5 per mille ad libitum: c’è chi vuole sempre lo stesso pasticcio (Agg.to 14.07)

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Agg.to 14 luglio – Emendamento bocciato. No alla proposta abborracciata 5 per mille continuo.

Ci si chiede: di cosa saranno consapevoli questi 11 senatori del PD? Di tante cose, certo. C’è il dirigente, l’imprenditore, il funzionario pubblico, la sindacalista, la giornalista e di nuovo altri dirigenti …

Metteteli tutti assieme, qualcosa di buono dovrebbe venire fuori; quel sano saper fare mischiato all’attenzione del destino dei lavoratori …

Farnetico? Forse, ma anche loro non scherzano!

I fatti: nel corso del dibattito nella V Commissione del Senato per la conversione in legge del DL 78/10 (che più che le “misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” reca un omnibus economico), gli 11 nostri eroi si schierano in un 4 – 4 – 2 e vanno dritti al bersaglio, certo con più veemenza della nostra Nazionale, per confermare il 5 per mille dal 2011 in poi.

E bravi! Ecco finalmente il colpo di reni che volevamo.

Dal 2011 avremo … lo stesso meccanismo del 5 per mille degli scorsi anni!

Hanno copiato e incollato i medesimi 3 commi contro i quali stiamo combattendo da anni, soprattutto quello che rimanda al decreto non regolamentare, stravolge la vita ai fundraiser e mette a rischio le coronarie degli amministratori di enti non profit.

Non so come dirlo, ma BASTA con il decreto (di natura) non regolamentare perché ogni volta i burocrati ci scrivono le stupidaggini che vogliono, seppur con una certa coerenza – dato che le stupidaggini tendono ad essere sempre le stesse – ma anche aumentandone il calibro. E’ quello che ci obbliga a inviare per via cartacea la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, nella quale diciamo loro ciò che già loro sanno, cioé che noi siamo noi, e che – come saprebbero se andassero ad aprire i registri tenuti dagli enti pubblici – noi abbiamo i requisiti per chiedere il 5 per mille.

Quest’anno, poi, attraverso il diabolico decreto di natura non regolamentare sono arrivati a dire che (art 12, c 6 del DPCM 23-4-10) “le somme erogate quali contributo del cinque per mille non  possono essere utilizzate per coprire le spese di pubblicita’ sostenute per fare campagna di sensibilizzazione sulla destinazione della quota del cinque per mille dell’imposta sui redditi delle persone fisiche, trattandosi di importi erogati per finalita’ di utilita’ sociale”.

Cretinata abissale, nascosta dietro un discorso che solo apparentemente può sembrare di buon senso.

Questo perché io in ogni caso vorrei sapere quanto hai speso sulla pubblicità per il 5 per mille, e se lorsignori ti dicono di non rendicontarmela neppure – dato che non puoi usare QUEI soldi per QUEI costi – io non saprò mai quanto hai speso.

Obblighiamo invece gli enti a dire quanto hanno speso, includiamo il costo della pubblicità tra quelli ammissibili, ma poniamo un tetto agli stessi. Anche perché se mi dicono che non posso utilizzare quei soldi per la pubblicità, io non ho problemi, utilizzo altri soldi per quella pubblicità e – ripeto – il contribuente non saprà mai quanto un ente ha speso realmente per ottenere il 5 per 1000.

Tutto ciò – e molto altro ancora – è ignorato dai firmatari dell’emendamento 54.0.33, per tacere del fatto che vorrebbero – gli illusi – che fosse destinato al 5 per mille OGNI ANNO un argent de poche di “soli” 800 milioni di euro. Stabilmente!!! Potete immaginarvi le risate di Tremonti.

Perché mai mettono la firma su qualcosa di cui non conoscono le conseguenze?

Non ho risposte, se non … andate a vedere le loro facce. Facce di onesti professionisti, dirigenti, certo; e in più facce di Senatori.

Ma guardateli bene bene. Voi, quell’espressione lì, l’avete avuta solo quando vi hanno proclamati vincitori di una lotteria.

Ecco, appunto.

Qui di seguito trovate il testo dell’emendamento e i link sui nomi dei firmatari.

Carlo Mazzini

——

54.0.33

BARBOLINIGIARETTAAGOSTINIBAIOD’UBALDOFONTANALEDDIMUSIPAOLO ROSSISTRADIOTTOMERCATALI

Dopo l’articolo 54, aggiungere il seguente:

«Art. 54-bis.

(5 per mille)

1. A decorrere dal 1º gennaio 2011, fermo restando quanto già dovuto dai contribuenti a titolo di imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e delle imposte sostitutive di cui all’articolo 1, comma 105, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e all’articolo 13 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, una quota pari al 5 per mille dell’IRPEF calcolata al netto del credito d’imposta per i redditi prodotti all’estero edegui altri crediti d’imposta spettanti, e delle suddette imposte sostitutive è destinata, per l’intero ammontare, in base alla scelta del contribuente, alle seguenti finalità:

a) sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all’articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e successive modificazioni, nonché delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali previsti dall’articolo 7 della legge 7 dicembre 2000, n. 383, delle associazioni riconosciute e fondazioni che operano nei settori di cui al citato articolo 10, comma 1, lettera a), del decreto legislativo, n. 460 del 1997, e delle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano ai fini sportivi ai sensi dell’articolo 20, comma 2, del decreto-legge 10 ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222;

b) finanziamento degli enti di ricerca scientifica e delle università;

c) finanziamento della ricerca sanitaria.

2. Le somme corrispondenti alla quota di cui al comma 1 sono determinate in relazione agli incassi in conto competenza relativi all’IRPEF e alle imposte sostitutive individuate ai sensi del medesimo comma 1, sulla base delle scelte espresse dai contribuenti, risultanti dal rendiconto generale dello Stato.

3. Con decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono stabilite le modalità di richiesta, le liste dei soggetti ammessi al riparto e le modalità del riparto delle somme di cui al comma 2».

Conseguentemente, ai maggiori oneri, valutati in 800 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, si provvede, fino a concorrenza degli oneri, mediante le seguenti risorse:

–  all’articolo 55, dopo il comma 7, aggiungere i seguenti commi:

«7-bis. All’articolo 82, comma 11, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: ”0,30 per cento” sono sostituite dalle seguenti: ”0,20 per cento”.

7-ter. All’articolo 82 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge n.133 del 2008, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, capoverso ”5-bis”, primo periodo, sostituire le parole: ”96 per cento” con le seguenti: ”91 per cento”;

b) al comma 2, secondo periodo, sostituire le parole: ”97 per cento” con le seguenti: ”91 per cento”;

c) al comma 3, sostituire, ovunque ricorrano, le parole: ”96 per cento” con le seguenti: ”91 per cento”;

d) al comma 4, secondo periodo, sostituire le parole: ”97 per cento” con le seguenti: ”91 per cento”».

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9 commenti

  1. Caro Mazzini,
    ho avuto modo di ascoltare il Sen. Barbolini a un dibattito che si tenne un anno fa al Meeting di Rimini, dibattito in cui cotanto personaggio fu presentato come uno dei padri della proposta di legge che di lì a poco (sic) avrebbe stabilizzato per sempre il beneficio fiscale del 5 per mille .
    E’ passato un anno, la proposta langue in Commissione Finanze del Senato, ogni tanto ne riemerge qualche scampolo come nelle fattispecie, accompagnato da proposte di finanziamento fantascientifiche come già sottolineato nel Suo articolo,e sa perchè? Perchè lor signori forse non hanno mai battuto i lidi della gente comune, di quelli che con il loro impegno di volontari tengono in piedi tante baracche traballanti e su questi (pochi) soldi del 5 per mille contano eccome per sopravvivere… provassero una volta a girare per i Centri di Servizio (anch’essi come tante Associazioni falcidiati dalla crisi) e a verificare de visu quanto resta complessa tale procedura, quanto tardano i pagamenti, quanto sono carenti o assurde le norme di rendicontazione imposte ecc.
    Il guaio è che singolarmente presi questi signori sono anche delle brave persone, li senti parlare e ti viene da dire che le intenzioni e la buona volontà non mancano: e allora perchè non riescono ad accordarsi su una legge così desiderata (e voluta) dai contribuenti (meglio. cittadini)? Certo, le intercettazioni e i lodi premono …
    Continui la sua battaglia, troverà sempre sostegno in chi la legge.
    Con stima
    Andrea Vuano

  2. Gentile Carlo Mazzini
    sono Antonio Danise, presidente di una APS.
    Seguo il suo sito da un po’ e lo trovo davvero interessante per chi come me ha cominciato da poco ad occuparsi di associaizonismo.
    La mia associazione figura nell’elenco dell’agenzia delle entrate come beneficiaria del 5 per mille per l’anno 2007.
    Nel mese di maggio di quest’anno ho provveduto ad inoltrere i miei dati ed il codice iban all’agenzia delle Entrate tramite la procedura telematica, ricevendo relativa ricevuta di trasmissione.
    Ad oggi non ho ricevuto nessuna comunicazione nè accredito della somma.
    Le chiedo anche alla luce della sua conoscenza, se è normale un ritardo di quattro mesi, e quanto eventualmente c’è da aspettare ancora, ed infine se riceverò anche una comunicazione da parte dell’agenzia delle entrate dell’avvenuto accredito.

    Ringrazio per la disponibilità
    Antonio Danise

    • L’unica certezza che ho è che – spero presto – quando riceverà i soldi sul conto corrente, non avrà alcuna comunicazione a riguardo dall’Agenzia delle Entrate.
      Le consiglio di contattare il Ministero del Lavoro da queste parti.

  3. Sono il presidente di una cooperativa sociale che l’anno scorso aveva fatto richiesta per il cinque per mille. Ho ricevuto questa mattina una raccomandata della Direzione Regionale delle entrate nella quale mi si contesta di non aver inviato entro il 30 giugno 2009 la raccomandata prevista dal DPCM del 3 aprile 2009. Ovviamente ho già risposto che la raccomandata l’ho fatta (ed ho allegato la relativa copia anche della ricevuta di ritorno). Mi piacerebbe sapere come lavorano all’Agenzia delle entrate e come fanno a perdersi le nostre raccomandate. Forse è questo il motivo per il quale c’è un forte ritardo sul 5 per mille. A proposito. Ma il sottosegretario Roccella non aveva promesso l’accredito dei fondi 2008 entro il 30 settembre? un caro saluto

    • Non saprei dirle come lavorano “in generale”; io conosco alcuni casi particolari dei quali una parte non soddisfa la nostra necessità di diventare un paese normale.
      In merito alle dichiarazioni dei politici, ancor più se si dicono amici del non profit, ho imparato da tempo a diffidarne.

      Cari saluti

  4. Buone nuove. Ieri sono arrivati sul conto della nostra organizzazione i fondi della 3a Edizione del 5×1000 (2008). Attendiamo in grazia di conoscere anche le famigerate quanto fumose modalità di rendicontazione. Magari non il giorno prima della scadenza…
    Per ora godiamoci questa boccata d’aria fresca

    • Questa sì che è una notizia! Anzi, che dico? Un’ottima notizia.
      Altre conferme? Nel caso, potete dirci a quanto ammonta l’incasso? Così per capire se vi sia una priorità in termini di entrate.

      cm

  5. Ci sono conferme anche da una nostra organizzazione dirimpettaia, arrivati ieri anche a loro.
    Sia la nostra organizzazione che l’altra sono entrambe nella fascia di contributo del 5×1000 tra i 50 e i 100.000 euro ognuna.

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