5 per mille 2012: i dubbi del Servizio Bilancio del Senato

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Questa è bella. I dubbi che ho sulla destinazione dei 400 milioni che stanno per essere messi a disposizione dalla legge di stabilità in esame al Senato, non sono gli stessi che ha il servizio bilancio del Senato.

Avevo già espresso la convinzione che la frase “Le risorse complessive destinate alla liquidazione della quota del 5 per mille nell’anno 2012 sono quantificate nell’importo di euro 400 milioni” voglia dire ciò che esprime, e cioè che NEL 2012 sono disponibili 400 milioni per i 5 per mille passati (probably quello del 2010).

Il Servizio Bilancio del Senato, nella Nota di lettura, tacendo su questo non insignificante aspetto, afferma i seguenti dubbi.

1. “non viene fornito alcun dato volto a confermare la congruità della quantificazione, indicata dalla norma in 400 mln.”. Dici osso! Vogliono dire che non sanno se questi soldi son tanti o pochi rispetto a quanto verrà devoluto dai contribuenti con le loro firme.

2. “la disciplina richiamata sembrerebbe prefigurare un diritto delle associazioni a ricevere le quote dell’Irpef corrispondenti alle scelte espresse.” Vuol dire che dalla confusione portata dal fatto di richiamare norme che ne richiamano altre (è il secondo anno che scrivono una norma in cui si rifanno a quella di due anni prima), potrebbe presumersi che il diritto delle associazioni (di incassare le somme) si limiterebbe alle sole scelte espresse e non anche a quelle non espresse. All’associazione Alfa, andrebbero solo le scelte fatte dai cittadini che hanno apposto il CF dell’ass ALFA e non anche il cd “resto” formato dalle firme dei contribuenti che pur senza scegliere un’associazione hanno apposto comunque una firma nel riquadro (del volontariato, della ricerca scientifica ecc). Questa sì che è una pessima novità. Non creiamo allarmismi, questa è un warning posto dal Servizio del Senato.

3. Secondo questo ufficio, da come è stata scritta la norma e dall’incrocio con altre disposizioni, i 400 milioni non sembrerebbero un tetto massimo di spesa ma una spesa prevista, che non essendo “massima” necessiterebbe di una clausola di salvaguardia per consentire un ulteriore stanziamento nel momento della liquidazione delle somme che molto probabilmente dovrebbero superare i 400 milioni.

La confusione regna sovrana.

Lo supponevamo; e da tempo!

Questo l’estratto del documento

Carlo Mazzini

 

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