Veltroni e le preposizioni

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No, non è un off topic, se oggi parliamo di un evento politico.
I partiti politici sono associazioni non riconosciute, e i comitati che hanno organizzato le primarie per il PD appena concluse sono enti non commerciali.
Domenica, gli elettori lombardi trovano sulla scheda per l’elezione delle rappresentanze locali 4 liste, due recano in testa il cognome del candidato che si sarebbe poi rivelato il vincitore.
Perché mai qualcuno che si riconosce in un candidato deve formare due liste, in competizione tra loro?

La storia che segue, magari non vera ma verosimile, potrebbe aver avuto questo sviluppo.

Gli stati maggiori lombardi dei partiti del Centro Sinistra si riuniscono alcuni mesi fa e si dividono tra chi sceglie Veltroni e chi segue altre candidature.
Chi rimane con Veltroni decide in una nuova assise la linea politica, ma, dato che ci piace tanto il “particulare”, non se ne trova una condivisa al 100%, e i pro-Veltroni si spaccano in due.
Una prima lista viene formata e si decide per il fantasioso “per Veltroni”, un’altra aguzza l’ingegno e opta per il “Con Veltroni”.

Perché si sono limitati a sole due liste, vi chiederete, dato che chissà quante altre “anime” può avere un movimento che si ispira ad un uomo solo. Perché queste altre anime non hanno usato le altre preposizioni?
Risposta ovvia, basta fare la prova sul campo e vedere quali sono le più cool e le meno ambigue.

“Di Veltroni”: suggerisce un’idea troppo “proprietaria” del nuovo partito. Ce ne è già un altro nella parte opposta dell’emiciclo.
“A Veltroni”: peggio che andar di notte, dicevano i nostri vecchi. A chi si consegna un partito? “A Veltroni!” No, non poteva funzionare
“Da Veltroni”: sembra il nome di un ristorante. Escluso.
“In Veltroni”: tutto ciò che è “in” appare subito poco proletario
“Su Veltroni”: e bravi! Basta aggiungere una virgola, e diventa un deluso incitamento a far meglio “su, Veltroni, dai!”
“Tra Veltroni”: spostate lo spazio e diventa una agenzia di viaggi per nostalgici monarchici (travel troni)
“Fra Veltroni”: questa è bella; si cerca a sinistra di non alimentare le discussioni con le gerarchie ecclesiatiche e eleviamo il candidato a fraticello?

Piuttosto che fare una brutta figura e presentare una lista dal titolo equivocabile, meglio stare buoni. Ci sarà l’occasione in futuro di tirare fuori nuovi modi di presentare le proprie idee; alle prossime europee, ad esempio, presentiamo una lista dal sapore più kennediano: “With Veltroni”, da contrapporre a quegli ipocriti – pensano di avere il Verbo, loro – dei “For Veltroni”.


Carlo Mazzini

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