La VI Commisione – Finanze e Tesoro – ha esaminato in sede consultiva il 31 luglio il testo di Riforma del Terzo Settore, evidenziando quelle che a suo parere sono alcune migliorie che la I Commissione referente del ddl dovrebbe operare sul testo.
La prima critica sul testo è quella relativa al fatto che non si capisca a cosa si riferisca (il ddl) quando parla di Terzo Settore, o, meglio, quando parla di agevolazioni fiscali e altre agevolazioni (art 9, c 1, lett b, c, i, e) sembra riferirsi sia agli enti non commerciali che alle Imprese Sociali.
Sull’impresa sociale, rilevando che il testo non dice di quale divisione parziale di utili potranno beneficiare gli azionisti dell’IS, suggerisce di riportare con precisione la misura o il metodo di calcolo degli stessi.
A parere della Commissione, inoltre, non è corretto riferirsi – come fa il ddl – ad una vecchia legge delega del 2014 che risulta “scaduta” e alla quale quindi non può più farsi latrice di innovazione fiscale.
Suggerisce, secondo me sbagliando, di dare l’opportunità alle ODV e alle APS di pagare i volontari con rimborsi forfettari; quello che la Commissione non comprende – ed è grave dato che i suoi componenti dovrebbero sapere di economia – è che, tacendo dello stravolgimento dell’idea di volontariato, ciò porterebbe ad un aumento esponenziale dei costi per le non profit (ne parlai già qui, un anno fa). Se l’associazione riconosce 500 euro esentasse (per il percepente) ad un volontario (magari il Presidente) come farà a negarlo agli altri 40 volontari?
E ancora. Un’associazione ad oggi paga 1.000 euro una persona (inquadrandolo per bene, con oneri fiscali e contributivi in aggiunta). Se la proposta della VI Commissione passasse, avremmo le associazioni che proporrebbero 1.100 euro alla persona e si otterrebbe
- meno gettito fiscale
- meno contributi (e meno protezione sociale)
Un’ipotesi del genere sostenuta dalla VI Commissione (Finanze e tesoro) proprio non ce la saremmo aspettata!
Carlo Mazzini
