5 per mille 2013 nella spending review: con errori

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Oltre a tante “piacevolezze”, la spending review ci regala anche il 5 per mille 2013 (art 23, c 2, DL 95/12).

E’ una buona notizia? SI

SI perché con i venti che soffiano, vedere riconfermato il 5 per mille anche per il prossimo anno è notizia che ha del miracoloso.

Dobbiamo ringraziare chi ci ha somministrato questo miracolo? NO.

E non è per ingratitudine, ma perché tutto ci saremmo aspettati dai famosi “tecnici”, ma non che non sapessero fare né i “politici” e neppure i “tecnici”.

Ricordo che degli 80 milioni rubati al non profit, i nostri tecnogovernanti non hanno neppure pensato di dar conto, né – si noti bene – di smentire il principale quotidiano economico del paese, quando ha scritto che secondo le sue fonti per il 5 per mille 2010 i contribuenti avevano assegnato 463 milioni e lo stato sta per erogarne 382! Non l’ha scritta il Bollettino parrocchiale di Bastida Pancarana! Questa è una scivolata politica, che continua perché continuano a non rispondere all’appello di molte organizzazioni, né a smentire il Sole 24 Ore.

E poi le incongruenze tecniche.

Quanti soldi mettono a disposizione per il 5 per mille 2013? 400 milioni!!!

E ridaje: Non bastano! Non sappiamo più come dirglielo. Se nel 2010 (redditi 2009) gli italiani hanno dato 463 milioni, non c’è motivo di credere che ne diano il 15% in meno nel 2013 sui redditi del 2012. Va bene la crisi (anzi va male!), ma se la contrazione causata dalla congiuntura economica fosse del 15% saremmo ben oltre la Grecia, economicamente parlando. Ed invece il Primo ministro Monti dice che anche se la situazione è grave non abbiamo bisogno di chiedere prestiti all’Europa. Quindi se una contrazione del reddito di oltre 16 milioni di italiani del 15% non è reale, non è reale neppure quel dato di 400 milioni di budget.

Inoltre, con alto senso dell’umorismo, aggiungono … “Le somme non utilizzate entro il 31 dicembre di ciascun anno possono esserlo nell’esercizio successivo”. Certo; se continuate a tagliare il 5 per mille – nulla dicendo – è prevedibile che ogni anno avanzi qualcosa. Ma il fatto è uno solo. Gli italiani danno più di 400 milioni, quindi non ci sono somme inutilizzate!

Secondo scivolone “tecnico”.

Dato che lavorare stanca, i “nostri” tecnici copiano chi in passato ha scritto le precedenti versioni del 5 per mille. Pur di non scrivere una parola nuova sul 5 per mille, su qualcosa che va a favore del non profit e della società civile, al Ministero dell’Economia dicono che dal punto di vista della regolamentazione bisogna far riferimento al DPCM del 2010. Però per adattare il DPCM alle annualità utili del 2013, scrivono:

“… i termini ivi stabiliti relativamente al predetto esercizio finanziario sono aggiornati per gli anni: da 2010 a 2011, da 2011 a 2012, da 2012 a 2013 e da 2013 a 2014.”

Detto che questa cantilena ricorda più la canzoncina degli elefanti che si aggiungevano ad uno ad uno per dondolare sopra un filo di ragnatela (ed è un’ottima immagine per far capire la situazione di instabilità economica e morale del paese), faccio notare che nel DPCM 2010 si parla di tre anni. Del 2009, quando ci si riferisce ai redditi prodotti, del 2010 per una serie di adempimenti, del 2011 per – non mettetevi a ridere – la pubblicazione dei dati economici del 5 per mille 2010.

Quindi il DPCM non parla né di 2012 né di 2013. Avrebbero dovuto scrivere

“… i termini ivi stabiliti relativamente al predetto esercizio finanziario sono aggiornati per gli anni: da 2009 a 2012, da 2010 a 2013 e da 2011 a 2014.”

Troppo complicato?

Potessi, li manderei a studiare in qualche prestigioso ateneo italiano. Come dite? Ci insegnavano?

Andiamo bene, allora! Abbiamo grosse aspettative per le future classi dirigenti!

Ultima questione: i tempi. Si tratta di decreto legge quindi entro il 4 di settembre 2012 deve essere convertito in legge, con i nostri eletti – si fa per dire – che hanno già detto che non intendono rinunciare alle tre / quattro settimane di vacanza. Per convertire il DL in Legge e magari correggerlo dove lo si ritiene sbagliato, avranno tempo di 4 settimane circa.

 

Carlo Mazzini

DL 95/2012

Art 23, c 2.

2. Le disposizioni di cui all’articolo 2, commi da 4-novies a 4-undecies, del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73, relative al riparto della quota del cinque per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in base alla scelta del contribuente, si applicano anche relativamente all’esercizio finanziario 2013 con riferimento alle dichiarazioni dei redditi 2012. Le disposizioni contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 23 aprile 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 131 dell’8 giugno 2010, si applicano anche all’esercizio finanziario 2013 e i termini ivi stabiliti relativamente al predetto esercizio finanziario sono aggiornati per gli anni: da 2010 a 2011, da 2011 a 2012, da 2012 a 2013 e da 2013 a 2014. Le risorse complessive destinate alla liquidazione della quota del 5 per mille nell’anno 2013 sono quantificate nell’importo di euro 400 milioni. Le somme non utilizzate entro il 31 dicembre di ciascun anno possono esserlo nell’esercizio successivo.

 

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