L’Agenzia del Terzo settore non scompare: è questa una buona notizia?

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La manovra appena votata alla Camera ha cancellato la previsione del DL 138/11 (art 1, c 31) di cancellazione degli enti pubblici non economici con dotazioni inferiori alle 70 unità. Tra gli enti morienti ci sarebbe stata anche l’Agenzia per il Terzo Settore, ma grazie alla solita politica fatta di annunci di efficienza che si traducono in pratiche inefficienti, il Senato (e la Camera ha confermato) ha votato l’abrogazione della previsione del DL.

Pertanto ci teniamo l’Agenzia per il Terzo Settore. Così com’è.

Ce la teniamo con le cose che fa bene, onestamente non tante, soprattutto legate alla produzione di pareri sulla cancellazione dall’Anagrafe delle Onlus oltre ad alcuni (non tutti) Atti di indirizzo.

Ce la teniamo con le cose discutibili (sulle quali quindi si può discutere), tipo produrre un non irresistibile dizionario sul Terzo Settore, nel quale si tracciano anche mini biografie di persone che hanno contribuito a realizzare attività non profit e sociali in Italia e nel mondo “Il Terzo settore dalla A alla Z”, ed. San Raffaele, 2011. Le scelte dei personaggi sono state anche azzeccate, peccato che non abbiano tenuto conto che ogni compendio che riunisca biografie di personaggi “meritevoli”, proporziona l’importanza dei personaggi (la loro influenza ecc) alla lunghezza del testo loro dedicato. In una enciclopedia della musica, Mino Reitano dovrebbe avere una citazione di lunghezza inferiore a quella dei Beatles.

Qui invece il fondatore di Comunione e Liberazione, Luigi Giussani, gode di una biografia lunga quanto quella del fondatore della Croce Rossa Internazionale e più lunga di altri personaggi che in una prospettiva storica sembrano avere avuto una portata e un’influenza maggiore di Don Giussani, tipo i fondatori di WWF, Save the children, oppure Don Bosco. La questione della lunghezza delle biografie sembra un particolare, una cosa da nulla, invece è LA particolarità delle raccolte biografiche. E’ come aver scritto un dizionario non mettendo in ordine alfabetico le parole.

Per non dire del fatto che tutte le pubblicazioni dell’Agenzia – tranne i bollettini e le relazioni annuali – sono a pagamento. Non basta dire – come è stato detto in un’occasione pubblica – che l’Agenzia non ci guadagna nulla e neppure gli autori. Peggio il tacòn del buso! 48 euro per un libro edito dall’Editrice San Raffaele (mi astengo da commenti …) e l’Agenzia non ci guadagna un euro?

Fare un ebook o farlo gratuito, farselo sponsorizzare, chiedere contributi a …

Qualsiasi soluzione alternativa sarebbe stata più opportuna.

Soprattutto per documenti ancora più importanti come il Libro Bianco sul Terzo Settore, acquistabile in libreria per soli € 34, dato alle stampe per i tipi del Mulino (2011).

E poi, lo sapevate che i Consiglieri non ricevono da più di un anno l’emolumento che spetta loro per l’incarico che ricoprono? Questa notizia è pubblica in quanto nella Relazione di quest’anno hanno scritto – un po’ sommessamente:

Un’altra conseguenza particolarmente significativa è stata quella della sospensione della corresponsione degli emolumenti ai Consiglieri a far tempo dal mese di giugno 2010, in quanto una determinazione finale circa l’applicabilità o meno all’Agenzia del disposto dell’art. 6, comma 2 della legge 30 luglio 2010, n. 122 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31.5.2010 n. 78 recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica – non è stata ancora adottata. Non è solito che accada che un organismo in carica possa incorrere nella sua trasformazione in organismo a titolo onorifico, pur tuttavia il fatto è da ritenersi possibile, nonostante i presupposti iniziali fossero differenti. Tuttavia, come accennato, a distanza di tempo una decisione finale nel merito non è stata ancora presa.” Relazione annuale 2010, pp. 17-18

La domanda che rivolgo ai lettori è: ma voi ci stareste in una struttura pubblica nella quale vi hanno chiamato perché in qualche modo esperti, vi dicono che vi pagano e poi, per l’introduzione di una norma che azzera o quasi gli emolumenti, vi dicono, mi dispiace … continua pure a lavorare gratuitamente.

Attenzione! Sparo nel cannone chi tira fuori “il volontariato”.

Netta deve rimanere la distinzione tra l’attività lavorativa e  quella del volontariato. E’ mia – e può essere solo mia – la scelta se realizzare un’attività a titolo gratuito oppure no.

Se le condizioni di legge mi obbligano a far diventare volontariato ciò che prima era lavoro ho – per come sono fatto – una sola decisione da assumere: le dimissioni!

Ma è da anni che si lamentano perché mancano fondi e manca il personale! L’azzeramento della corresponsione di quanto dovuto è la ciliegina sulla torta. Sembra poco elegante sbattere la porta se non ti danno i soldi che ti spettano? Per cosa dovresti sbattere la porta, allora? Qui c’è un rovesciamento del senso che diamo all’etica che è assoluto.

A questo punto, vi chiederete, quanto prendono (quanto dovrebbero prendere) i Consiglieri.

Mettiamola in questi termini; io non ho mai letto, nella documentazione prodotta dall’Agenzia, la cifra “per Consigliere”.

Nel 2002 – leggo dalla relazione annuale – avevano stabilito complessivi 770mila euro (p. 43) per gli 11 componenti (era la precedente consiliatura). Nella stessa pagina si fa riferimento ad una quantificazione degli emolumenti ai componenti dell’Agenzia parificata all’emolumento corrisposto ai componenti della commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero.

La domanda è: con tutti i tagli che ci sono stati questi anni, al netto che ora i Consiglieri dell’Agenzia prendo 0,0 €, il riferimento agli emolumenti attribuiti alla commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero è ancora attuale? Perché, nel caso, le cifre “per consigliere” le abbiamo.

Nella commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero, ogni consigliere prende ca. 95mila euro (lorde) e il Presidente 118 mila euro lorde. Sono cifre pubbliche che trovate sul sito della Commissione, qui. Come mai, al pari della Commissione, l’Agenzia non ha mai pubblicato in evidenza gli emolumenti dei Consiglieri? E’ facile pretendere da soggetti privati come gli enti non profit trasparenza (che comunque ritengo dovuta), per poi nulla dire in merito all’emolumento ottenuto direttamente dalle casse dello Stato.

Qui comunque dobbiamo intenderci. Un ente nazionale – come è l’Agenzia del Terzo Settore – che ha enormi responsabilità sulla tutela della fede pubblica in merito a quanto di più profondo ha il cittadino come tale (la partecipazione, il credere a qualcosa, il “fare” disinteressato per il bene comune) deve riconoscere un emolumento significativo a chi prende decisioni su questi temi che ci sono cari prima ancora come cittadini che come specialisti del settore. Peraltro stiamo parlando di 40/50 mila euro netti.

Ed infine stiamo parlando di un’attività che dovrebbe essere – ad occhio e croce – l’unica svolta dal consigliere. Stai decidendo del funzionamento e della regolamentazione di un settore che coinvolge più di 600mila lavoratori e milioni di cittadini, e che ha ricadute su tutto il tessuto sociale del paese (welfare, sanità, economia …), e vuoi fare anche un altro lavoro?

Rimettiamo quindi le cose al loro posto.

1. L’Agenzia ha fatto bene alcune cose, male altre e decisamente male altre ancora, su questo sito ne ho spesso parlato. E’ un ente utilissimo al non profit … a condizione che sia messo in grado di funzionare.

2. Da anni l’Agenzia giustamente protesta che non è messa in grado di funzionare.

3. Da anni, i politici ed il Governo in particolare fanno orecchie da mercante.

4. Da anni i Consiglieri avrebbero dovuto dimettersi in blocco, richiamando l’attenzione dei media; non l’hanno fatto e, a mio parere, hanno fatto malissimo.

5. Non ricevono più compensi per la loro attività di Consigliere, come se non valesse nulla, cosa che così non è. Li si può criticare, li si deve criticare, ma il lavoro va pagato. Quello che è incredibile è che non si siano dimessi un anno fa.

6. Non dimettendosi hanno indebolito ancor più l’Agenzia. Non hanno fatto alcuna opera di bene, ma hanno confermato che, in un modo o nell’altro, anche con le pezze al culo (scusate il francesismo), l’Agenzia può andare avanti.

Il Terzo Settore ha ricadute troppo serie perché la sua vigilanza e la sua regolamentazione venga svolta da un’Agenzia che sa solo allargare le braccia, che dice di non poter far nulla, totalmente delegittimata dai politici e dalle altre amministrazioni.

 

Carlo Mazzini

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2 commenti

  1. Leggo solo adesso questa tua del 15 settembre, in un momento in cui si discute della chiusura della Agenzia.

    Sono molto d’accordo con questo approccio razionale e molto poco retorico. Credo che la levata di scudi sulla chiusura sia una sterile manifestazione retorica di impotenza. Ai tanti difetti della Agenzia (che certo sulal carta sarebbe utilissima) aggiungo la totale insensiblitò ad alcune questio chiave relative al non profit quali la faccenda delle tariffe postali e il tetto al 5 per 1000. Inoltre faccio notare che le linee guida emanate sono state fatte coinvoglendo in modo parziale e sommario interlcoutori del non profit e del fund riasing che forse avrebbero potuto dare consigli e indicazioni utili a rendere tali strumenti meno avulso dalla realtà. Sotto questo aspetto, per la sua chiusura non piango . Certamente però non rido. ANche la sua funzione di controllo mi sembra crente. Molte le Onlus che hanno combianto guai (alcune elle quali guarda caso coinvolte nelle attività). ALtre sono passate nelle maglie dei controlli nonostante siano state organizzazioni a delinquere come quella che due anni fa ha svolto una raccolta fondi il cui risultato è stato messo in tasca dall’ideatore (vedi Festival del fund raising 2010 Processo al fund raising).
    La verità è che è una agenzia che è nata su di una logica del tutto politica e amministrativa Legittima per carità) vrso un mondo che invece dovrebbe essere liberato proprio dagli ostacoli e dai paradossi prodotti da queste logiche.

    Uno sgardo a come si fa nel resto del mondo non avrebbe guastato. Lasciamola pure aperta. Ma io mi aspetto veramente molto di più.

    Grazie Carlo per la tua riflessione

  2. Pingback: “Le ragioni per le quali è indispensabile tenere aperta l’Agenzia per il Terzo Settore” | profitnoprofit

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