5 per mille 2012 alla cultura: nuova supercazzola per l’iscrizione

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Ci eravamo lasciati – con quei fini umoristi del Ministero dei beni culturali – con la trovata davvero geniale di far uscire in Gazzetta Ufficiale il decreto di attuazione al 5 per mille 2012 in ritardo rispetto alle scadenze riportate nel decreto. Questa era solo l’ultima puntata di una serie di cretinate che hanno contraddistinto la gestione della novità del 5 per mille alla cultura. Se il Ministro nel 2011 – regnante Galan – aveva avuto la felice intuizione di inserire in una delle tante manovre la previsione di istituire il 5 per mille alla cultura, da quel momento in poi le decisioni prese dagli uffici ministeriali ci hanno sorpreso per la loro “fantasia”, ecco, chiamiamola così.

Era stato deciso un nuovo modo di pensare al 5 per mille, che non si basava più sull’assunto che il destinatario fosse deciso dal contribuente (troppo ovvio), ma restituiva agli uffici del Ministero il potere di erogare i fondi. Un passo indietro fino all’epoca dei vassalli e dei valvassori. Qui la mia indignazione del febbraio scorso.

E così siamo arrivati a fine maggio 2012, con le organizzazioni che operano nella tutela dei beni artistici rassegnate da mesi – per non perdere possibili contribuenti – a iscriversi nel tradizionale elenco del cd “volontariato”. In quel momento, esce un mostro di DPCM che restando serio afferma che (art 2, c 5)

5.  Per l’iscrizione nell’elenco le domande devono essere inviate al Ministero entro il 31 maggio di ciascun anno al fine di concorrere al riparto delle risorse relative al periodo d’imposta corrispondente all’annualità precedente.

Non solo si dipende da un atto di imperio del Ministero, il quale definisce gli importi minimi dei programmi finanziabili ecc, ma lo stesso Ministero inserisce un termine ultimo di iscrizione impossibile da rispettare in quanto precedente all’uscita in GU del DPCM (5 giugno 2012).

Arrivando ai giorni oggi ci si chiede che cosa abbiano fatto.

Hanno fatto questo: hanno approntato qualche pagina internet nella quale si rileggono le regole riportate paro paro nel DPCM, con linguaggio burocratico di quello che ti chiedi se parlino anche così con le persone o lo facciano solo con noi servi della gleba.

Questa è la pagina – pubblicata ieri 24/9 – che parla di procedimenti da effettuarsi per via telematica, e vi troviamo la sola buona notizia che prevede la necessità di iscriversi senza mandare raccomandate o piccioni viaggiatori. L’istanza dovrà essere compilata dal rappresentante legale e comprenderà una serie di documenti firmati (pronti con gli scanner). Dichiarazioni sostitutive, progetti realizzati negli ultimi 5 anni, progetti che si intendono realizzare con il 5 per mille, autorizzazioni ad intervenire sui beni rilasciate dall’autorità competente …

Su questo ultimo punto, cioè sul fatto che il Ministero richieda all’ente copia di un atto che lo stesso ministero attraverso le sue sovrintendenze ha prodotto, si potrebbe fare facile ironia. Ma preferiamo citare una legge (L 241/90, art 18 cc 2 e 3) che qui riportiamo, legge evidentemente ignorata dal Ministero:

2. I documenti attestanti atti, fatti, qualita’ e stati soggettivi, necessari per l’istruttoria del procedimento, sono acquisiti d’ufficio quando sono in possesso dell’amministrazione procedente, ovvero sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbliche amministrazioni. L’amministrazione procedente puo’ richiedere agli interessati i soli elementi necessari per la ricerca dei documenti.

3. Parimenti sono accertati d’ufficio dal responsabile del procedimento i fatti, gli stati e le qualita’ che la stessa amministrazione procedente o altra pubblica amministrazione e’ tenuta a certificare.

A parte questa piccola defaillance, in fondo si tratta solo di una Legge dello Stato, il problema è che nel testo illeggibile redatto dal Ministero si capisce che non hanno ancora pronto il nuovo DPCM che ridefinisce i termini di iscrizione, che scritto in burocratese stretto risulta essere

“E’ in corso di definizione il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che rideterminerà le tempistiche degli adempimenti procedurali connessi alla redazione dell’elenco definitivo dei potenziali beneficiari.”

Cosa hanno fatto in 4 mesi, da quando cioè si sono accorti che il DPCM era uscito in ritardo rispetto alle scadenze lì riportate?

Hanno salvato Pompei? Hanno ricostruito le chiese e i monumenti venuti giù a causa del terremoto?

Carlo Mazzini

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