Articolo 30: inizia la caccia alle streghe …

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739strega[1]… e le vittime saranno – come in ogni onesta caccia alle streghe – degli innocenti!

Di cosa stiamo parlando?

Parliamo dei commi da 1 a 3-bis  30 del DL 185/08 (conv. con modif da L 2/09) che nelle intenzioni di un legislatore incompetente dovrebbe far venire fuori il marcio che c’è nel non profit. Ah, fosse così! Purtroppo la realtà è molto diversa, come già dissi; e quanto è triste citarsi, soprattutto quando si prevedono disgrazie!

Qui di seguito il video del 13 febbraio scorso

Vi sembro esagerato, apocalittico, catastrofista?

Facciamo parlare i fatti.

1. Gli enti di tipo associativo erano nel ’99 ben 200.000 (ISTAT), e 10 anni dopo possiamo ritenere che non siano meno di 230/240.000.

2. L’articolo 30 citato dispone che tutte le associazioni (con poche eccezioni) debbano inviare una dichiarazione – per via telematica – contenente dati e caratteristiche della propria organizzazione e delle attività svolte, dichiarazione attestante la congruità di statuto e realizzazioni rispetto a due articoli (art 148 TUIR e 4 della legge IVA). Grazie a questi due articoli le associazioni possono decommercializzare (non pagare le tasse e ridurre al minimo gli adempimenti) le seguenti entrate:

  • quote sociali
  • corrispettivi derivanti dalla vendita di beni / servizi ai propri associati

3. Il modello della dichiarazione avrebbe dovuto essere prodotto da un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate entro la fine di gennaio ’09.

4. Il provvedimento – con modello – è stato pubblicato ieri sul sito dell’Agenzia.

5. I benefici si perdono se

  • non si compila il modello, oppure se
  • lo si compila dando risposte non congrue rispetto alle richieste della legge

6. Le richieste di legge (obblighi statutari e conseguente modus operandi) contenute nei due articoli citati (148 e 4, legge TUIR e IVA) contengono tecnicalità sia tributarie che giuridiche strictu sensu.

7. Il termine ultimo di invio della dichiarazione è il 30 ottobre di quest’anno.

Ora veniamo al commento punto per punto dei fatti; ovviamente avremo modo di ritornarci sopra ben più diffusamente, qui ed altrove.

1. Il numero di oltre 200mila organizzazioni è mostruosamente alto. Un adempimento complesso – come vedremo – e poco intelleggibile nelle sue singole parti dichiarative produce certamente una serie di “falsi positivi”, cioé di gente che ha detto una cosa (siglando un SI o un NO) ma intendeva affermarne un’altra. Il tutto perché la materia è tecnicamente complessa e il modello di dichiarazione è sbagliato, pedante e induce alle più diverse interpretazioni. Pensate alla facilità dell’iscrizione al 5 per mille; nulla di trascendentale, ma errori e omissioni hanno falcidiato il primo anno almeno il 20% delle organizzazioni che si erano iscritte!

2. Le quote sociali e i corrispettivi derivanti dalla vendita di beni / servizi ai propri associati sono le due fonti primarie delle associazioni. Pago il corso di danza, di formazione; sottoscrivo la quota associativa. E’ quanto di più normale ognuno di noi, cittadini di questo misero paese, faccia ogni anno più di una volta. Colpire tutte le organizzazioni con un adempimento complesso, cervellotico e ingiusto, colpendole appunto sulle due principali fonti di entrata è ciò che di più meschino uno stato può fare ad una parte sana del paese.

3. e 4. Se uno di noi ritarda un adempimento se la deve vedere con sanzioni, reprimenda ecc. Il Direttore dell’Agenzia può uscirsene fuori con un provvedimento con ben 8 mesi di ritardo (rispetto ad un termine di legge!!!) senza subire alcun rimbrotto. Se un’organizzazione non inviava la dic sostitutiva entro il 30.06 per il 5 x mille era fuori, senza appello.

5. Una parte considerevole delle organizzazioni non compileranno il modello perché non sapranno che c’è questo obbligo, non tutte leggono Il Sole, Vita … questo blog; altrettante scriveranno qualcosa di compromettente (sbagliando un SI o un NO). Le conseguenze saranno disastrose:

  • quote sociali e corrispettivi diventeranno attività commerciali “in automatico” per chi si dimentica (non sa) e a seguito di un accertamento per chi sbaglia. Dovranno pagare una quantità di imposte, sanzioni ed interessi che neppure ci immaginiamo. O forse le cifre di incasso per lo stato, secondo alle dichiarazioni del Ministero alla presentazione del DL, saranno 150 mln di euro per quest’anno (ma ritenevano che il Direttore dell’Agenzia non fosse così “slow hand”), 150 per il 2010 e 300 per il 2011!
  • una volta persa la decommercializzazione su quelle entrate, le associazioni diventeranno tout-court enti commerciali, per effetto dell’art 149 del TUIR (che dice che se la maggior parte delle tue entrate derivano da attività commerciali, si un ente commerciale).

6. Volete sapere cosa dovete avere nel vs statuto? Andate a pagg 5 e 6 delle istruzioni e confrontate il vs statuto con quelle previsioni (punto 36, lett da a ad f): ad esempio, sapete cosa vuol dire “esclusione della temporaneità della partecipazione alla vita associativa”? Ecco, appunto.

7. Il termine del 30 ottobre è troppo vicino, per non parlar dell’insensatezza di norma e di dichiarazione richiesta. Ci mettono 8 mesi a scrivere una serie di domande insensate, e ne danno meno di 2 ad enti che non hanno tra i propri bookmarks quello dell’Agenzia delle Entrate? Che non leggono ogni giorno Il Sole ecc?

Ma voi direte: quali sono i quesiti (che tali non sono, saranno invece vostre dichiarazioni che renderete sotto la vostra responsabilità)?

Qui il Modello con le dichiarazioni

Qui le Istruzioni

Qui il provvedimento e qui l’art 30

Questo l’art 148 del TUIR e questo l’art 4 della legge IVA

Vi segnalo un primo articolo di G Meroni su Vita

Seguiranno altre ulteriori informazioni.

Carlo Cassandra Mazzini

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6 commenti

  1. “Non sono tenuti alla presentazione del modello le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali di cui all’articolo 6 della legge 11 agosto 1991, n. 266, che non svolgono attività commerciali diverse da quelle marginali individuate con decreto del Ministro delle
    finanze 25 maggio 1995.”
    …come onlus di diritto per questa volta non ci complicano l’esistenza

  2. Meglio Carlo Nostradamus Mazzini. Cassandra è improprio perchè, nonostante tutto, un po’ ti si fila.
    Teniamo botta!

  3. La cosa che mi sconvolge (e mi fa anche ridere però) non si limita alla rocambolesca sagra delle interpretazioni che inevitabilmente (volutamente?) si creerà, ma a tutto quell’immane rimpallarsi di scadenze, osservazioni dell’accertatore (l’Agenzia) e conseguenti contestazioni (in buona fede ma pure in cattiva…e chi sarà in grado di capire la differenza?) che appesantiranno il lavoro di tutti i soggetti coinvolti. E’ per fatti come questo che l’Italia, pur esercitando, in proporzione, una pressione fiscale scandinava, non somiglia proprio alla Svezia per quanto riguarda lo stato e il benessere sociale?

  4. Salve,
    mi chiedevo un associazione qualificata come ONLUS, senza partita iva, ma solo c.f. e che quindi non svolge alcuna attività secondaria commerciale è tenuta alla presentazione del modello?

    • Parere personalissimo, pertanto prendetelo come tale. A mio avviso, per una serie di ragioni tra cui quelle che ho spiegato qui, le Onlus (anche se realizzano attività connesse) non devono inviare la dichiarazione.

      Ma ci torneremo.

      Carlo Mazzini

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