5 per mille 2010: il piatto piange

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Ma che fine hanno fatto le liste del 5 per mille 2010?

Questa è la domanda che ci poniamo tutti e che spesso mi viene fatta, come se avessi un qualche potere divinatorio  o fossi destinatario di rumors, cose entrambe false.

Non lo so. Speravo che dopo aver licenziato le liste dei residui degli anni passati, l’Agenzia mandasse ai ministeri competenti le liste del 2010 e pubblicasse in tutta fretta questi dati che sono importantissimi per le organizzazioni (tanto per quelle grandi quanto per quelle di dimensioni ridotte). Sono importanti perché da quell’elenco sanno

– quali progetti o strutture possono finanziare nel breve-medio periodo

– quale credito vantano verso lo Stato per poter – all’occorrenza – chiedere anticipazioni bancarie

– se il famoso taglio di 100 milioni (a favore degli studi e dell’assistenza alla SLA) sia stato compensato dalle somme residue provenienti passati 5 per mille non assegnati o eccedenti (non ci credo!) AGGIORNAMENTO: nella confusione dei 5 per mille ho confuso il 5 per mille 2010 con quello del 2011. Ma ATTENZIONE! il testo sul 5 per mille 201 afferma che le disponibilità NEL 2011 per il 5 per mille (quale???) sono i famosi 300 + 100. Da alcuni anni, il famoso tetto di spesa al 5 per mille ha cambiato formulazione con un cambiamento di preposizione articolata: quando le leggi parlano di finanziamento della misura siamo passati dal “5 per mille del ANNO” al “5 per mille nel ANNO”. Ormai ho perso qualsiasi speranza nel capire quanti soldi sono disponibili. Grazie a MF per la preziosissima segnalazione (e dire che l’avevo controllata!!!)

Caro Stato, Gentile Governo,

il non profit fa cose serie, e lo sapete. Farebbe volentieri a meno dei soldi se dei soldi non ci fosse un esasperato bisogno.

Purtroppo per pagare i logopedisti per i bambini disabili, per finanziare la ricerca, per salvaguardare il territorio, per fare corsi di formazione per riqualificare chi viene espulso dal mondo del lavoro ed è soggetto particolarmente debole, per le attività sanitarie, per la cooperazione nei paesi più poveri, per dare una casa a chi una casa non l’ha, per un sacco di cose, insomma, i soldi sono necessari.

Per fortuna molti italiani donano al non profit perché credono nelle attività che promuove e “credono” perché vedono che il non profit in effetti realizza ciò che promette di fare.

Per fortuna c’è il 5 per mille, se e quando funziona, se e quando non viene tagliato, se e quando non vive in balia delle sparate di politici che tutto promettono ma nulla realizzano.

Capiamo la difficoltà di mettere in riga e colonna un elenco notevole di enti e di cifre; ma per carità, che li avete comprati a fare i computer?

Caro Stato, Gentile Governo,

datevi una mossa.

Vi assicuriamo che non ci compriamo lingotti d’oro né diamanti. Non ci paghiamo l’affitto – a nostra insaputa – di case nel centro di Roma. Non ci passa neppure per l’anticamera del cervello di utilizzarli per pagare le auto ai nostri figli o per fare vacanze in resort di lusso.

E’ vero; non abbiamo fatto voto di castità – perché sono affaracci nostri – e più che di povertà parlerei di buon uso delle risorse, di rispetto della fede pubblica.

Non vi sembrano queste delle buone ragioni per comunicarci e – velocemente – darci i soldi?

Ne aggiungo un’altra, vediamo se vi convince.

NON SONO SOLDI VOSTRI!

Sono soldi che i contribuenti vi hanno dato in gran parte nel 2009 e che nel 2010 vi hanno comunicato di voler assegnare ad enti non profit.

E’ DA 3 ANNI CHE VI TENETE QUESTI SOLDI!

Dobbiamo mandarvi qualcuno del recupero crediti?

 

Carlo Mazzini

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