5 per mille alla cultura: una scelta improponibile

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Poniamo che la mia piccola associazione “Amici della Abbazia di San Fermo in Movimento” – che tanto si dà da fare per conservare un simil patrimonio di tarda era rinascimental-barocc-rococò – intenda iscriversi al 5 per mille per la cultura, introdotto l’estate scorsa dall’allora Ministro Galan.

In fondo, l’associazione raccoglie risorse per restaurare (con l’approvazione della locale Sovrintendenza) i preziosi tesori custoditi all’interno dell’Abbazia; e – ça va sans dir – se non ci fosse l’associazione con la sua attività di volontariato e di finanziamento delle misure di sicurezza, i tesori dell’Abbazia sarebbero già stati depredati, le sue bellezze sarebbe appannaggio di pochi ecc.

Dei soldi del 5 per mille abbiamo bisogno, ma purtroppo non siamo iscrivibili in quello tradizionale, in quanto non siamo associazione riconosciuta – ci vuole un sacco di soldi – e non sembra abbiamo le caratteristiche per diventare onlus, o odv o associazione di promozione sociale.

Siamo una semplice associazione “basic”, che risponde ai requisiti minimi di legge.

“Per fortuna è stata prevista la casella dedicata alla tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici”, mi son detto lo scorso autunno.

Per poi scoprire che … non posso iscrivermi; come risaputo, non è stato previsto lo spazio per inserire il CF della mia associazione.

Conto fino a 10, mi metto calmo e vengo a sapere che il Ministero detterà le condizioni soggettive ed oggettive per poter beneficiare comunque di quel 5 per mille. Bene, sarà un pasticcio, ma se la mia associazione – per quello che è e per quello che fa – ha le caratteristiche, potrò ricevere una parte (quanta???) dei contributi che i cittadini avranno destinato firmando la casella.

Basterebbe sapere quali sono le condizioni per entrare a far parte dei beneficiari. Ma a 9 mesi di distanza dalla legge che istituisce questo 5 per mille alla cultura, nulla si sa. Come iscriversi, quali requisiti oggettivi e soggettivi, quali progetti presentare …

Ora sono nel dilemma: posso spendere un po’ di soldi per pubblicizzare un 5 per mille al quale non so se potrò partecipare? Ha senso? Potrebbe anche capitare che io faccia pubblicità … per altri! I miei 10 amici dell’associazione, se firmano quel riquadro, e se il Ministero non mi fa entrare tra i beneficiari, avranno dato i loro soldi ad altri enti e non al mio.

Ci perderò oltre i soldi anche la faccia!

Ma quanto ci mettono a licenziare il testo del decreto col quale il ministero deve dire a chi – e come – andranno le risorse del 5 per mille?

In alternativa, quanto tempo ci mettono a licenziare i responsabili di questo pasticcio?

Non ci capisco più nulla, non ne capisco le ragioni politiche, ma poi tutto mi si illumina leggendo un articolo chiarificatore sulla figura di Ornaghi – il dimenticabilissimo primo presidente dell’Agenzia delle Onlus – e sulle guerre interne al Ministero. Non parla di 5 per mille, ma è come se.

A firma di Francesco Merlo, lo trovate qui.

Ora è tutto chiaro!!!

Carlo Mazzini

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