5 per mille tagliato: no news, bad news

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Lo stato dell’arte ad oggi dell’affare 5 per mille tagliato è sintetizzabile nei seguenti tre punti: nessuna risposta alle due striminzite interpellanze parlamentari, buco nero informativo (salvo un’eccezione), il non profit non si muove.

1. Nessuna risposta

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali non ha preso a cuore la questione del taglio e, confermando l’italico costume di non assumersi mai una responsabilità, dice che è un problema di Monti e non del Ministero. Cosa dire? Troppa grazie sant’Antonio!

Il sottosegretario Guerra afferma “il ministero delle Politiche sociali non gestisce il 5 per mille, lo destina soltanto. Se effettivamente i milioni da erogare fossero molti meno di quelli decisi dagli italiani, l’unico titolato a intervenire in qualche modo sarebbe il ministero dell’Economia. Io per parte mia”, conclude Maria Cecilia Guerra, “prendo l’impegno a informarmi a mia volta su quanto sta accadendo, ma sempre nel rispetto delle competenze. Per quanto dovesse competere a noi, la disponibilità a fare qualcosa c’è. Ma temo non sia in nostro potere” (qui l’articolo di G Meroni su Vita).

Le si potrebbe rispondere

a. che la faccia la perde tutto il governo

b. che se non è nelle loro competenze, è nel loro potere “aprire il caso”, metterlo sul tavolo

c. che da un “tecnico” ci si sarebbe aspettati un approccio meno ministerial/burocratico.

Evidentemente, soggiornare nelle stanze del potere fa perdere la bussola sulle priorità dei cittadini a chiunque.

Dal Ministero dell’Economia – ancora Vita, ancora la Meroni – c’è nuovamente un palleggio di responsabilità con la Ragioneria e un no comment che dovrebbe imbarazzarli, in un paese civile. Appunto, in un paese civile!

2. Buco informativo

Ma la notizia c’è o non c’è?

A parte Vita – sempre sia lodata – solo l’Espresso ha pubblicato un’interessante articolo anche online nel quale fa parlare il caporedattore di Vita Arduini. Qui l’articolo. Per il resto, i quotidiani nicchiano, sfuggono, si eclissano.

Evidentemente, il fatto che qualcuno – del quale non si conosce nome, cognome, ruolo – sia andato contro la volontà dei contribuenti lanciando il sasso ma nascondendo la mano, non è notizia!

3. … e le non profit?

Non so spiegarmi le ragioni per le quali – a parte la lettera aperta di alcune grandi organizzazioni – non si sia dato seguito con una campagna su facebook, con video virali (qui un mio pessimo esempio), con sollecitazioni di giornali …

Come spiegheranno ai propri sovventori questo mutismo?

Certo poi c’è il caso formidabile del Forum del Terzo Settore, che nell’ordine

1. non ha neppure pubblicato sul suo sito la notizia!

2. ha fatto parlare sul Sole 24H tre lunedì fa il proprio portavoce, il quale ha bofonchiato frasi di circostanza, quelle buone per tutte le occasioni

3. vede proprio il portavoce – Olivero – fare pubblicità al 5 per mille ad un’associazione – di cui è Presidente – persino in televisione. Nessuno nel Forum ha sollevato la questione del conflitto d’interesse?

 

Carlo Mazzini

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1 commento

  1. La risposta è una sola: il non profit conta molto poco perchè il non profit non vuole contare. SIcuramente la sua leadership non è in grado di interpretare il ruolo che gli viene richiesto e forse perde troppo tempo a stare sui tavoli sbagliati enel modo sbagliato. Ecco perchè la protesta non produce peso e quindi il Governo può tranquillamente non rispondere e fare gaffe a iosa. Evidentemente hanno percepito che al nonprofit quei soldi non servivano. E forse non è del tutto falsa questa affermazione….
    Io la prossima petizione di protesta (con o senza Vita) la indirizzo al Forum, ai CSV, alle associazioni delle Ong e alle altre federazioni e reti di organizzazioni non profit. Mi sa che è meglio.

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