onlus ce l’ha fatta.
Tutti hanno rispettato i tempi e gli argomenti riportati sono stati comprensibili.
Attenzione: comprensibili, non condivisibili.
Il grosso errore è stato quello di confondere le raccolte pubbliche di fondi dalle raccolte fondi; ne parlo nel prossimo numero di Vita, aspettate qualche giorno.
Inoltre, sono stati presentati alla fine tre casi di super truffe (2 al Nord, una al Sud) che veramente non hanno aggiunto nulla alla comprensione del fenomeno.
Perché, sia chiaro, fin dall’inizio si è scelto di dire: il controllo è per far crescere il non profit.
Bene. Un ente non profit onesto dovrebbe sperare in un controllo in quanto non avrebbe nulla da nascondere ai finanzieri.
Ma il problema è che la complessità delle leggi e la difficoltà di interpretazione delle stesse non mettono al riparo nessun ente.
Pertanto se mi presentano 3 megatruffe, mi stanno parlando di un fenomeno comune in qualsiasi settore, dalla pesca dei mitili alla tresca tra militi.
Pertanto Valore Aggiunto = 0 (zero)
Se mi avessero parlato di contestazioni incerte su profili Onlus, IVA, Imposta sugli Intrattenimenti, incroci con L 231/00, somministrazioni alimenti e bevande …
… quanto ci saremmo divertiti.
Avremmo certamente imparato qualcosa, e avremmo scoperto che c’è chi controlla e dà direttive serie per una gestione seria di enti non profit.
Invece siamo caduti nell’esempio eclatante, nell’esposizione del freak: “venghino siori, ecco a voi la donna barbuta!”
Appunto, che barba.
Carlo Mazzini
PS
Qui trovate un bel commento sul Convegno (si parla anche dell’inevitabile flop dell’impresa sociale) dell’infaticabile, insostituibile Gabriella Meroni
