Stabilità 2015: gli emendamenti che interessano il non profit (agg.to)

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Ecco un’antologia assolutamente parziale degli emendamenti al disegno di legge di stabilità 2015 che sono stati presentati al Senato in questi giorni e concernenti il non profit.

(Aggiornamento lun 15.12 pomeriggio: da quel che mi risulta, tutti gli emendamenti qui riportati sono stati respinti o dichiarati inammissibili, tranne, forse, quello governativo sul 5 per mille e sulla rendicontazione)

Aumento a 30.000 euro del tetto delle detrazioni riconosciute a chi dona alle Onlus: art 1, c 103

Due deputati, uno SEL (sinistra e libertà), l’altro del gruppo misto, propongono di sopprimere il comma, lasciando così il tetto a 2.065. Ci si chiede il perché di una scelta così miope. Diciamo che è una scelta molto sinistra e che non riconosce la libertà di donare.

Benefattori

Stabilizzazione del 5 per mille: comma 104

Emendamento del Governo che prevede di prendere a bacchettate sulle mani i funzionari pubblici che non pubblicano sui siti dei ministeri competenti le liste dei buoni e dei cattivi del 5 per mille, distinguendoli tra chi ha inviato e chi non ha inviato (o prodotto) il rendiconto. Stesse bacchettate – multe – anche alle organizzazioni. Probabilmente al Governo non sanno che per le manchevolezze degli enti che non producono il rendiconto esiste già un DPCM che promette lacrime e sangue.

Ignari

Allargamento della detraibilità delle donazioni ai partiti anche per coloro (gli eletti) che spintaneamente devono dare una parte delle loro prebende ai partiti di appartenenza: comma 105

C’è chi si oppone e consiglia giustamente di cancellare il comma, e chi invece propone di allargare la detraibilità a misteriosissime altre forme di donazione.

Che avrà voluto dire?

Aumento della tassazione dei redditi da capitale per tutti gli enti non commerciali: art 3, c 27

Molti ne chiedono la soppressione, volendo fare un piacere alle Fondazioni Bancarie. Altri lasciano l’aumento alle altre non profit ad esclusione delle FB. Altri ancora cercano di limitare i danni per le FB. Tra queste anche una certa Lancillotto che è la moglie di un certo Bassanini che è presidente della Cassa Depositi e Prestiti partecipata ampiamente dalle FB.

Nessun conflitto d’interessi, solo convergenza

Passiamo a chi ha invece avuto qualche idea – a volte buona, altre volte pessima – e l’ha aggiunta al ddl.

Esenzione IVA per la ricostruzione di opere di urbanizzazione secondaria (ottenuta attraverso donazioni) necessaria dopo evento calamitoso. L’idea è condivisibile: bisogna vedere se poi l’IVA rimane in groppa ai fornitori che non riescono a detrarsela.

Rimborsi da Ministero del Lavoro – oltre che per le autoambulanze – anche per materiale ed attrezzature di soccorso

Rimborsi forfettari ai volontari di APS, non tassabili in capo ai volontari. Questa è davvero pessima, lo abbiamo già detto a latere della riforma del terzo settore. Ma evidentemente sono davvero convinti di fare il bene del volontariato, quelli del PD.

Due emendamenti sull’8 per mille: uno prevede di togliere l’inoptato e riversarlo a favore dello Stato (si parla di 6/700 milioni in meno distribuiti). L’altro prevede che la parte dedicata allo Stato non possa essere defraudata come di solito viene fatto per colmare altri buchi.

ONG: qualcuno ha scoperto che c’è una questione IVA, che la nuova legge sulla cooperazione ha più buchi di una gruviera. Due emendamenti consentirebbero di acquistare senza IVA (come è ora) quando i beni vengono esportati per ragioni umanitarie. Si aspetta un decreto del MEF perché lo si possa fare ma nel frattempo si ritiene applicabile la previsione attuale contenuta in altro decreto dell’88.

Sul problema ne ha scritto ampiamente su questo blog Concari e io con lui (4 o 5 volte). Avevamo fatto presente anche al Vice Ministro Pistelli la questione, ma lui e il MAE avevano negato che ci fosse un problema. Finalmente dopo mesate e mesate di pensieri, la questione è venuta a galla.

Meglio tardi che mai.

 

Carlo Mazzini

 

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