5 per mille: lo Stato dà i numeri

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Dopo che l’elenco è stato tenuto a bagnomaria per alcuni mesi, a causa di verifiche da effettuare (sembra) su numero 6 enti che concorrevano alla ripartizione, ecco finalmente gli elenchi definitivi degli ammessi alla ripartizione del 5 per mille 2009 (redditi 2008).

Tutti felici e contenti? no.
Non tutte le O.n.l.u.s. e gli enti del volontariato ammessi hanno ricevuto i fondi loro assegnati: quelli che hanno maturato gli importi maggiori infatti non hanno ricevuto ancora nulla e sembra che resteranno in attesa ancora per un po’.
La ragione? non è semplice… perché il legislatore è riuscito a imbastire un rompicapo di rimandi a norme che rendono la questione assai complicata.
Proviamo perciò a fare una lettura sistematica delle norme per vedere se i soldi ci sono o no.

Per prima cosa occorre stabilire un punto fermo: i fondi per il cinque per mille in pagamento sono quelli relativi all’anno 2009 (redditi 2008). Le norme di riferimento erano due:

  1. l’art. 63-bis, comma 5, d.l. 25/06/2008 n. 112 che integrava di ulteriori 20 mln di euro lo stanziamento previsto
  2. dall’art. 3, comma 8, legge 24/12/2007 n. 244

nella quale si prevedeva uno stanziamento di 380 mln di euro.
Perciò, per l’anno 2009, lo stanziamento per il 5 per mille era di 400 mln di euro.

Ora facciamo un salto di un paio d’anni e arriviamo allo stanziamento per l’anno 2011.
La norma di riferimento è la legge 13/12/2010 n. 220, art. 1, comma 40 che rimanda ad un elenco allegato (andare sull’immagine 2) dal quale si evince che lo stanziamento è di soli 100 mln di euro.
A seguito delle proteste bipartisan il Governo si è quindi impegnato a disporre un ulteriore finanziamento del 5 per mille.
Con l’art. 2, comma 1, d.l. 29/12/2010 n. 225, si è provveduto a dire una cosa diversa rispetto a quello dell’impegnare risorse perché la frase le risorse complessive destinate alla liquidazione della quota del 5 per mille nell’anno 2011 sono quantificate nell’importo di euro 400.000.000 non significa rimpinguare lo stanziamento per l’anno 2011.
In contabilità pubblica la fase della liquidazione delle uscite, segue quella dell’impegno e consiste nella determinazione del debito (previsto) in somma certa.

Due questioni portano a pensare tutto il male possibile di questa formulazione:

  1. la prima è che è tecnicamente impossibile che nel 2011 possa esserci una fase di liquidazione relativa alla quota del 5 per mille riferibile all’anno 2011, dal momento che, come detto poc’anzi, la determinazione del debito è possibile solo dopo la ricezione e l’elaborazione delle dichiarazioni 730 e Unico;
  2. la seconda è l’uso (non so quanto involontario) della preposizione articolata “nell’ “ allorquando si scrive (…) 5 per mille nell’anno 2011 sono (…). Questo non fa che rafforzare la tesi di chi scrive: ci si riferisce proprio alle fasi di liquidazione (rectius: dell’accertamento del debito) che avvengono NEL 2011 e non PER il 2011, che avrebbe più senso se ci riferisse realmente a ciò che avverrà da qui ad un paio d’anni allorquando si predisporranno gli elenchi (e quindi si procederà alla liquidazione del 5 per mille) delle quote e dei beneficiari del 5 per mille 2011.

Non vi è perciò alcun maggior appostamento per l’anno 2011 ma, con abile mossa, si è fatto credere questo e anzi, si dice pure che alla determinazione delle risorse nell’ammontare indicato al precedente periodo, concorrono le risorse di cui alle voci indicate nell’elenco 1 previsto all’articolo 1, comma 40, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, stanziate per le stesse finalità.
Ciò sta a significare che, per determinare la copertura del debito liquidabile per l’anno 2011 concorrono anche i 100 mln già stanziati con l’art. 1, comma 40, legge 220/2010.
Un bel guazzabuglio non c’è che dire.

Tenendo presente che per l’anno 2009 i fondi 5 per mille sono stati così determinati:

  • O.n.l.u.s. e simili:
267,79 mln di euro
  • ricerca scientifica:
63,66 mln di euro
  • ricerca sanitaria:
61,36 mln di euro
  • comuni:
13,20 mln di euro
  • assoc. sportive dilettantistiche:
6,49 mln di euro

Per un totale di circa 412,50 mln di euro, è chiaro che gli appostamenti di bilancio, effettuati attraverso le leggi che sono state riportate qui sopra, portano a concludere che gli stessi siano decisamente inferiori all’effettiva liquidazione della spesa nonostante quanto impegnato attraverso la legge di stabilità (alias finanziaria) per il 2009 e che, per l’anno 2011, non vi è alcuna copertura di bilancio per il 5 per mille.

Questo scenario potrebbe spiegare la sforbiciata orizzontale che è stata data ai pagamenti che superano i 500 mila euro, lasciando a secco le organizzazioni che hanno maturato importi superiori.
Gli indizi ci sono tutti.

Tra l’altro per la sforbiciata non si è nemmeno fatto ricorso ad una sorta di par condicio creditorum cioè di una diminuzione proporzionale delle somme pagate in base alle disponibilità effettive.

Eppure la Corte Costituzionale ha da tempo affermato che i fondi del 5 per mille NON sono disponibilità del bilancio dello Stato in quanto lo Stato è un terzo necessario, un mandatario, per la realizzazione di una donazione a favore degli enti ammessi alla ripartizione.
E’ perciò un clamoroso caso di mala gestio dal momento che lo stanziamento previsto per l’anno 2009 era di oltre 400 milioni e che i quattrini che dovevano essere accantonati diligentemente in un fondo extra-bilancio non sono stati accantonati. Chi ha distratto i fondi? Chi non ha fatto gli accantonamenti?

Nel frattempo che si trovi una giustificazione credibile a questa situazione, si segnala che chi è in attesa ha ormai esaurito le linee di credito che erano state concesse e gli istituti di credito, di questi tempi, fanno fatica a concedere nuovi prestiti (e per importi così ingenti) perché le loro capacità di finanziamento, legata ai loro patrimoni, si stanno assottigliando a causa delle spinte ribassiste delle borse.
Si potrebbe parlare tranquillamente di outlook negativo.

Gianpaolo Concari

Nota di Carlo Mazzini

Con questo post, Gianpaolo inizia la collaborazione con Quinonprofit. Ne guadagneremo tutti, tranne lui, al quale riconoscerò per ogni post un compenso pari ad euro zero + IVA al 21%!

In fondo, non sono genovese per nulla.

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