Il Governo colpisce gli enti che lavorano per i minori

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demlAggiornamento 3.4 – Il Sole 24 Ore è uscito con un articolo a firma di Melis e Bagnasco sul quotidiano di oggi, messo online qui

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Gira voce che un decreto recente affosserebbe le organizzazioni – e le aziende – che lavorano stabilmente con i minori.

Sappiate che non è una voce, ma una solida realtà, come dice la pubblicità.

Ne ha parlato Vita, e la questione è così riassumibile.

Due anni e mezzo fa, l’Unione Europea esce con una direttiva che rende più incisiva l’azione contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori. Manda quindi a dire agli stati membri di conformarsi alla direttiva e l’Italia, con la calma olimpica che ci contraddistingue, finalmente dopo oltre due anni esce verso fine marzo un decreto legislativo (quindi un atto avente forza di legge emanato dal Governo) che in effetti inasprisce le pene per questi delitti contro i minori.

Nell’atto originario del governo sottoposto a parere delle commissioni giustizia di Camera e Senato si leggeva di un obbligo a capo di datori di lavoro e di chi impiega personale volontario di andare a recuperare le informazioni dal casellario giudiziale dei propri dipendenti e volontari nel caso questi fossero per l’attività in contatto diretto e regolare con minori.

La seconda commissione della Camera esprime una condizione per dare parere favorevole, che consiste nell’aggiungere una sanzione al datore di lavoro (o organizzazione che impiega volontari) che non adempi all’obbligo.

Il governo si riunisce, i giovani ministri tirano i dadi, e dato che sono “ggiovani” e giocano a quei giochi di ruolo con dadi a 20 facce vengono fuori due cifre: 10.000 e 15.000 euro. A tanto ammontano le sanzioni per aziende o organizzazioni che non richiedono il casellario giudiziale relativo al personale (retribuito o meno) che lavora con i minori.

E’ tempo di votazioni europee e ci chiediamo: possibile che in Europa si pensino vaccate del genere? Ovviamente no. Nella direttiva 93/2011 che ha dato origine al decreto legislativo – D Lgs 39/14 – si legge tutt’altro, ovvero che gli stati membri devono mettere in condizione le aziende e gli enti che lavorano con i minori di poter accedere ai casellari giudiziali, (art 10, c 2)

“… abbiano il diritto di chiedere informazioni, conformemente alla normativa nazionale e con ogni mezzo appropriato, quali l’accesso su richiesta o tramite l’interessato, sull’esistenza di condanne penali per i reati …”.

Quindi, ciò che per l’Europa è un diritto (delle organizzazioni) in Italia diventa un dovere, cui se non ottemperi paghi salatissime multe.

Sono molte le domande che possiamo farci, e sono di natura tecnica. Dato che il decreto entra in vigore il 6 di aprile, come faranno le organizzazioni ad accedere a questi dati? C’è tempo? Ha un costo? E se non adempiono entro il 6 di aprile sono passibili della sanzione?

Ma lasciamo rispondere a chi ne sa più di noi; io sono più prosaico e mi chiedo

– perché mai cambiano i governi e le vaccate sono sempre le stesse?

– perché un manipolo di deputati si fa venire in mente la genialata di sanzionare chi non ottempera ad un dovere non previsto dalla direttiva? (ecco chi sono)

– perché il governo più veloce che ci sia non si dà una calmata e non riflette prima di scrivere stupidaggini delle quali non conosce le conseguenze?

– qualcuno ha chiamato (anche al telefono, magari un sms) il garante della privacy per chiedergli cosa ne pensa dell’accesso di organizzazioni nei dati (sensibili) di propri addetti?

– qualcuno ha idea di quanti sono gli enti che lavorano con i minori? Sono andato sul sito dell’Istat e ho trovato che nei settori dello sport, delle attività ricreative e nella scuola primaria e secondaria sono state censite (anno 2011) quasi 93.000 organizzazioni, che occupano 88mila persone e 1 milione e 51 mila volontari. Magari tra i volontari ci sono anche i soci fruitori, non lo so. Magari non tutti i lavoratori lavorano a diretto contatto con i minori. Magari non tutte le organizzazioni lavorano con i minori. Ma giusto per capire l’ordine di grandezza, un salto sul sito dell’Istat potevano farlo i governanti e i deputati e capire cosa stavano per innescare?

Capiamoci, cari governanti e politici.

Questo meccanismo infernale NON serve a stanare i disonesti. Le organizzazioni sono già punibili ex 231/00 nel caso fossero soggetti poco attenti nel prevenire questi delitti. Tutto ciò serve solo a rendere più difficile la vita alle organizzazioni.

Ma non c’era stato qualcuno che con accento toscano aveva detto che era in atto una guerra alla burocrazia?

Renzi, cambia verso, grazie.

Carlo Mazzini

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