Flaiano diceva: “In Italia infatti la linea più breve tra due punti è l’arabesco.”
Possiamo essere per una volta lineari nei ragionamenti?
Domanda: da dove arrivano la gran parte dei mali del 5 per mille? Non dal fatto che bisogna aspettare ogni anno un comma perso in un articolo della legge di stabilità (ex finanziaria). Neppure che da tre anni la norma sia fotocopiata da quella del 2010.
Il vero problema delle leggi del 5 per mille è che esse “rimandano” ad un dpcm “di natura non regolamentare” (qui un trattato giuridico un pò complesso per capire di cosa si tratta) che nella realtà dei fatti è la vera e propria norma che regolamenta passo dopo passo tutti gli obblighi di chi si iscrive e poco o nulla dice in merito agli obblighi dei ministeri e delle amministrazioni che iscrivono gli enti e li controllano.
E’ evidente dall’esperienza di tutti questi anni che è necessario sottrarre alla potestà dei Ministeri di farsi le regole e poi di interpretarle ognuno a modo loro. Anche se l’Italia si è trasformata da culla a bara del diritto, un forte richiamo di legge (quindi di una legge che contenga gran parte delle prescrizioni cui devono sottostare anche le amministrazioni pubbliche) è più difficilmente scavalcabile dalle amministrazioni stesse.
La mia proposta è quindi di inserire nel disegno di legge la maggior parte di prescrizioni relative al funzionamento spicciolo del 5 per mille. In più sarebbe opportuno riprendere la norma sulla remissione in bonis (recupero del tempo perduto per potersi iscrivere oltre i termini pagando una sanzione) e inserirla nel disegno di legge. Questo per consentire al cittadino di avere una sola norma che regolamenta proprio tutto il funzionamento del meccanismo 5 per mille.
Pertanto, i concetti da tenere a mente sul tema sono abbastanza semplici. Riusciranno i nostri “eroi” (leggi: parlamentari) ad annotarseli e a provvedere di conseguenza?
Attenzione, quindi!
Vogliamo una sola legge, non una legge “sòla”!
Carlo Mazzini
