5 per mille: l’Agenzia delle Entrate lavora – a malincuore – gratis

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Con DL 174/12 – pubblicato nella GU di ieri, 10 ottobre – il Governo ha stabilito che l’Agenzia delle Entrate adempie ai propri compiti in merito al 5 per mille senza pretendere un euro dal Ministero del lavoro, detentore della lista più lunga dei soggetti ammessi al beneficio.

Voi direte: ma cosa c’è di strano? E’ chiaro che se c’è una disposizione che assegna ad un’agenzia governativa dei compiti, questa deve trovare all’interno del suo organigramma e delle risorse assegnatele in via generale la “forza” di adempiere, senza pretendere nulla da nessuno.

Benedetti illusi.

Tempo fa girava voce – di certo maligna  – che l’Agenzia volesse farsi pagare dal Ministero del lavoro recuperando un quid persino dal 5 per mille, una percentuale – magari minima – dei contributi assegnati da noi contribuenti al non profit.

Pazzesco, vero? Per non parlare che volevano i soldi per

– dare con estremo ritardo i dati del 5 per mille

– aggiungere ritardo a ritardo nel consegnare le liste controllate al Ministero del Lavoro (che senza quelle liste non può erogare le somme)

– tacere il fatto che il 5 per mille viene tagliato – almeno dal 2009 – di risorse ingenti.

Quelle voci sulla pretesa di soldi erano soltanto voci maligne prive di fondamento? Forse no, dato che è stato necessario inserire in una legge che l’attività dell’Agenzia è prestata in forma gratuita. O, meglio, non si parla di volontariato. L’Agenzia – come è naturale che sia – le risorse, umane e monetarie, le deve reperire all’interno del suo bilancio. Non mi dicano che piangono miseria!

Riporto di seguito l’art 9, c 5 del DL 174/12

“5. Per consentire una efficace gestione della procedura di erogazione delle devoluzioni del 5 per mille dell’IRPEF disposte dai contribuenti in favore delle associazioni del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilita’ sociale, nonche’ delle organizzazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciute di cui all’articolo 10, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 460 del 1997, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali stipula apposite convenzioni a titolo gratuito ai sensi dell’articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241, con l’Agenzia delle entrate, al fine della erogazione dei contributi del 5 per mille alle medesime organizzazioni. La gratuita’ di cui al precedente periodo si estende alle convenzioni gia’ in precedenza stipulate con amministrazioni pubbliche per le attivita’ di cui al medesimo comma e in relazione agli anni finanziari 2010, 2011 e 2012.”

Ovviamente, essendo dei tecnici hanno sbagliato qualcosa. Riuscite a trovare l’errore?

Ve lo dico io; si legge che tra i beneficiari del 5 per mille ci sarebbero “organizzazioni di promozione sociale e … associazioni e fondazioni riconosciute di cui all’articolo 10, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 460 del 1997”.

Non esistono organizzazioni di promozione sociale ma “associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali previsti dall’articolo 7, commi 1, 2, 3 e 4, della legge 7 dicembre 2000, n. 383”, ed inoltre le associazioni e fondazioni riconosciute non sono “di cui … 460 del 1997” ma “associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’articolo 10, comma 1, lettera a), del citato decreto legislativo n. 460 del 1997” (altrimenti come scrivono loro sarebbero delle Onlus!).

Bastava fare come ho fatto io; copia ed incolla dalle leggi sul 5 per mille.

Cosa è successo? Con la spending review gli hanno tolto il tasto ctrl o cmd?

Direte … “come sei tignoso!” Perché loro cosa sono? Non vanno ogni giorno a ricordarci con ogni mezzo che bisogna essere precisi, che “la legge dice …”, che “non è possibile dare interpretazioni estensive della legge …”?

Carlo Mazzini

 

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